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Le Sorelle di Marija, l’incredibile storia delle Sisters of the Valley

Nei giorni in cui si riaccende il dibattito per la legalizzazione della cannabis, martedì 20 aprile, in occasione del Cannabis Day, nelle sale virtuali Io Resto In Sala e Wanted Zone esce Le Sorelle di Marija, il documentario diretto dal regista britannico Rob Ryan che racconta la storia delle Sisters of the Valley, una congrega di donne che ha trovato il proprio percorso imprenditoriale e spirituale grazie alla produzione di cannabis medicale nel Merced, in California, una delle contee più povere e pericolose del Paese.

Il documentario

Ingannata e tradita dal marito bigamo da 17 anni, Christine Meeusen, un tempo dirigente aziendale di alto profilo, fugge senza un soldo con i figli piccoli vedendo svanire il suo sogno americano. Determinata a provvedere alla propria famiglia, scopre il lucrativo business della coltivazione di marijuana medicale e trova la propria vocazione fondando la “Sisters of the Valley”. Abbandonata totalmente la sua vita precedente, Christine diventa Sorella Kate, la cui missione – contrastata dallo sceriffo della contea e costantemente minacciata da chi ruba il raccolto per destinarlo al mercato nero – è fornire prodotti medicinali a base di cannabis medica a chiunque ne abbia bisogno. Quella raccontata nel film è una storia di ribellione, speranza e rinascita.

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La storia

L’arco di trasformazione della cultura della cannabis negli Stati Uniti da illecita forma ricreativa legata soprattutto alla sfera della controcultura, quindi socialmente disapprovata, a vera e propria macchina capitalistica multimiliardaria, rappresenta uno dei più grandi cambiamenti sociali cui si è assistito in questo secolo nel mondo occidentale. A raccogliere i frutti di questa turbolenta transizione sono le “Sisters of the Valley”, che gestiscono una fattoria in una delle contee più povere e pericolose d’America. Sorella Kate e il suo gruppo di donne straordinarie producono sostanze medicinali a base di cannabidiolo (CBD) utili a trattare innumerevoli patologie; ma nonostante i risultati che il loro lavoro garantisce, come un novello Davide sono costrette a combattere contro i Golia rappresentati dalle forze dell’ordine e dalla religione, determinati a fermarle a tutti i costi: lo sceriffo locale, il vescovo, le squadre investigative della contea e dello stato e il consiglio comunale. E come se non bastasse, devono anche schivare i proiettili dei boss locali della droga.

Le Sorelle di Marija 2

Da Christine Meeusen a Sorella Kate

Christine era un alto dirigente aziendale per J.P Morgan che stava vivendo il sogno americano con il marito a curare la casa e i figli piccoli. Tuttavia, dopo aver trovato casualmente i dettagli del conto offshore a nome dell’uomo, la sua vita perfetta ha iniziato a sgretolarsi, con la scoperta della bigamia di lui e dei soldi che le aveva lentamente rubato durante gli anni di matrimonio. Senza più un soldo in tasca ma determinata, Christine ha portato i suoi figli dal fratello e per caso si è imbattuta nell’attività di coltivazione della marijuana. Ha quindi incanalato la sua conoscenza del mondo degli affari in questa attività e ciò le ha permesso di dare vita ad un impero, cambiando il suo nome e calandosi nei panni di una suora; ha fondato la “Sisters of the Valley” con cui ha fornito marijuana medica a coloro che ne hanno bisogno e ha combattuto contro il sistema in ogni momento. A causa della legge che ritiene illegale la sua attività, Sorella Kate non può però usufruire della protezione della polizia ed è costretta a difenderla da sola. La maggior parte delle persone in nella sua situazione avrebbero desistito, ma non Sorella Kate, secondo cui tutte le leggi in materia di cannabis dovrebbero riguardare solo quella per puro scopo ricreativo, mentre per le varietà ad alto contenuto di CBD medicale sviluppato da lei e dalle sue sorelle, leggi e legislatori dovrebbero assolutamente cambiare impostazione perché si tratta di composti curativi che alleviano il dolore e che non intendono procurare “sballo” alle persone che li assumono. Il film ci offre così uno sguardo ravvicinato sulla vita di una donna non comune, al di là dell’abito che indossa.

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