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L’esodo lavorativo ed emotivo nel Let’s Go di Antonietta De Lillo

Arriva da oggi nelle sale cinematografiche italiane Let’s Go, il docu-film della napoletana Antonietta De Lillo già presentato al 32° Torino Film Festival. Protagonista del documentario è Luca Musella, appartenente alla categoria dei nuovi poveri, ex fotografo di importanti agenzie foto giornalistiche che si è ritrovato nullatenente in un viaggio ideale attraverso l’Italia: da Napoli, sua città natale, a Milano, luogo della sua nuova esistenza.

Let’s Go è la storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente. Il protagonista ripercorre la propria vita in un testo-lettera da lui scritto che si fa viaggio reale e ideale attraverso l’Italia: da Napoli, sua città natale, a Milano, il luogo della sua nuova esistenza.

Le immagini e le parole si intrecciano continuamente con il testo della lettera (voce over di Roberto De Francesco), in un linguaggio in bilico tra l’immediatezza del racconto e la riflessione della parola scritta. Luca Musella, insieme alle persone che popolano il suo nuovo mondo, diventa portavoce di una condizione universale, specchio del nostro Paese nell’era della crisi ma soprattutto emblema di una sensibilità letteraria in grado di leggere al di là del reale per suggerire possibili antidoti.

Luca Musella

Luca Musella

Luca Musella è un amico personale di Antonietta De Lillo che lo descrive così: “ha avuto la generosità di mettersi a nudo di fronte alla telecamera in un momento di difficoltà. Gli ho chiesto di raccontare la sua “caduta” in un testo-lettera che è diventato voce narrante del film che si alterna al suo racconto in presa diretta e ripercorre la storia del suo slittamento da un universo borghese a un sottoproletariato fatto di marginalità e clandestinità“.

Due linguaggi diversi e necessari perché il protagonista e autore diventi specchio di chi guarda. “Le sue paure, le sue debolezze – spiega la regista – sono le nostre, anche se ci troviamo in condizioni meno estreme della sua. Le immagini del film – alcune di queste girate dallo stesso protagonista – sono frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria e sulla fragilità che ci circondano perché proiezione di una condizione individuale, e diventa anche ritratto di un’Italia smarrita e impoverita“.

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La scelta di raccontare, attraverso questo documentario, una storia così forte e vera viene descritta così dalla De Lillo: “quello che mi ha spinto a raccontare la vicenda di Luca è soprattutto la sua capacità di vivere la sua nuova condizione con pudore, con dignità, senza rancore e senza piangersi addosso“.

“La storia di Luca Musella è un esempio commovente dell’intelligenza e della sensibilità di chi capisce che l’unica possibilità di riscatto è nel vivere “con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà””

Antonietta De Lillo

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