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Il fantasma di un padre in Mózes, il Pesce e la Colomba di Virág Zomborácz

Giovedì 11 febbraio esce nelle sale italiane Mózes, il Pesce e la Colomba (titolo originale Utóélet), l’opera prima della regista ungherese Virág Zomborácz che ha vinto la 33esima edizione di Bergamo Film Meeting e ha ottenuto riconoscimenti ai festival di Cannes, Valladolid, Vilnius e Timisoara.

Protagonista del lungometraggio è Mózes, un giovane ungherese da poco laureato in teologia e appena rientrato a casa da un periodo di ricovero per problemi psichici. Di carattere insicuro, ha un rapporto complicato con il padre, un autoritario pastore protestante che tiene in soggezione l’intera (sgangherata) famiglia: la moglie remissiva, la figlia adottiva priva di talento, la sorella invadente che vive in casa. Quando il pastore muore all’improvviso, Mózes comincia a essere assillato dal suo fantasma, che lo segue anche nei momenti più inopportuni. Il ragazzo tenta inutilmente di liberarsi della scomoda presenza, facendosi aiutare da un meccanico appassionato di spiritismo; a nulla, però, valgono le strane pratiche suggerite dall’amico.

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Il protagonista capisce che potrà liberarsene solo portando a termine quanto il genitore ha lasciato in sospeso nella vita. Si così mette al lavoro, sostenuto dalla trasgressiva Angela, una giovane e attraente ex tossicodipendente che lavora per la parrocchia in un progetto di recupero sociale. Tra accadimenti bizzarri e scene buffe, Mózes riuscirà, a modo suo, a risolvere il rapporto con il padre e a trovare fiducia in se stesso. Il rapporto tra genitori e figli, la morte, il disagio psichico: nel film si trovano temi complessi che sono affrontati con intensità e insieme con leggerezza; le fatiche, autentiche, del protagonista sono raccontate in chiave tragicomica.

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Sebbene le azioni di Mózes, un ragazzo che in fondo vuole avere una vita semplicemente normale, terminino in fiaschi, queste servono a forgiarlo, trasformandolo in un eroe adulto, attivo e indipendente. Per Virág Zomborác – che ha deciso di scrivere questo film dopo che aver davvero visto in sogno lo spirito del suo defunto padre – il fantasma del padre “può anche essere visto come un’allucinazione, una reazione al suo disagio o magari, più precisamente, come una proiezione del processo di elaborazione del lutto”. E così, se all’inizio sembra essere completamente disorientato, a poco a poco diventa sempre più a fuoco, “fino ad arrivare ad accettare il figlio per quello che è”.

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Per la giovane regista quella su Mózes è “una commedia di formazione che, invece di affrontare i conflitti sociali, guarda principalmente all’individuo e alle istanze della psiche umana”. I temi centrali sono il rapporto padre-figlio e la famiglia, “la mutazione dei valori tradizionali e la possibilità di comunicazione”.

“L’ironia è un elemento fondamentale nel mio racconto, del resto rappresenta l’arma con cui combatto le battaglie quotidiane nella mia vita”.

Virág Zomborác

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