Jean Eustache

Jean Eustache, la Cineteca di Milano recupera un documentario di Milena Gabanelli

Da venerdì 17 luglio 2020 la Cineteca di Milano arricchisce la propria piattaforma streaming presentando un documentario rarissimo e importante “recuperato” dalla Cineteca di Milano e girato in 16mm da Milena Gabanelli poco prima della morte per suicidio di Jean Eustache (novembre 1981) quando la futura, grande giornalista si occupava di cinema, studiato all’università di Bologna, e scriveva recensioni per la rivista «Cineforum».

Il film

In 14 minuti, il film – in cui Jean Eustache è presente solo con la sua voce registrata al magnetofono che fluisce liberamente, senza rispondere a domande – riesce a restituire tutta l’originalità e l’acutezza di pensiero di questo “irregolare” del cinema e della vitaEustache, regista di pochi film, ma tutti di grande importanza (il più celebre, La Maman et la putain, 1973, Premio Speciale della Giuria a Cannes), fu amico e collaboratore di tutti i principali esponenti della Nouvelle vague, da Eric Rohmer a Jean Douchet, da Paul Vecchiali a Jean-Pierre Léaud, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard. E proprio a Godard può essere maggiormente accostato per quella capacità di sguardo “laterale” in grado di trasformare il cinema e più in generale il linguaggio in strumenti per interrogare e provare a comprendere il mondo.

Nei primi 8 minuti del documentario, la voce profonda di Eustache accompagna immagini delle strade di Parigi, di persone che camminano, di una ragazza su cui la macchina da presa indugia a lungo, dell’androne di un palazzo, di una stanza piena di sedie vuote che passa dalla luce alla penombra. Cose concrete che le parole del regista rendono quasi astratte, elevandole a una pregnanza espressiva inedita e universale. Nella seconda parte, la scena si sposta in un interno, una stanza dove la stessa Gabanelli ascolta, assorta, le parole di Eustache, che, pur parlando di morte (del cinema), di nuovo calano sui semplici oggetti ripresi con una panoramica circolare come una linfa vitale.

Milena Gabanelli

Il film si chiude con la voce sempre fuori campo di Dominique Noguez, scrittore e studioso di estetica che fu uno dei primi a scrivere in Francia sul cinema underground nordamericano e sul cinema sperimentale e che sottolinea e spiega in breve l’importanza della critica cinematografica. A Jean Eustache fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1982.

Leave a Comment