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C’Est La Vie, la vita come viene per Eric Toledano e Olivier Nakache

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Diretta dai registi di Quasi Amici, Eric Toledano e Olivier Nakache, giovedì 1 febbraio arriva nei nostri cinema C’Est La Vie – Prendila Come Viene, la commedia che ha conquistando il pubblico francese.


Nulla è più importante per due sposi del giorno del proprio matrimonio! Tutto deve essere semplicemente magico in ogni momento. E per organizzare la festa perfetta, Max (Jean Pierre Bacri) ed il suo team sono i migliori in circolazione. Pierre (Benjamin Lavernhe) ed Elena (Judith Chemla) hanno deciso di sposarsi in un magnifico castello poco fuori Parigi e hanno scelto di affidarsi a loro per una serata meravigliosa. Seguiremo tutte le fasi, dall’organizzazione alla festa, attraverso gli occhi di quelli che lavorano per renderla speciale. Inutile dire che sarà una lunga giornata, ricca di sorprese e colpi di scena.

Vi presentiamo di seguito un piccolo estratto dell’intervista rilasciata dai due registi.

In che modo il matrimonio è un soggetto fonte di ispirazione?

Éric Tolédano: È un evento per il quale ogni dettaglio viene minuziosamente organizzato. È simile a una rappresentazione teatrale, con pubblico, costumi e ruoli da interpretare (testimoni, genitori, amici…). L’organizzazione complessa che richiede crea inevitabilmente stress, tensione, un mix di emozioni, ed è un momento che non può fare a meno di complicare i rapporti familiari. È inoltre un contesto con cui tutti hanno familiarità, quindi era il background ideale. Ma il nostro obbiettivo era di osservare l’evento attraverso il punto di vista delle persone che sono lì per lavorare, per i quali è solo un giorno di lavoro, nulla più. Questa discrepanza crea necessariamente situazioni comiche.

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Vi siete ispirati ad altri film?

Olivier Nakache: Sì diversi, compreso Waiter! di Claude Sautet. In generale, l’intera filmografia di Sautet ha un grande significato per noi. Quella pellicola ha ispirato i nostri movimenti tra cucina e sala da pranzo. Ci ha mostrato come spostarsi da un universo all’altro in una singola ripresa e come rappresentare i rapporti tra i camerieri che costituiscono il personale di una grande brasserie parigina. Il modo di girare di Sautet fa sì che lo spettatore possa entrare immediatamente nella storia.

Éric Tolédano: Storie Pazzesche di Damián Szifrón è stato un altro nostro riferimento, perché rappresenta una radiografia della società argentina contemporanea. Eravamo a metà della composizione della sceneggiatura quando abbiamo scoperto il suo film.

Olivier Nakache: E quando abbiamo visto l’ultima scena, una delle più brillanti, abbiamo capito che le nostre aspirazioni erano le stesse, perché attraverso una serata organizzata da persone meno realizzate, C’Est La Vie! diventa una sorta di immagine speculare della Francia di oggi.

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Pensate che nel cinema francese attuale manchi quel senso di divertimento che c’è in C’Est La Vie!?

Éric Tolédano: Molti film ci raccontano quanto sia duro, violento e spaventoso il nostro mondo. Questo film è stato scritto durante il caotico 2015 ed esprime in modo chiaro la domanda: come possiamo preservare, nonostante tutto, il nostro senso di divertimento?

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