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CAMERA PSYCHO – Mr. Tom Ripley, nessuno riuscirà mai a trovarlo

E’ l’anno 1958. Thomas Ripley, un anonimo giovane newyorkese, invece di restare una “autentica nullità” preferisce diventare “un falso qualcuno”. Per vivere nell’ambiente dell’alta società alla quale non appartiene usa il suo talento dichiarato: “fare firme false, dire bugie, impersonare praticamente chiunque”.

"Il Talento di Mr. Ripley"

“Il Talento di Mr. Ripley”

Il film Il Talento di Mr Ripley diretto da Antony Minghella e uscito nel 1999, è il remake di Delitto in Pieno Sole, di Renè Clement del 1959 dove il protagonista era un indimenticabile Alain Delon. Anche il rifacimento vanta una cast di eccezione: Matt Damon nel ruolo di Thomas, Jude Law (Dickie Greenleaf), Gwyneth Paltrow (Marge Sherwood) tra gli interpreti principali, e poi Cate Blanchett, James Rebhorn, Sergio Rubini, Philip Seymour Hoffman e, in poche brevi apparizioni, anche Stefania Rocca, Rosario e Beppe Fiorello.

La storia è tratta dall’omonimo romanzo giallo edito nel 1955 da Patricia Highsmith, un eccezionale talento della letteratura statunitense autrice anche de I Due Volti di Gennaio, da oggi al cinema. Parliamo della versione più recente, si tratta di un thriller a media tensione in cui viene dato particolare risalto all’approfondimento psicologico dei personaggi e in particolare del protagonista.

Matt Damon è Thomas Ripley

Matt Damon è Thomas Ripley

Thomas, pianista capace ma non affermato, sbuca quasi dal nulla, non si sa niente di lui, non ha storia, non ha un passato. Tutto incomincia da una giacca, non sua, che indossa sostituendo un pianista in una serata. La giacca è dell’Università di Princeton, la stessa frequentata dal figlio di Herbert Greenleaf, un facoltoso industriale nautico che scambia il ragazzo timido ed educato per un compagno di corso del suo Dickie che da tempo vive in Italia. Greenleaf propone a Thomas di andare a recuperare il figlio che deve occuparsi degli affari di famiglia, corrispondendogli una grossa somma di denaro. Ripley coglie l’occasione e parte per l’Italia. A questo punto della storia è un falso allievo di Princenton e un falso amico di Dickie, ma è solo l’inizio.

Sulla costiera napoletana, in un paesino di fantasia chiamato Mongibello (Procida), incontrerà Dickie e la sua ragazza Marge, svelerà l’incarico assegnatogli e diventerà loro amico. Dickie è un giovane ricco e dissoluto che spende la sua vita in sbronze, donne e divertimenti. Tradisce frequentemente la fidanzata e mette incinta una ragazza del paese (Stefania Rocca) che per questo arriverà al suicidio.

Tom Ripley e Dickie

Tom Ripley e Dickie

Per lui Thomas è come un nuovo giocattolo e i due passano tanto tempo insieme sino a quando stanco della sua continua presenza cercherà di escluderlo e di allontanarlo. Ripley ha bisogno di essere accettato ed è affascinato a tal punto dalla personalità dell’amico da indossare i suoi abiti cercando di imitarlo. L’omosessualità di Thomas e più evidente, mentre quella di Dickie (forse adombrata dal suo dongiovannismo) è latente e gli fa paura.

Dopo Roma, dove compare un vecchio amico di Dickie, Freddie Miles (un formidabile Philip Seymour Hoffman), che compromette ulteriormente il loro legame, i due fanno un ultimo viaggio a Sanremo. Durante una gita in barca Dickie esprime così fortemente il suo disprezzo e il suo rifiuto nei confronti di Ripley da suscitare nel timido e dolce ragazzo un reazione violenta, verrà da lui colpito ripetutamente con un remo sino alla morte e poi resteranno abbracciati per tutta la notte, solo loro. Come mantenere in vita una persona amata ? Diventando la stessa persona.

Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman

Fatto sparire il cadavere in mare, Thomas si sostituisce a Dickie, con le persone che non lo conoscono, vive lussuosamente a Roma, preleva il denaro falsificando la sua firma, scrive messaggi a suo nome. A Marge farà capire che Dickie non è più interessato a lei e vuole stare un po’ da solo. Riuscirà a smentire tutti i sospetti sul suo conto a convincere anche gli inquirenti che si è trattato di suicidio e a ricevere dal padre di Dickie la donazione delle azioni del figlio. Quando le bugie e gli abilissimi stratagemmi non reggono Ripley è costretto ad uccidere ancora, prima Freddie, e infine Peter, ricco musicista americano, l’unico che lo ha amato per se stesso, quel se stesso che neanche lui conosceva.

Nell’ultima inquadratura Thomas è solo, come sempre è stato, in una cabina della nave che doveva riportarlo a New York nella quale gli specchi riflettono la sua immagine multipla e dove poi la porta pian piano si chiude. È la porta della cantina fredda, orribile e desolata dove sono nascosti i suoi segreti e dalla quale non uscirà più.

Tom e Peter

Tom e Peter

Tutto il film, con una bellissima fotografia, ci mostra un’Italia da cartolina con le località internazionalmente più note: la costiera amalfitana, Roma, Sanremo, Venezia (Cortina è citata) e gli italiani degli anni cinquanta corrispondenti agli stereotipi comunemente diffusi. I ragazzi che si girano a guardare le donne, le sagre di paese con la statua della Madonna, l’ambulanza che non arriva, la polizia incapace e rispettosa nei confronti degli americani. Un’Italietta dove tutti si incontrano in modo improbabile come ci si incontra nei piccoli paesi.

Di Ripley ci colpiscono il delirio di onnipotenza, che lo porta, pur nella conservata distinzione tra fantasia e realtà, a pericolosi e confusivi scivolamenti connessi al potere esercitato sul mondo della finzione. Bugie e fantasticherie si mescolano fra loro, colpevole di non essere se stesso ma di essere un fantoccio Thomas teme continuamente di essere scoperto, smascherato e deriso.

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La maschera di Mr. Ripley

Avvolto nel suo narcisismo, estremamente sensibile alla critica ed al rifiuto, è inibito dalla vergogna e dall’imbarazzo sempre attento ad individuare le aspettative degli altri per adeguarsi a esse e sperare di essere accettato. Per questo si rende necessaria la bugia e la simulazione che diventano gli strumenti per la costruzione di un “falso se” che preserva e difende dal rifiuto e dall’abbandono. Le bugie diventano una necessità irrinunciabile, sotto la maschera non c’è il mostro ma c’è il nulla, l’inconsistenza la dissoluzione del Sè, l’annientamento.

Marge con Dickie e poi Tom

Marge con Dickie e poi Tom

Perché, nonostante tante evidenze, nessuno scopre Ripley? Anche Marge, che ha dei sospetti, lascia perdere e parte per New York, e il padre di Dickie gli regala le azioni del figlio. Perché forse Ripley ha liberato Marge da un fidanzato che la tradiva e la faceva soffrire e Herbert Greenleaf da un figlio difficile, problematico e deludente che non si sarebbe mai occupato dall’industria di famiglia. Thomas ha agito i desideri rimossi di queste persone.

Fantasticando di poter diventare il burattinaio è rimasto il povero, desolato burattino di sempre, solo e sgualcito, abbandonato in cantina perché non diverte più nessuno e nessuno gioca più con lui.

Claudia Sacchi