(foto di Emanuela Scarpa)

Precariato e incertezza ne La Nostra Quarantena di Peter Marcias

(foto di Emanuela Scarpa)

Il regista sardo Peter Marcias fotografa le diverse sfaccettature della crisi nell’Italia di oggi ne La Nostra Quarantena, una storia calata nel presente che parla di diritti negati e solidarietà, lavoro, giovani di fronte ad un punto incerto. Il film, al cinema dal 1° ottobre, ha come protagonisti Francesca Neri e Moisè Curia.

Maggio 2013, porto di Cagliari. 15 lavoratori marocchini entrano in sciopero e difendono il loro lavoro. Rinunciano volontariamente alla loro libertà nella speranza di conservare il lavoro, di recuperare i salari arretrati. La nave è la loro casa temporanea, dove dormono, mangiano, pregano, rispettano il Ramadan.

Maria (Francesca Neri) è una docente dell’università di Roma che affida a un suo studente, Salvatore (Moisè Curia), una ricerca sulla vicenda cagliaritana. Un’esperienza non solo di studio ma pure di vita che porterà il ragazzo a interrogarsi sul proprio futuro. Sospeso tra precarietà e smarrimento, avverte come un senso di confusione che lo spinge ad immaginare di lasciare l’Italia. Un futuro incerto tanto quanto quello dei marinai. Tutti vittime di una “volontaria” quarantena.

Moisè Curia (foto di Emanuela Scarpa)

Moisè Curia (foto di Emanuela Scarpa)

Ad aver ispirato Peter Marcias è un fatto di cronaca, quello della nave Kenza sotto sequestro per mesi: “un episodio dal quale si sviluppa poi il tema centrale del film che sposta l’attenzione su una questione semplice, se vogliamo perfino banale: come può un giovane studente italiano e prossimo alla ricerca di un’occupazione, addentrarsi in un terreno complesso e spinoso come i diritti del mondo del lavoro”.

È da qui che parte La Nostra Quarantena, che “getta uno sguardo sul nostro paese immobile e nello stesso tempo “porto” di migrazioni”. Su quella nave la città di Cagliari sembra lontana, il mondo solo un’ombra fugace: “l’unica vera realtà è il tempo, un tempo che scorre incessante ed impietoso, che assiste alla rappresentazione di un piccolo dramma che simboleggia il dramma universale del lavoro”.

Francesca Neri (foto di Emanuela Scarpa)

Francesca Neri (foto di Emanuela Scarpa)

Con questa opera, che si muove tra finzione e documentario, Peter Marcias ha provato a mettere in luce “la sospensione dei corpi e la paura insieme però alla bellezza del nostro paese, alla ricerca di una verità e soprattutto dell’incomprensione che attraversa l’identità dei “nuovi individui” racchiusi come in “quarantena”.

“Il mare è simbolo. Separa e unisce due mondi, è confine e allo stesso tempo è autostrada, troppo larga perché i controlli possano evitare la disperata rincorsa di decine di migliaia di donne e uomini, bambini, che la attraversano con mezzi di fortuna. Mai nessuna statistica rivelerà il numero delle persone che hanno addormentato i loro sogni in fondo a quel mare”.

Gianni Loy


Voci Dalla Nave

L’AMICIZIA – Ho conosciuto tanti amici. Una persona normale non può restare senza amici, non può stare sulla nave seduto a non fare nulla.

L’OSPITALITÀ – Tutti mi mostrano rispetto, nonostante la situazione che viviamo qui sulla nave. La città è molto bella. Da poco è stata visitata dal Papa, ed è raro che si veda un Papa che visita una città.

I SOGNI – L’ho fatto sia per il lavoro, sia per i sogni. L’ho fatto per arrivare a ciò che aspiravo. Il padrone ha fermato ciò che volevo realizzare: ha fermato la realizzazione del mio sogno.

(Foto di Rosi Giua)

(Foto di Rosi Giua)

IL LAVORO – Il lavoro è tutto. Se una persona non lavora è come dire “non sei nessuno”. Il lavoro ti rende uomo. Il lavoro è dove realizzi la tua forza. Immagina una persona grande e grossa come un cammello che va a chiedere l’elemosina agli altri. Meglio il lavoro.

I DIRITTI – Siamo qui bloccati da quasi otto mesi e senza il nostro stipendio. L’unica cosa che pretendo da questo sciopero è veder affermare i miei diritti. Non abbiamo scioperato perché contro il padrone ma semplicemente per avere ciò che è nostro diritto avere.

L’EMIGRAZIONE – La clandestinità non c’è solo in Europa, Ma anche in America. Ovunque tu vada, in tutto il mondo, c’è sempre qualcuno che emigra. Se nel nostro Paese trovassero qualcosa di giusto, non emigrerebbero. Ognuno ha i propri pensieri.

(Foto di Rosi Giua)

(Foto di Rosi Giua)

IL DENARO – I soldi non sono tutto, non è tutto quello che si cerca nella propria vita, anzi si cerca di incontrare altri mondi, si cerca di migliorarsi, di svilupparsi, cercare nuovi concetti, nuove informazioni, si cercano molte cose. La vita no è solamente avere dei soldi.

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