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Elle Fanning in Mary Shelley, storia di un amore immortale

Elle Fanning e Douglas Booth sono i protagonisti di Mary Shelley – Storia di un Amore Immortale, il film diretto da Haifaa Al Mansour ambientato nell’Ottocento che sarà al cinema dal 29 agosto. Completano il cast Tom Sturridge e Bel Powley.


Mary Shelley racconta la storia di Mary Wollstonecraft Godwin (Elle Fanning), autrice di uno dei più famosi romanzi gotici del mondo “Frankenstein”, e della sua relazione ardente e tempestosa con il poeta romantico Percy Bysshe Shelley (Douglas Booth). I due giovani legati da una chimica naturale e idee progressiste che vanno oltre i limiti della loro età e del loro tempo, dichiarano il loro amore reciproco alla famiglia che li ostacola e per questo fuggono insieme. A soli18 anni, Mary è costretta a sfidare i tanti preconcetti contro l’emancipazione femminile, a proteggere il suo lavoro di scrittrice e forgiare la propria identità.

Sebbene il film sia un dramma ambientato nell’Ottocento, Mary Shelley contiene un messaggio molto moderno, come dice Tom Sturridge: “si tratta dell’emancipazione dell’anima di una giovane ragazza e penso che, in qualunque periodo si viva, si possa riconoscere quel desiderio di libertà“. La regista Haifaa Al Mansour ha dichiarato: “Il film è ambientato duecento anni fa, ma credo che ci si possa relazionare anche tutt’oggi. Stavano spingendo i confini, rivoluzionando i costumi, c’è qualcosa nel film in cui ogni ragazzo di 18 o 19 si rispecchierà“.

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Vi proponiamo ora un estratto dell’intervista rilasciata dalla regista Haifaa Al Mansour.

Parlaci della storia di Mary Shelley. Come sei stata coinvolta in questo progetto?

I produttori mi hanno mandato la sceneggiatura e, devo ammettere, all’inizio ero scettica. Non mi sentivo molto affine a quella storia, perché il periodo e l’ambientazione erano così lontani da ciò ero abituata a trattare. Ma quando ho letto la storia di Mary Shelley, ho sentito una connessione istantanea. È cresciuta in questa cultura molto conservatrice, dove i ruoli femminili erano molto più rigidi e le opportunità erano estremamente limitate. Ma lei è andata oltre e ha scritto una storia che continua tutt’oggi a catturare l’immaginazione dei lettori. Quello che amo è che lei ha scelto di scrivere un libro che era così al di fuori dei limiti “accettabili” della letteratura per le donne, e ha creato un genere (fantascienza) che continua ad essere dominato da voci maschili. Ha scritto un libro che sfidava la dottrina religiosa e sollevava nuove questioni etiche sull’impatto che una sperimentazione scientifica avrebbe avuto sulla società.

Per cosa si contraddistingue Mary Shelley?

Mary Shelley è la straordinaria storia vera di una donna che si è scagliata contro i vincoli della sua società, per creare una storia che è sopravvissuta al lavoro dei suoi contemporanei, inclusi i suoi geniali genitori e suo marito, per influenzare generazioni di scrittori e sognatori con un genere completamente nuovo: la fantascienza. Molto della sua storia personale è finita allegoricamente in Frankenstein. Conosciamo tutti la storia di base, ma il suo percorso rivela così tanti elementi filosofici più profondi che aiutano a spiegare la bellezza del suo lavoro.

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Pensi che la situazione per le donne sia migliorata dai tempi di Mary Shelley? Un esempio moderno potrebbe essere J.K. Rowling…

Molti dei problemi che Mary Shelley ha affrontato continuano ad affliggere le donne di oggi. Filosoficamente, il modo in cui Mary perseguiva i suoi obiettivi, senza curarsi dei limiti morali o sociali, era estremamente scioccante per il pubblico dei suoi tempi. Mentre lo stesso comportamento sarebbe forse più accettabile per un uomo, la pressione dell’opinione pubblica sul dover essere casti e moralmente puri è ancora qualcosa contro cui le donne lottano oggi. Pensa a un libro come The Outsiders. Sarah Hinton dovette abbreviare il suo nome in S.E. Hinton, in modo che i lettori non riconoscessero il suo genere guardando la copertina. Non credo che la maggior parte della gente ci abbia fatto caso, ma era chiaramente qualcosa che i suoi editori reputavano (e reputano ancora) importante ai fini della vendita del libro. C’è ancora molta strada da percorrere per far emergere il potenziale femminile nella nostra società.

Che effetto pensi che la storia di Mary Shelley possa avere sul pubblico moderno? E cosa rende la sua vita così interessante da farne un film biografico?

Ho sentito la grande responsabilità di onorare l’eredità di Mary Shelley in un modo in cui il pubblico moderno possa relazionarsi. La sua storia personale è un aspetto importante che accompagna Frankenstein, un libro molto amato da così tante persone per tanti motivi diversi. Per questo volevo davvero concentrarmi su degli aspetti della sua vita personale meno noti, ma che sono la chiave per capire veramente la sua scrittura. È stata una sfida meravigliosa, e abbiamo avuto un cast e una troupe straordinari che hanno contribuito a dare vita a una storia bellissima e commovente.

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Nella fase di ricerca, hai scoperto qualcosa della vita e del lavoro di Mary Shelley che ti ha sorpreso particolarmente?

Sono rimasta sorpresa da tantissimi dettagli della vita di Mary Shelley che sono finiti in Frankenstein. Ho scelto di concentrarmi sulle relazioni che aveva con i suoi genitori e la sua relazione tumultuosa con Percy Shelley. Tutte queste relazioni sono entrate nel libro in un certo qual modo e si capiscono solo quando sai tutto quello che lei ha passato. Ha combattuto per cambiare una vita poco promettente, per emergere dall’ombra dei suoi straordinari genitori, e ha sperimentato perdite e sofferenze incredibili. Quando rilessi di nuovo Frankenstein, fui così toccata da quanto la storia delMostro di Frankenstein riflettesse molti dei tragici eventi della sua stessa vita. Di Frankenstein conoscevo bene la storia di base e le immagini iconiche che tutti noi abbiamo del mostro verde che è diventato una pietra miliare delle moderne storie horror della cultura pop. Avevo anche letto il romanzo al college, ma non ci avevo mai riflettuto veramente. Significa molto di più per me ora.

Che rapporto hai con la scrittrice Emma Jensen?

Ho adorato la storia che Emma è stata in grado di sviluppare nella sceneggiatura. Mi ha condotta a uno studio molto più approfondito del materiale e delle diverse opere che circondano la trama. Sono rimasta davvero sorpresa quando ho letto l’introduzione di Frankenstein, perché rivela così tanto in così poche pagine su cosa abbia portato Mary Shelley a scrivere il libro. Il suo amore per Percy e suo padre – che hanno influenzato ciascuno in modo diverso la creazione di Victor Frankenstein – è chiaro in quelle pagine. Ho letto anche diversi lavori di Percy, poiché le loro conversazioni erano anche parte integrante del suo lavoro complessivo. Alla fine ho letto Rivendicazione dei diritti della donna di Mary Wollstonecraft, che ha avuto chiaramente un’influenza femminista sulla vita di sua figlia Mary, anche se è morta 10 giorni dopo averla partorita.

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Cosa speri che il pubblico impari dal film?

Spero che il pubblico veda in Mary un’eroina con cui potersi identificare. Non è perfetta e fa scelte discutibili durante la sua vita. Ma lei non si arrende alla delusione o all’angoscia della perdita, va sempre avanti. È l’esempio di qualcuno che prende il peso della miseria e lo trasforma in un’opera d’arte personale e profonda. Sarebbe stato molto facile per lei rinunciare in qualsiasi momento, ma alla fine decide di trovare la propria strada.

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