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Né Giulietta né Romeo, l’esordio da regista di Veronica Pivetti

A vent’anni di distanza dal suo esordio cinematografico in Viaggi di Nozze di Carlo Verdone, Veronica Pivetti passa per la prima volta dietro la macchina da presa con Né Giulietta né Romeo, il film che ha scritto con Giovanna Gra – diretto e interpretato.

Rocco (Andrea Amato) ha sedici anni, genitori separati, un ottimo rapporto con mamma Olga (Veronica Pivetti) e la stravagante nonna Amanda (Pia Engleberth), ma pessimo con Manuele (Corrado Invernizzi), il suo papà egocentrico e distante. Sempre vicini a lui, i suoi migliori amici: Maria (Carolina Pavone), una simpatica ragazzina romana molto vivace, e Mauri (Francesco De Miranda), un po’ goffo e ingenuo.

Tutto cambia quando, a scuola, Rocco si innamora di un altro ragazzo e decide di rivelare la propria omosessualità ai genitori. Deluso dalla loro reazione, scappa di casa per andare a vedere il concerto del suo cantante preferito, giovane icona gay. Così, madre e nonna lo inseguono in un viaggio esilarante, che porterà tutti a Milano e a conoscersi meglio. L’epilogo del viaggio sarà catartico per tutti.

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Può una famiglia evoluta, progressista, alternativa al punto giusto, saltare per aria di fronte alla scoperta di un figlio omosessuale?Purtroppo sì, anche se siamo nel 2015 – risponde Veronica Pivetti – anche se pensavamo che il dato fosse acquisito e metabolizzato”. Per raccontare questa storia, la Pivetti è andata alla scoperta dei pregiudizi familiari, tanto imprevedibili quanto radicati.

Lei e Rocco, il protagonista della storia hanno “riso e pianto insieme, ci siamo arrabbiati e abbiamo meditato, mentre un mondo adulto e impreparato dava fuori di matto senza riuscire a capire quello che stavamo dicendo, facendo, pensando”. La loro corsa semiseria alla ricerca di un’identità sessuale troppo a lungo inascoltata, ha tessuto la trama del film secondo una logica “istintiva e adolescenziale, come il protagonista voleva che fosse, guardando il mondo con i suoi occhi”.

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Girare questa vicenda è stata per Veronica Pivetti un’esperienza dirompente: “come un’assunzione di responsabilità sull’otto volante, un bagno totale di logica e istinto insieme”.

“Tra un sorriso e l’altro, ho cercato di raccontare, con la macchina da presa saldamente in spalla, lo sgomento e l’incapacità di chi siede pericolosamente in bilico sulle proprie miopi certezze”.

Veronica Pivetti

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