Mimmo Jodice
Napoli, Manifestazione a Piazza Garibaldi / Naples,
Demonstration in Piazza Garibaldi, 1967
Stampa ai sali d’argento / Gelatin silver print, 19,3 x 29 cm
© Mimmo Jodice

Pendulum, al MAST di Bologna Merci e Persone in Movimento

Mimmo Jodice Napoli, Manifestazione a Piazza Garibaldi / Naples, Demonstration in Piazza Garibaldi, 1967 Stampa ai sali d’argento / Gelatin silver print, 19,3 x 29 cm © Mimmo Jodice

In occasione dei cinque anni di apertura dell’omonimo Centro culturale multifunzionale, dal 4 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019 la Fondazione MAST di Bologna presenta Pendulum – Merci e Persone in Movimento, una selezione di opere dalla propria collezione di fotografie e immagini in movimento sul tema Industria e Lavoro. Oltre 250 immagini storiche e contemporanee di 65 artisti di tutto il mondo mostrano la genialità e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare mezzi e infrastrutture per muovere merci, persone e dati.

Mario De Biasi

Mario De Biasi

La nuova mostra, a cura di Urs Sthael, allestita negli spazi espositivi della PhotoGallery, propone una riflessione, a più voci, sul tema della velocità che caratterizza l’attuale società globale. Il pendolo simboleggia questo moto perenne del mondo e dei suoi abitanti nello spazio e nel tempo. Il suo oscillare è sinonimo di cambiamenti improvvisi d’opinione, di convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario. Inoltre, la sua immagine evoca il traffico pendolare, i milioni di persone che la mattina presto per lavoro raggiungono il centro delle città e la sera tornano stanche ai loro quartieri dormitorio. Ma il pendolo è anche un simbolo valido per i traffici in genere, per quel perenne scambio di merci a fronte di altre merci, di denaro, di promesse.

Rudolf Holtappel Condotto di gas d’altoforno (Regione della Ruhr) / Furnace Gas Pipe (Ruhr Area), 1958-1962 Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 34,5 x 34 cm © Estate of Rudolf Holtappel

Rudolf Holtappel – Condotto di gas d’altoforno (Regione della Ruhr) / Furnace – Gas Pipe (Ruhr Area), 1958-1962
Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 34,5 x 34 cm – © Estate of Rudolf Holtappel

A questo dinamismo incessante si contrappone un fenomeno di segno opposto come spiega Urs Stahel:

“Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità: la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità”.

O. Winston Link Licenza al treno a doppia trazione / Highball for the Double Header, 1959 Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 39 x 48,8 cm © O. Winston Link, courtesy Robert Mann Gallery

O. Winston Link – Licenza al treno a doppia trazione / Highball for the Double Header, 1959
Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 39 x 48,8 cm – © O. Winston Link, courtesy Robert Mann Gallery

La mostra illustra visivamente le energie contrastanti e diametralmente opposte che si sprigionano da questi due fenomeni: da una parte la forza prorompente dei motori, l’enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo e dall’altra il rallentamento, la brusca, violenta frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano.

E.O. Hoppé King George V’s Docks, London, England, 1934 © 2018 Curatorial Assistance, Inc. / E.O. Hoppé Estate Collection

E.O. Hoppé – King George V’s Docks, London, England, 1934
© 2018 Curatorial Assistance, Inc. / E.O. Hoppé Estate Collection

Psychomotor di Rémy Markowitsch, le fotografie che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e il Paint Shop della BMW ritratto da Edgar Martins, le auto da corsa di Ugo Mulas e il monumentale trittico in onore del feticcio-automobile di Luciano Rigolini impattano contro le complesse installazioni di Ulrich Gebert e Xavier Ribas sul tema della migrazione e del nomadismo allestite sulle pareti della PhotoGallery.

Annica Karlsson Rixon Camionisti (bianchi) / Truckers (white), 1994-1999 738 stampe digitali a colori montate su d-bond / 738 digital prints mounted on d-bond 8,5 x 12,5 cm ciascuna / each © Annica Karlsson Rixon

Annica Karlsson Rixon – Camionisti (bianchi) / Truckers (white), 1994-1999 – 738 stampe digitali a colori montate su d-bond / 738 digital – prints mounted on d-bond 8,5 x 12,5 cm ciascuna / each – © Annica Karlsson Rixon

I container di Sonja Braas, l’epopea dei truckers di Annica Karlsson Rixon, la serie di Yto Barrada sui manovali narrano con immagini forti e suggestive il trasporto di merci e il trasferimento di persone costrette a muoversi per lavoro. Nei suoi intensi ritratti quasi in bianco e nero, Helen Levitt fotografa i pendolari nelle metropolitane degli anni settanta e ottanta, ne indaga gli stati d’animo, gli umori, mentre David Goldblatt, con le sue immagini scure, cupe, documenta la fatica di affrontare quattro ore di viaggio in autobus per recarsi al lavoro e lo sforzo ancora maggiore necessario a percorrere il tragitto inverso dopo un turno di dieci ore.

Helen Levitt N.Y. (metropolitana), dalla serie “Metropolitana” / N.Y. (subway), from the series “Subway”, 1975 Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 19,4 x 29,4 cm © Film Documents LLC, courtesy Galerie Thomas Zander, Cologne

Helen Levitt – N.Y. (metropolitana), dalla serie “Metropolitana” / N.Y. (subway), from the series “Subway”, 1975
Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 19,4 x 29,4 cm – © Film Documents LLC, courtesy Galerie Thomas Zander,
Cologne

Nella sua video installazione Jacqueline Hassink ritrae i pendolari moderni in sette città del nostro mondo globalizzato e mostra come ognuno di loro si muova i due modi: prima di tutto verso la propria destinazione, il posto di lavoro, e contemporaneamente in un perenne viaggio virtuale con il telefono cellulare o il tablet su cui tutti, senza eccezione, tengono gli occhi puntati.

David Goldblatt

David Goldblatt

Richard Mosse associa il commercio globale alle migrazioni: nell’opera lunga sette metri dal titolo Skaramaghas centinaia di container occupano un’area portuale. Lungo il margine sinistro dell’immagine la sua termocamera, uno strumento ottico in grado di rilevare differenze di calore a trenta chilometri di distanza, fotografa il trasporto di merci lungo le rotte mondiali, mentre sulla destra, gli stessi container sono impiegati come abitazioni per i migranti. Individui rimasti bloccati, persone che non possono andare avanti né tornare indietro e che temono il momento in cui sapranno se hanno ottenuto il permesso di proseguire il viaggio o se invece verranno reimbarcate verso il paese d’origine. Un’unica immagine che condensa tutto il sistema.

Ingresso gratuito

Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00

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