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Libere, Disobbedienti e Innamorate: le donne di Maysaloun Hamoud

Diretto da Maysaloun Hamoud, è da oggi nelle nostre sale Libere, Disobbedienti e Innamorate, un film con protagoniste tre donne arabe interpretate da Mouna Hawa, Sana Jammelieh e Shaden Kamboura.

Cosa fanno tre giovani donne arabe a Tel Aviv? Fanno quello che farebbero tutte le giovani donne del mondo: amano, ridono, piangono, inseguono desideri, cadono, si rialzano. Amano e ridono ancora, magari bevendo, fumando marijuana, ballando, in attesa dell’alba. Cercano di costruire il perimetro dentro cui affermare la propria identità. O, come nel caso della timida Nour (Shaden Kamboura), vengono salvate da un perimetro che qualcun altro ha stabilito per loro.

Ci pensano Laila (Mouna Hawa) e Salma (Sana Jammelieh), attraverso la loro potente voglia di vivere e il loro sanissimo anticonformismo, a sbriciolare le insicurezze e le diffidenze della nuova coinquilina. Anzi: della nuova amica. Sì, perché Libere, Disobbedienti e Innamorate (In Between) è una piccola grande storia di amicizia. Una riflessione a cuore aperto sull’indipendenza femminile che la regista Maysaloun Hamoud, promessa del cinema mediorientale, sa gestire con asciuttezza, umorismo e istinto rock.

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Mentre Hollywood plasma il terzo capitolo cinematografico di Sex and the City, dunque, anche Libere, Disobbedienti e Innamorate ci racconta brillantemente una città e ci parla schiettamente di sesso: una Tel Aviv metropolitana che ribolle di cultura underground, tre amiche divise dalle pulsioni e rese gemelle dalla necessità di essere forti. Più forti di chi le tradisce, di chi le giudica, di chi le umilia.

Non è facile essere Laila (avvocatessa emancipata, la canna sempre accesa tra le dita e l’uomo giusto che non bussa mai alla porta), non è facile essere Salma (dj lesbica, tanto passionale quanto fragile, figlia di genitori ferocemente devoti alla tradizione), non è sicuramente facile essere Nour (studentessa modello, vittima predestinata della peggiore sopraffazione maschilista), ma bisogna almeno provarci. E ogni singolo tentativo, come appunto ci ricorda il film, si traduce in un prezioso passo avanti.

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Con questo film Maysaloun Hamoud ha raccontato “il complicato dualismo della loro quotidianità, stretto fra la tradizione da cui provengono e la sregolatezza della metropoli in cui abitano, e il prezzo che devono pagare per una condizione che normalmente può apparire scontata: la libertà di lavorare, fare festa, scopare, scegliere. Laila, Salma e Nour scelgono, appunto, di non voltarsi a guardare indietro, anche se il loro viaggio dolceamaro verso il futuro è lontano da qualunque certezza».

«La mia generazione non può convivere ancora a lungo con i codici obsoleti della società patriarcale e dello sciovinismo: è tempo di mettere le carte in tavola. Se continuiamo a nascondere le nostre paure sotto il tappeto, finiremo per inciamparci sopra e sarà troppo tardi».

Maysaloun Hamoud

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