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Il Castello Errante di Howl, l’opera (sempre attuale) di Hayao Miyazaki torna in sala

Solo dall’11 al 17 agosto nelle sale italiane – come quinto ultimo appuntamento della rassegna Un Mondo di Sogni Animati che la Lucky Red e lo Studio Ghibli hanno dedicato ai capolavori del regista giapponese Hayao Miyazaki – torna Il Castello Errante di Howl (2004), la pellicola che il maestro dell’animazione presentò in Concorso alla 61esima Mostra del Cinema di Venezia aggiudicandosi il Premio Osella per il miglior contributo tecnico. Un film antimilitarista ricco di metafore e sentimenti che sottolinea l’importanza delle relazioni interpersonali.

Il film

Scritta dallo stesso Miyazaki partendo dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones (pubblicato la prima volta nel 1986), la pellicola presenta molte delle tematiche care all’autore nipponico, tra conflitti militari combattuti con mezzi volanti e momenti dove regna la magia. La storia, ambientata in un mondo sull’orlo della guerra (l’ambientazione ricorda l’Europa degli inizi del Novecento), ha come protagonista Sophie, una ragazza introversa di 18 anni che lavora nel negozio di cappelli ereditato dal padre. Un giorno in città incontra casualmente l’affascinante Mago di Howl, e se ne innamorerà. Per gelosia, una strega le lancerà un maleficio che la trasformerà in una vecchietta. Sophie riuscirà a fuggire e a trovare rifugio nel castello del Mago di Howl, una casa sempre in movimento. Nascondendo la sua vera identità̀, si farà assumere come donna delle pulizie. Qui verrà a conoscenza dell’oscuro patto che Howl ha fatto col demone del fuoco Calcifer e deciderà di fare a sua volta un accordo con questi: se riuscirà a liberarlo, Calcifer scioglierà l’incantesimo.

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Un messaggio quanto mai attuale

A tratti “disneyano” e con un ottimo apporto fornito dalla computer graphic, Il Castello Errante di Howl debuttò nelle sale italiane nel settembre 2005, in concomitanza con la 62esima Mostra del Cinema di Venezia: in quell’occasione Miyazaki venne premiato con il Leone d’Oro alla Carriera. Dieci anni dopo (2015), riceverà anche un Oscar onorario: nessun regista d’animazione come lui. Riportare questo film al cinema oggi, in questo momento storico, è una scelta quanto mai piena di significato. Un modo per opporsi ad ogni forma di conflitto.

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