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Segreti e paure sepolte nel 1945 di Ferenc Török, da Gábor T. Szántó

Esce oggi nelle sale 1945, il lungometraggio ungherese diretto da Ferenc Török e interpretato da Péter Rudolf, Bence Tasnádi, Tamás Szabó Kimmel e Dóra Sztarenki. Il film, presentato nella sezione Panorama della 67a edizione del Festival di Berlino e tratto dal racconto Homecoming dello scrittore ungherese Gábor T. Szántó, ha vinto numerosi premi nei festival di tutto il mondo.

È il 12 agosto 1945, la seconda guerra mondiale volge al termine e trascina dietro di sé i rovinosi strascichi di un orrore ancora tutto da risolvere. Alle 11 in punto, presso la stazione ferroviaria di un piccolo villaggio rurale ungherese, due misteriosi stranieri vestiti di nero scendono dal treno. È il giorno delle nozze del figlio del vicario, Árpád (Bence Tasnádi), con una giovane contadina, Kisrózsi (Dóra Sztarenki), e nel villaggio si percepisce una certa agitazione. All’ombra dell’occupazione delle truppe sovietiche, mentre fervono i preparativi per il matrimonio, i due uomini, due ebrei, probabilmente padre e figlio, scaricano da un vagone del treno due casse che recano l’etichetta “profumi”, le caricano su un carro e si incamminano verso il villaggio.

Nel giro di poche ore tutto cambia. L’influente vicario del villaggio, István Szentes (Péter Rudolf), comincia a sospettare che i due uomini possano essere gli eredi dei concittadini ebrei deportati dai nazisti e teme che questi possano essere tornati per reclamare i beni che gli abitanti della cittadina hanno acquisito illegalmente durante la guerra. La lenta e silenziosa marcia dei due sconosciuti genera in tutti gli abitanti un panico che rivela quanto la vita di ognuno di loro sia ancora drammaticamente legata alla tragedia della deportazione di cui si sono resi, più o meno direttamente, complici. Il dolente incedere dei due ebrei scandisce il tempo della storia, mentre segreti, colpe, rimorsi, violazioni e tradimenti del passato cominciano a riemergere nell’intreccio delle relazioni tra i personaggi.

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Ecco qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata dal regista Ferenc Török.

Il film è ambientato nel 1945 in un piccolo villaggio ai piedi delle colline. Come hai scelto questo argomento?

Ho iniziato a interessarmi a questo argomento 10 anni fa, quando ho letto il racconto di Gábor T. Szántó. Mi interessava molto il periodo storico subito dopo la guerra e appena prima dell’introduzione della nazionalizzazione e del comunismo, quando per
un momento c’è stato un accenno alla possibilità di una transizione democratica. Le cose avrebbero anche potuto prendere una piega migliore. Il fascismo era finito, ma il comunismo non era ancora iniziato; abbiamo cercato di catturare l’atmosfera di quei
pochi anni in questo film. Questo è un periodo della storia ungherese non particolarmente rappresentato né in letteratura né al cinema. Generalmente le persone si concentrano sulla seconda guerra mondiale o sulla dittatura degli anni ‘50. Io volevo presentare un quadro sociale che rappresentasse la vita in Ungheria subito dopo la guerra.

Gli ideatori di solito sono collegati anche in modo personale ai loro argomenti. Qual è la tua storia?

Si tratta di un tragico periodo storico in cui tutti sono collegati in un modo o nell’altro. Tuttavia non ero guidato da una storia personale di famiglia; qui è tutta finzione, a differenza dei miei film precedenti. Direi piuttosto che il mio legame con la storia sta nel fatto che ne sono stato catturato. Il racconto di Szántó coglie una prospettiva della situazione storica completamente diversa rispetto a qualsiasi altra cosa che abbia mai letto prima. Penso al tema del nuovo inizio e a come la società deve superare il trauma, iniziare un nuovo viaggio, affrontare il passato e intraprendere una nuova vita.

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Come possono i giovani oggi, a 15-20 anni, connettersi con questo argomento attraverso il tuo film? Che tipo di accoglienza ti aspetti da loro?

Di solito dico che dovremmo fidarci dei giovani. 1945 non riguarda necessariamente gli adolescenti, ma un pubblico più maturo e capace di un approccio più ricco di sfumature. Questi probabilmente sentiranno più empatia per il film. Al tempo stesso, penso che questo periodo storico sarà più facilmente comprensibile nel mio film che, diciamo, nell’asciuttezza dei libri di testo. Questo è un dramma che mette il pubblico a confronto con situazioni di vita reale. Sulla base degli inviti ai vari festival che ho ricevuto, spero che attirerà molte persone e che queste saranno toccate dal film. Confido nel fatto che gli Ungheresi e il pubblico internazionale siano abbastanza maturi per l’interpretazione critica di quel periodo. Questo momento storico non è stato ancora mostrato da questo punto di vista.

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