Bande à Part 0

Sorprendente e danzante, torna in sala Bande à Part di Jean-Luc Godard

A 54 anni dalla sua uscita, lunedì 12 febbraio torna al cinema in versione restaurata Bande à Part, il settimo lungometraggio di Jean-Luc Godard (1964). Tratto da Fool’s Gold di Dolores Hitchens, romanzo della Série Noire, il film fu interpretato da Anna Karina, Sami Frey e Claude Brasseur.


La giovane e ingenua Odile Monod (Anna Karina) rivela ai suoi compagni di classe, Frantz (Sami Frey) e Arthur (Claude Brasseur), che il pensionante di sua zia Victoria possiede una grossa somma di denaro nascosta in soffitta. I due progettano di compiere una rapina e, per convincere Odile a lasciarli entrare dalla zia, la corteggiano a turno, passandole bigliettini d’amore e portandola a ballare…

Finalmente Odile cede e porta gli amici a casa, ma il bottino non si trova. Solo il giorno successivo si riesce a trovare il malloppo nella cuccia del cane, ma improvvisamene scoppia una sparatoria in cui viene ucciso Arthur. Odile e Frantz scappano senza bottino e decidono di espatriare in Sudamerica.

Bande à Part 1

Ad un certo punto del film, Odile balla il “Madison” insieme ad Arthur e Frantz. Il Madison era uno dei tanti balli individuali venuti dopo il twist e di moda a metà degli anni ’60, in cui i ballerini stanno in fila e si muovono più o meno in sincrono. Nella filosofia di Leibnitz una “monade” (dal greco, “unità”) è un individuo isolato che ha in sé il suo passato, presente e futuro. Tutti quelli che vediamo danzare in questa scena sono isolati, ascoltano la musica e ballano da soli.

Bande à Part è uno dei film più musicali di Godard, dove la danza è presente in una lunga scena di movimenti coreografati, quando i tre personaggi si scambiano di sedia per trovare un posto al tavolino di un caffè. Segue un “un minuto di silenzio” (in realtà trentasei secondi) in cui questi tre loquaci parigini cercano di stare zitti per un po’ e Godard spegne la colonna sonora per preparare le nostre orecchie a un’incursione nel seminterrato del locale, dove si ascolteranno due canzoni che Michel Legrand compose per un film molto più romantico di questo, Le Parapluies de Cherbourg (1964). A seguire il Madison con la voce fuori campo di Godard che ci racconta a che cosa ognuno dei personaggi stia pensando: Arthur alla sessualità di Odile, Odile alla propria, e Franz si chiede se il mondo sia un sogno, o se il sogno sia un mondo. Il ballo è finito, ma la monade/Monod continua.

Credit: Anouchka/Orsay / The Kobal Collection

Credit: Anouchka/Orsay / The Kobal Collection

Di Bande à Part, così scrisse magistralmente Morando Morandini: “questo di Godard è un riuscito compendio della sua prima maniera: beffardo e malinconico, è un dramma risolto in cadenze di commedia burlesca, e un tipico esempio del disinvolto menefreghismo di moda tra i giovani francesi negli anni ’60”. Quel che è certo è che questa pellicola rappresenta una delle pietre miliari della Nouvelle Vague, ancora in grado di trasmetterci quel suo spirito di rischio inebriante e la sua infinita capacità di sorprendere.

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