Chiara3_foto di Emanulea Scarpa © 2022 Vivo film, Tarantula

Chiara, Susanna Nicchiarelli racconta la storia (vera) della rivoluzionaria di Assisi

Stasera in Concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia sarà presentato Chiara, il quinto ed ultimo film italiano scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli che ha visto all’opera un bel mix di attori giovani e d’esperienza: Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia e con la partecipazione di Luigi Lo Cascio (già protagonista de Il Signore Delle Formiche di Gianni Amelio). La regista romana, dopo aver raccontato figure femminili come Nico e Eleanor Marx, questa volta ha scelto di ritrarre Santa Chiara d’Assisi. La scenografia è di Ludovica Ferrario mentre i costumi sono stati realizzati da Massimo Cantini Parrini (nomination all’Oscar 2021). Il film uscirà poi nelle sale il 7 dicembre.

Il film

Assisi, 1211. Chiara (Margherita Mazzucco) ha diciotto anni, e una notte scappa dalla casa paterna per raggiungere il suo amico Francesco (Andrea Carpenzano). Da quel momento la sua vita cambia per sempre. Non si piegherà alla violenza dei famigliari, e si opporrà persino al Papa: lotterà con tutto il suo carisma per sé e per le donne che si uniranno a lei, per vedere realizzato il suo sogno di libertà. La storia di una santa. La storia di una ragazza e della sua rivoluzione.

Foto di Emanuela Scarpa

Margherita Mazzucco nella foto di Emanuela Scarpa

Susanna Nicchiarelli racconta…

La storia di Chiara e Francesco è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre che spirituale, della “radicalità” delle loro vite – la povertà; la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità senza gerarchie e meccanismi di potere – significa riflettere sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico, interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù, ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo nome porta con sé”.

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