CR: COURTESY OF NETFLIX

La Figlia Oscura, da Elena Ferrante a Maggie Gyllenhaal, il viaggio di Olivia Colman

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Dopo aver conquistato la critica della 78^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia vincendo il prestigioso premio per la Miglior Sceneggiatura Non Originale, e ricevuto candidature agli ultimi Oscar, giovedì 7 aprile nei nostri cinema arriva La Figlia Oscura, l’opera prima dell’attrice Maggie Gyllenhaal tratta dall’omonimo romanzo best seller mondiale di Elena Ferrante. Protagoniste sono Olivia Colman e Dakota Johnson. 

Il film

Durante una vacanza al mare da sola, Leda (Olivia Colman) rimane incuriosita e affascinata da una giovane madre (Dakota Johnson) e dalla sua figlioletta mentre le osserva sulla spiaggia. Turbata dal loro irresistibile rapporto, (e dalla loro chiassosa e minacciosa famiglia allargata), Leda è sopraffatta dai suoi stessi ricordi personali dei sentimenti di terrore, confusione e intensità provati nelle prime fasi della maternità. Un gesto impulsivo sconvolge Leda e la proietta nello strano e sinistro mondo della sua stessa mente, dove è costretta ad affrontare le scelte non convenzionali che ha compiuto quando era una giovane madre e le loro conseguenze.

Dakota Johnson CR: NETFLIX © 2021

Dakota Johnson CR: NETFLIX © 2021

Maggie Gyllenhaal racconta…

Quando ho letto il romanzo di Elena Ferrante mi è tornato in mente qualcosa di molto strano e doloroso, ma anche di innegabilmente vero. Alcune parti che tenevo segrete della mia esperienza di madre, di amante, di donna in questo mondo venivano pronunciate ad alta voce per la prima volta. E ho pensato a quanto potesse essere eccitante e pericoloso rendere collettiva un’esperienza del genere – non nella solitaria tranquillità che ti dà un libro, ma in una stanza piena di persone che la vivono insieme e si percepiscono. Come ci si sente a sedersi accanto a propria madre – o marito o figlia o moglie – mentre vengono svelati i sentimenti e le esperienze comuni che sono stati tenuti nascosti? Naturalmente, si provano terrore e senso di pericolo nel relazionarsi con qualcuno che lotta contro cose che ci è stato detto essere vergognose o brutte. Ma quando quelle esperienze vengono mostrate sullo schermo, c’è anche la possibilità di sentirsi confortati: se qualcun altro ha questi pensieri e sentimenti, forse non sono sola. Questa è una parte della nostra esperienza che viene articolata solo raramente, e principalmente attraverso l’aberrazione, la disgiunzione o il sogno“. 

Olivia Colman  CR: YANNIS DRAKOULIDIS/2021

Olivia Colman CR: YANNIS DRAKOULIDIS/2021

Elena Ferrante racconta…

“A chi ha saputo riconoscere il gran lavoro di Maggie va tutta la mia gratitudine. Lei ha dovuto scucire la veste letteraria che, quasi venti anni fa, ho cucito addosso con grande apprensione a una vicenda che mi pareva difficile da raccontare. Ero preparata, devo dire, all’idea che, di fronte alla materia nuda del racconto –  non la gioia, ma il peso della maternità nella vita di una donna, – Maggie si sarebbe spaventata e avrebbe accantonato il progetto. Invece no. Con grande abilità, ha dato alla mia storia un nuovo vestito apposta per il cinema. L’ha disegnato con la sua esperienza, la sua cultura, il suo sentimento. Questo abito che ha reinventato mi è piaciuto moltissimo. Ormai è pienamente suo, le sta benissimo”.

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