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Sérgio Machado, musica e realtà con Il Maestro di Violino

Dopo essere stato presentato al Giffoni e a Locarno, il 30 agosto esce nelle sale italiane Il Maestro di Violino, il film brasiliano basato su una storia vera diretto da Sérgio Machado ed interpretato da Lázaro Ramos, Kaique Jesus, Elzio Vieira, Sandra Corveloni e Fernanda de Freitas.


Il violinista Laerte (Lázaro Ramos)  si sta preparando da molti anni per entrare nella prestigiosa orchestra di OSESP, l’orchestra sinfonica più importante dell’America latina. La sua famiglia ha grandi aspettative. All’audizione la tensione e il nervosismo lo bloccano impedendogli di suonare. Rimasto senza soldi e senza alternative, Laerte si troverà costretto ad insegnare musica in una scuola pubblica di Heliopolis, la più grande e violenta favela di San Paolo. Gli strumenti sono in cattivo stato e l’ambiente è ostile, ma spicca il talento speciale di due ragazzi: Samuel (Kaique Jesus), che è determinato e disciplinato, e VR (Elzo Vieira), un piantagrane coinvolto in un giro illegale di contraffazione di carte di credito.

Laerte si trova immerso nella brutale realtà della favela, ed è costretto a suonare per dei trafficanti di droga. Con i suoi metodi di insegnamento anticonvenzionali, Laerte riesce a conquistarsi la fiducia degli studenti, a costruire una relazione con i suoi studenti e con la comunità e riacquista il piacere di suonare. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, Laerte scopre che l’orchestra sinfonica ha in programma nuove audizioni. Laerte è costretto a fare una scelta tra le prove per l’audizione e le lezioni agli studenti e alla fine decide di lasciare la scuola, provocando l’indignazione dei suoi studenti, delusi della sua scelta. Ma un evento drammatico ad Heliopolis sarà l’occasione per riunire gli studenti e l’insegnante e suonare insieme ancora una volta.

Il Maestro di Violino 1

Lasciamo ora spazio ad un estratto dell’intervista rilasciata da Sérgio Machado.

Cosa l’ha convinta a raccontare questa storia e quale rapporto ha il film con la sua vita?

Sono figlio di musicisti e ho passato quasi tutta la mia infanzia circondato da una orchestra. Mio padre suonava la tuba e il pianoforte e mia madre era bassista nell’Orchestra sinfonica dell’università di Bahia. I miei genitori erano entrambi studenti e non potevano pagare una babysitter così io sono cresciuto tra gli strumenti musicali ascoltando musica classica. Ho studiato pianoforte e violino ma non ho mai avuto il talento necessario per diventare un musicista. Nel film ho recuperato ricordi del mio passato ma è molto personale anche perché anche io ho vissuto il dilemma del protagonista – un violinista che a causa di un crollo di nervi durante una audizione inizia a valutare la possibilità che non possa più fare quello per cui ha studiato tutta la vita. Per scrivere la sceneggiatura è stato indispensabile capire quanto l’esperienza di Laerte fosse stata vicina alla mia. Ho scelto di fare il regista quando ero molto giovane e non ho mai considerato l’idea di poter fare un altro mestiere. La paura del protagonista è anche la mia paura di non riuscire più un giorno a girare film. La musica è tornata ad essere parte della mia vita quando mio figlio di 10 anni mi ha comunicato, dopo una visita sul set, di voler diventare un violinista. Sono impressionato dal suo impegno e dai suoi progressi nello studio del violino e dalla tenacia con cui persegue il suo obiettivo, entrare a far parte della Orchestra sinfonica di Heliopolis, la stessa di cui si parla nel film.

Come definirebbe il personaggio di Laerte?

Penso che il protagonista mi somigli molto. È un uomo molto motivato, originario di Bahia, innamorato di quello che fa. La sua più grande paura è di non poter più dedicarsi alla sua passione, al mestiere per cui ha studiato e che ha scelto di fare per tutta la vita. È una sensazione che ho provato personalmente e che ho deciso di inserire nel film. Il maestro di violino è la storia di un musicista che si è preparato per tanti anni ma al momento di affrontare la sfida decisiva fallisce, come un boxeur che trema davanti al suo avversario. Volevo costruire un personaggio ricco di contraddizioni ma che persegue con coerenza il suo sogno.

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Qual è il rapporto del film con la realtà brasiliana?

La situazione politica in Brasile è cambiata molto durante gli anni in cui il film doveva ancora essere terminato. Quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto, stavamo vivendo un momento euforico di cambiamento, dove gli indici economici e l’aumento dei consumi sembravano finalmente indicare che il Brasile avrebbe raggiunto il suo potenziale come territorio importante nella prospettiva globale. Negli ultimi due anni, le costanti scoperte di corruzione hanno riportato indietro ad un pericoloso modo di pensare, mentre le ultime elezioni hanno messo in evidenza quanto sia ancora diviso il nostro paese. Io spero che questo film, incentrato sulla solidarietà e sull’importanza dell’ascolto del prossimo, possa in qualche modo stimolare in maniera più costruttiva e polarizzata un dibattito sul futuro del nostro paese.

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