IMG_5381 N. Calvagna, G. Pasotti

Quando a poco a poco diventi Mio Papà, il film di Giulio Base con Giorgio Pasotti

Dopo l’anteprima al Festival del Film di Roma, arriverà domani al cinema Mio Papà, l’ultimo film diretto da Giulio Base ed interpretato da Giorgio Pasotti, Donatella Finocchiaro, Niccolò Calvagna e Fabio Troiano. Nel cast anche Ninetto Davoli.

Giorgio Pasotti

Giorgio Pasotti

Lorenzo (Giorgio Pasotti) è un uomo a cui piace la libertà, lavora come subacqueo su una piattaforma poco distante dalla costa adriatica, nella sua professione è uno dei migliori, ma non vuole nessun legame e se scende sulla terraferma è solo per divertirsi. Finché una sera incontra Claudia (Donatella Finocchiaro), bella, diversa dalle altre. Con lei è subito passione, forse amore, però Claudia non è sola: ha un figlio, Matteo (Niccolò Calvagna), sei anni. Lorenzo da principio vede la cosa come un ostacolo, ma dopo qualche scontro nasce tra i due una sorta di complicità, affetto, un vero rapporto tra padre e figlio. Il destino porterà gli eventi verso una conclusione inaspettata.

Donatella Finocchiaro e Niccolò Calvagna

Donatella Finocchiaro e Niccolò Calvagna

Giorgio Pasotti, che aveva presentato il film al Festival di Roma nella sezione Alice Nella Città, oltre che a recitare, ha scritto la sceneggiatura insieme a Giulio Base. È lo stesso regista a spiegarlo: “ricordo perfettamente la prima volta che abbiamo parlato di questo film con l’amico Giorgio Pasotti: eravamo in treno e non mi raccontava una semplice idea, mi raccontava un pezzo della sua vita. Ne sono stato rapito da subito perché era anche un pezzo della mia vita, che poi è simile a quella di moltissimi altri padri adottivi: l’esperienza di amare figli ‘non propri’”.

Giulio Base sul set del film

Giulio Base sul set del film

Tema portante della pellicola è il rapporto che un adulto instaura con un bambino che non è il suo. L’instaurarsi di un rapporto d’affetto e fiducia, non è facile, come spiega Base: “spesso mi ritrovo a pensare che con la mia figlia non di sangue il cimentarsi dell’affetto paterno sia ancora più forte, proprio perché non è dovuto, non è imprescindibile, non è immediatamente naturale. Ci si studia, e poi -solo poi- si sceglie di amarsi”.

“Un film sta soprattutto in un’idea di mondo che propone e sebbene non sia certamente io il prototipo del regista ribelle, nell’idea di mondo che questo film suggerisce c’è un tipo di amore paterno che – al momento – è fuorilegge” 

Giulio Base

Leave a Comment