(foto di Filippo Manzini)

Questi Fantasmi! Da Eduardo De Filippo a Marco Tullio Giordana

(foto di Filippo Manzini)

Dal 18 dicembre al 6 gennaio al Teatro Argentina rivive il capolavoro eduardiano Questi Fantasmi!, nell’allestimento di Marco Tullio Giordana, portato in scena dalla Compagnia di Luca De Filippo, con a capo Carolina Rosi, segno dell’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione italiana che ha fatto la storia del teatro del Novecento.

(Foto di Filippo Manzini)

(Foto di Filippo Manzini)

«Ho deciso di affidare il testo alla preziosa e attenta regia di Marco Tullio Giordana – ha dichiarato Carolina Rosi – perché sicura che ne avrebbe esaltato i valori ed i contenuti, che avrebbe abbracciato la compagnia e diretto la messinscena con lo stesso amore con il quale cura ogni fotogramma». L’allestimento firmato da Marco Tullio Giordana restituisce con elegante sobrietà e misurata delicatezza uno spettacolo vivo, fedele al testo, virtuoso, che esprime il senso del passato, del presente e del futuro, grazie al lavoro di un nutrico cast – quello della Compagnia di Teatro di Luca De Filippo – che unisce diverse generazioni di attori: Gianfelice Imparato che, nel ruolo di Pasquale Lojacono, lascia sospese le certezze e moltiplica i sospetti in un’alternanza incessante di contraddizioni e ambiguità, a cui si affiancano Carolina Rosi (Maria, sua moglie) e Nicola Di Pinto (Raffaele, portiere), Massimo De Matteo (Alfredo Marigliano), Giovanni Allocca (Gastone Califano), Paola Fulciniti (Armida), Gianni Cannavacciuolo, fino ai giovanissimi Federica Altamura, Andrea  Cioffi e Viola Forestiero.

Caposaldo del teatro di Eduardo, Questi Fantasmi! è una delle sue commedie più importanti, tra le prime ad essere rappresentata all’estero (nel 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt), celebre grazie allo straordinario meccanismo di un testo, in perfetto equilibrio tra comico e tragico, che propone uno dei temi centrali della drammaturgia eduardiana: quello della vita messa fra parentesi, sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze.

(Foto di Stefano Fortunati)

(Foto di Stefano Fortunati)

Illusioni, allusioni, sconfitte, solitudini sono gli ingredienti fondamentali di un enigma che non si risolve, di una parabola sull’uomo di oggi, con le sue incongruenze, le sue ambiguità, i suoi sogni e le sue contraddizioni.

Divisa in tre atti, è stata scritta nel 1945 ed è la seconda, dopo Napoli Milionaria, a far parte della raccolta Cantata dei Giorni Dispari. Eduardo si ispirò probabilmente per la sua realizzazione a un episodio di cui fu protagonista suo padre, Eduardo Scarpetta. Racconta infatti quest’ultimo che la sua famiglia, in ristrettezze economiche, fu costretta a lasciare la propria abitazione da un giorno all’altro. Il padre riuscì a trovare in poco tempo una nuova sistemazione, all’apparenza eccezionale in rapporto all’affitto ridottissimo da pagare. Dopo alcuni giorni si chiarì il mistero: la casa era frequentata da un impertinente “monaciello”. Così, all’ultimo piano di un palazzo seicentesco, in un appartamento con 18 camere e 68 balconi appena restaurato e che la leggenda vorrebbe popolato da fantasmi, si svolge la storia di Pasquale Lojacono e di sua moglie Maria. La trama racconta l’agrodolce vicenda di questo uomo qualunque che si ritrova alle prese con quello che crede (o preferisce credere) un fantasma che infesta la sua nuova casa: la verità è che non si tratta di un ectoplasma, bensì dell’umanissimo amante della moglie.

(Foto di Fabio Lovino)

(Foto di Fabio Lovino)

«Eduardo è uno dei nostri grandi monumenti del ‘900 – riflette il regista Marco Tullio Giordana – conosciuto e rappresentato, insieme a Pirandello, nei teatri di tutto il mondo. Grandezza che non è sbiadita col tempo. Non vale solo come testimone di un’epoca, al contrario, l’attualità di Questi fantasmi! è per me addirittura sconcertante. Emerge dal testo non solo la Napoli grandiosa e miserabile del dopoguerra, la vita grama, la presenza liberatrice/dominatrice degli Alleati, ma anche un sentimento che ritrovo intatto in questo tempo, un dolore che non ha mai abbandonato la città e insieme il suo controcanto gioioso, quello che Ungaretti chiamerebbe “l’allegria del naufragio” […] Penso che ci siano commedie che durano nel tempo per una ragione. Il successo di Questi Fantasmi! non è casuale. Racconta una storia importante e attuale, intrecciata all’identità e alla vulnerabilità di molti. La grandezza di Eduardo sta nel non ergersi a giudice, nel non sentirsi migliore di noi, di loro. Non condanna né assolve, semplicemente rappresenta quel mondo senza sconti e senza stizza. Il suo sguardo non teme la compassione e rifiuta la rigidità del moralista».

Leave a Comment