(Foto di Claudio Iannone)

Cetto C’è Senzadubbiamente, Antonio Albanese torna al comando

(Foto di Claudio Iannone)

Dopo Qualunquemente e Tutto Tutto Niente Niente, Antonio Albanese torna a vestire i panni di Cetto la Qualunque in Cetto C’è Senzadubbiamente, il film diretto da Giulio Manfredonia che sarà al cinema dal 21 novembre.

Il film

A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto la Qualunque (Antonio Albanese) si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto la Qualunque oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita e, purtroppamente, anche quelli di tutti noi. Cetto torna al comando e questa volta le conseguenze possono essere imponderabili.

Giulio Manfredonia racconta…

Cetto ha una strana capacità di rinnovarsi, le sue radici sono nel passato remoto della politica italiana: quando qualche anno fa abbiamo realizzato Qualunquemente ci siamo accorti che il personaggio non nasceva tanto dalla degenerazione della politica recente, ma era ramificato in quella antica e pre-democristiana del sud. In ogni Comune d’Italia c’è un simil Cetto, è una figura tipica della nostra società, in ogni stagione della vita pubblica c’è un tipo come lui che si rigenera con nuova linfa dopo anni e si “incastra” nelle situazioni più diverse“.

(Foto di Claudio Iannone)

(Foto di Claudio Iannone)

Lo sceneggiatore Piero Guerrera questa volta ha trovato l’idea di base di un racconto che sembra più tratto dalle favole che dalle cronache immaginando la scoperta di una discendenza regale del nostro protagonista che all’improvviso viene a sapere di essere figlio illegittimo di un principe e si mette in testa di potersi muovere a suo piacimento come un monarca assoluto. Le feste di Cetto e quelle del Re Sole si somigliano molto, certe costanti si ripetono, sarà divertente scoprire come i suoi vizi siano in realtà quelli dei grandi sovrani della Storia: l’esercizio del potere fine a sé stesso, allegramente svincolato da regole morali; la tendenza a giocare pericolosamente col destino dei suoi sudditi come un bambinone corrotto; l’uso spregiudicato del denaro, i rapporti mercenari con le donne e così via“.

Credo che questo film sia un “parente stretto” di Qualunquemente più che di Tutto Tutto Niente Niente che mescolava tre storie e tre personaggi diversi e raccontava da vicino il rapporto con Roma, con la politica centrale e il potere legato ai Palazzi. Qui i Palazzi non ci sono, se non quelli nobiliari. Portiamo in scena l’ascesa irresistibile di un personaggio che parte con un’idea improbabile che però è destinata a diventare reale in maniera rocambolesca, come avviene in molte storie italiane. In Cetto C’è Senzadubbiamente non affrontiamo direttamente la cronaca recente ma certe costanti di sempre attraverso uno sguardo più generale. È più un film sul costume (e il malcostume) nazionale che sulla politica, ma ovviamente ci sono riferimenti all’attualità piuttosto leggibili“.

(Foto di Claudio Iannone)

(Foto di Claudio Iannone)

Antonio Albanese racconta…

Si tratta di un film fortemente voluto dai fan del personaggio, che da anni mi chiedevano di farlo tornare. Col tempo mi sono reso conto che con tutto quello che succede ultimamente nella politica italiana, Cetto rischiava di trasformarsi in un moderato e che forse doveva riapparire adeguandosi all’aria del tempo, facendosi ancora più trasgressivo e potente“.

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