(Photo Credit: Marcella Santomassimo)

Senza Glutine – Intervista a Giuseppe Tantillo: “Siamo ossessionati dal cibo, ma ci nutriamo d’amore”

(Photo Credit: Marcella Santomassimo)

Il 19 marzo debutta presso il Teatro Filodrammatici (Via Filodrammatici,1 Milano), in prima milanese, Senza Glutine, il nuovo spettacolo del giovane attore e autore Giuseppe Tantillo che lo ha anche diretto insieme a Daniele Muratore. Una commedia dissacrante – in scena fino al 24 marzo – che esplora gli eterni meandri dei drammi di coppia da un’inedita prospettiva gastrointestinale. Lo humor tagliente, alla Woody Allen, che non teme un linguaggio esplicito e diretto, getta uno sguardo catartico sulle ossessioni della nostra civiltà: l’alimentazione e l’amore. Protagonisti sul palcoscenico, oltre a Tantillo, sono Valentina Carli, Vincenzo De Michele e Orsetta De Orsi.

 (Photo Credit: Marcella Santomassimo)

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Senza Glutine

Fran (Giuseppe Tantillo), ci mette a parte di una bizzarra quanto verosimile teoria: il nostro umore è influenzato dalla flora batterica che si trova dentro il nostro organismo. Ciò significa non solo che l’intestino potrebbe alterare le nostre funzioni cerebrali ma che persino l’innamoramento risentirebbe di questo instabilissimo equilibrio. E dunque «il segreto di un rapporto duraturo è da ricercare nel mantenimento di una dieta comune il più a lungo tempo possibile».

La sua fidanzata, Lisa (Valentina Carli), ha un progetto chiarissimo da portare avanti, quasi fosse un piano aziendale: fare un figlio entro l’anno e partorirlo a Parigi, così da rendere più esotica la sua carta d’identità. I due stanno assieme da 5 anni e ne hanno 30: lei vuole diventare madre, lui scrittore. I due giovani si frequentano con una coppia di cinquantenni, Paolo e Felicia (Vincenzo De Michele, Orsetta De Rossi), la cui crisi è talmente inveterata da essere scaturita in una sorta di complicità, di leggerezza. Due coppie in crisi e il tentativo di un salvataggio attraverso l’idea di una dieta comune: senza glutine.

 (Photo Credit: Marcella Santomassimo)

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Intervista a Giuseppe Tantillo

Per affrontare le tematiche dello spettacolo, abbiamo deciso di intervistare Giuseppe Tantillo.

La prima cosa che mi ha colpito di questo spettacolo è stato il riferimento al Genio, Woody Allen. Quale suo film ti ha ispirato? Quale suo aspetto creativo continua ad alimentarti?

Woody Allen è un inventore di genere. Come Salinger o Tarantino. Ha trasformato per sempre il modo di fare commedia. E non solo. Ha trovato la sua strada partendo da grandi maestri come Bergman, Cechov e Dostoevskij, declinandoli nel suo stile brillante ma ugualmente profondo e struggente. Difficile per me scegliere qualcuno dei suoi film. Posso dire che questo spettacolo è stato certamente influenzato da film come Mariti e Mogli e Hannah e le Sue Sorelle. Ma più in generale tutta la sua filmografia è stata decisiva per la mia formazione artistica e sentimentale.

 (Photo Credit: Marcella Santomassimo)

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Passiamo a Senza Glutine, in arrivo al Teatro Filodrammatici di Milano. Da dove nasce la nostra ossessione per il food? Non si sta parlando sempre più di ingredienti e ricette e sempre meno di sentimenti?

Fino agli anni ’90 il cibo era visto principalmente come fonte di godimento e appagamento (non a caso proprio in quegli anni abbiamo assistito alla massima diffusione dei fast food e del junk in generale). Adesso la questione si è allargata all’argomento salute. E longevità. Che poi è la madre di tutte le questioni. Se mangio troppa carne rossa mi viene un tumore, muoio presto e non avrò il tempo di andare in Giappone. Se invece faccio settimane a barbabietole e finocchi forse arrivo anche a vedere l’invenzione della macchina del tempo. Ora, a parte gli scherzi, una maggiore consapevolezza di quello che mangiamo e magari anche dell’impatto che le nostre abitudini hanno sull’ambiente, è sicuramente positiva. Ma il rischio è quello di credere di poter controllare tutto e dimenticarsi di vivere il presente. Non ce l’abbiamo il controllo. Prima lo capiamo e meglio vivremo. Anche rispetto al rapporto col cibo.

La comunicazione nella coppia può dare, talvolta, lo stesso appagamento di un rapporto sessuale? La comprensione, l’ascolto, può alleviare sintomi e somatizzazioni e rinforzare l’attrazione? Oppure ogni rapporto ha una data di scadenza come una busta d’affettato?

Allora. Partiamo dal presupposto che l’attrazione ha a che fare col mistero. Quindi, inevitabilmente, dopo un po’ si esaurisce. A quel punto si può scegliere se cambiare e ricominciare oppure costruire un rapporto stabile e avere qualcuno a cui regalare un bel pupazzo per Natale. Di sicuro le persone hanno bisogno di entrambe le cose, altrimenti non si spiegherebbero tutti quei matrimoni che durano decenni nonostante i continui tradimenti. Ma non voglio sembrare distruttivo. È comunque possibile stimolare il mistero e l’erotismo all’interno della relazione. Soprattutto se non si smette di parlare delle proprie fantasie. Ma la monogamia rimane comunque un’imposizione culturale che mal si sposa coi nostri istinti. In definitiva io penso che la coppia sia un piacevolissimo antidoto alla paura della morte. Se ci pensi, chi sceglierebbe di passare tutto il proprio tempo con una persona se fosse sicuro di essere immortale?

 (Photo Credit: Marcella Santomassimo)

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La nostra società – sicura di sé all’apparenza, piena di fragilità e nevrosi una volta tolta la maschera davanti allo specchio di casa – secondo te ha più fame di cibo o di amore?

D’amore, sicuramente. Ma sono sicuro che se ponessi la stessa domanda a qualcuno che di cibo non ne ha, ti risponderebbe che sono scemo.

Intervista di Giacomo Aricò

 Info e biglietti: www.teatrofilodrammatici.eu


 

Senza Glutine, il manifesto di Giuseppe Tantillo

“La prima volta che mi sono innamorato avevo nove anni. Era il 10 maggio ed erano le sette di sera. E lo ricordo bene perché un’ora dopo saltai la cena per la prima volta nella mia vita a causa di un’improvvisa colica addominale. Da allora fino al compimento dei trent’anni mi sono innamorato altre otto volte. E a ogni innamoramento è seguito un disturbo di natura gastrointestinale. Ho sempre letto che il mondo è diviso tra chi ama col cuore e chi con la testa. Io, invece, amo con lo stomaco e l’intestino. E vi assicuro che le conseguenze sono meno romantiche. La verità è che mi riesce difficile scindere il concetto di amore da quello di digestione. Li considero affini.

 (Photo Credit: Marcella Santomassimo)

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“Il dizionario Garzanti definisce la digestione “l’insieme dei processi che rendono gli alimenti assorbibili e assimilabili all’organismo”. Se sostituiamo agli “alimenti” le “emozioni” non otteniamo forse una meravigliosa definizione di amore? In fondo cominciamo davvero a conoscere la persona che ci sta accanto quando smettiamo di provare qualcosa per lei. Solo allora riusciamo a vederla per quello che è. E a quel punto viene fuori tutto quell’insieme di senso di colpa, malinconia, tenerezza e gratitudine che prende il nome di rapporto stabile. Dove il sesso è una chimera e la dermatite atopica una triste realtà”.

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