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Primula Rossa, la storia di Ezio Rossi nel film di Franco Jannuzzi

Sarà nelle sale italiane da giovedì 30 maggio Primula Rossa, un film di Franco Jannuzzi. Ispirato alla vera storia di Ezio Rossi, ex terrorista dei Nuclei Armati Proletari che ha passato gran parte della sua esistenza tra carcere e Ospedale Psichiatrico Giudiziario, il film ne racconta la vita. Tra gli attori Roberto Herlitzka.

Il film

Il film è ispirato alla vera storia di Ezio Rossi, ex terrorista dei NAP (Nuclei Armati Proletari), che ha passato gran parte della sua vita tra il carcere e l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). Il racconto della vita di Ezio Rossi, nella fiction chiamato Ennio (Salvatore Arena), si intreccia con quella di altri internati dell’OPG e trova una possibilità nell’incontro con lo psichiatra Lucio (David Coco). Unendo fiction e documentario, il film segue la lotta dello psichiatra, deciso a cercare soluzioni capaci di restituire diritti di cittadinanza a persone deboli ed escluse dalla società; le quattro brevi storie di internati sono state scritte e lette in scena dallo psichiatra Angelo Righetti, da sempre impegnato sul medesimo fronte.

Luce e Libertà

Spiega il regista Franco Jannuzzi: «Con questo film vogliamo valorizzare un programma fortemente innovativo di welfare comunitario, Luce è Libertà, grazie a cui si sono potute  liberare in soli due anni sessanta persone dall’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, a Messina, tra cui lo stesso Ezio Rossi, attraverso progetti personalizzati di espansione delle libertà individuali».

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Le metamorfosi possibili dell’individuo

Aggiunge Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina, produzione e distribuzione del film insieme a Ecosmedia: «Primula Rossa è l’occasione per ripercorrere quarant’anni di storia: dagli anni di piombo fino all’attualissima questione sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Quarant’anni di snodi cruciali per l’Italia, visti dalla prospettiva degli ultimi. Le storie di persone così radicalmente escluse reclamano nuovi orizzonti economico-sociali più umani, capaci di prendersi cura e accompagnare le metamorfosi possibili di ogni individuo».

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