(foto di Lucrezia Torchio)

Rita Levi-Montalcini, Elena Sofia Ricci diventa una donna straordinaria

(foto di Lucrezia Torchio)

Giovedì 26 novembre, in prima serata e in prima visione assoluta su Rai1, Elena Sofia Ricci darà volto e anima a Rita Levi-Montalcini nell’attesissimo film di Alberto Negrin, che vuole rendere omaggio alla vita straordinaria di una donna che ha consacrato tutta se stessa alla scienza e al progresso dell’umanità intera.

(Foto di Lucrezia Torchio)

(Foto di Lucrezia Torchio)

Il film 

Nel 1986 Rita Levi-Montalcini (Elena Sofia Ricci) riceve il premio Nobel, il più alto tra i tanti riconoscimenti venuti a coronare una lunghissima carriera di scienziata. E tuttavia la sua soddisfazione non è completa. Qualcosa manca, qualcosa di decisivo. La scoperta per la quale ha conseguito il Nobel, avvenuta intorno alla metà degli anni ’50, aveva acceso in lei e nella comunità scientifica nuove speranze di cura. Rita era riuscita a individuare e isolare il Nerve Growth Factor (NGF), il Santo Graal delle neuroscienze, l’elemento fino ad allora sconosciuto che permette alle fibre nervose di rigenerarsi. Alla speranza però avevano fatto seguito anni di delusioni. Per quanti sforzi fossero stati compiuti nei più importanti laboratori del mondo, l’NGF non aveva avuto applicazioni cliniche. Per Rita era stato uno smacco enorme. La partita tra Rita e il Nerve Growth Factor si riapre quando la scienziata si imbatte in Elena (Elisa Carletti), una giovane violinista che rischia di diventare cieca a causa di una rara patologia della cornea di origine neurologica. Il suo collaboratore storico, Franco (Luca Angeletti), in segreto sta già conducendo degli esperimenti sulle possibili applicazioni della sua scoperta alle malattie della vista, ma la prima reazione di Rita è negativa.

(Foto di Lucrezia Torchio)

(Foto di Lucrezia Torchio)

Di cure a base di NGF non vuole più sentir parlare: sono state troppe le delusioni in passato e sarebbe da irresponsabili suscitare speranze di guarigione quando non ne esistono. I timori di fallire di nuovo cedono quando Rita va a trovare Elena, che sa di diventare cieca e fatica ad accettare il suo destino. Il dramma di Elena pone Rita di fronte a una scelta drammatica: rifugiarsi nella fama o rimettersi in gioco, accettando il rischio di un fallimento? Rita sceglie di raccogliere la sfida e fare tutto il possibile perché la piccola Elena possa tornare a vedere. Torna in laboratorio, insieme a Franco e a un giovane oculista, Lamberti (Ernesto d’Argenio). Per giorni e notti, insieme ai suoi collaboratori, non stacca gli occhi dal microscopio e intanto ripercorre freneticamente tutti i dossier relativi alle ricerche compiute in passato, nella speranza di trovare un elemento trascurato o un errore. L’obiettivo sembra, infine, raggiunto: il Nerve Growth Factor viene sintetizzato sotto forma di collirio. È Rita stessa a portarlo a Elena e ad assisterla nei giorni in cui, con gli occhi bendati, attende di sapere se potrà tornare a vedere. Ecco, il momento di togliere le bende è arrivato. Tutta la vita di Rita è in gioco.

(Foto di Lucrezia Torchio)

(Foto di Lucrezia Torchio)

Un omaggio ad una Donna immensa

Il film di Alberto Negrin è un omaggio a uno dei più grandi personaggi della recente storia italiana: il premio Nobel per la medicina Rita Levi-Montalcini. La prima donna italiana ad ottenere nel campo della ricerca scientifica, il riconoscimento di maggior prestigio. La voglia di portare la scienza verso nuovi traguardi vince sull’orgoglio e sul timore del fallimento e Rita torna in laboratorio, con lo stesso entusiasmo dei suoi giovani collaboratori e con la consueta determinazione. Dimostrando a se stessa che la ricerca e la scienza non si possono fermare, in nome del progresso e del benessere dell’umanità.

Leave a Comment