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Tornare a comunicare quando Non C’è Campo, il messaggio ai giovani di Federico Moccia

È davvero possibile riscoprire i valori di un tempo in una società come la nostra, schiava dell’analogico? Federico Moccia prova a dare una risposta in Non C’è Campo, la sua nuova commedia dedicata ai giovani e al rapporto con internet e i social, nelle sale dal 1 novembre.


Laura (Vanessa Incontrada) è una professoressa di liceo che ha molto a cuore la preparazione dei suoi allievi, al punto di organizzare per loro una visita culturale di una settimana ospitati da un artista di fama internazionale, Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). Per seguire i ragazzi in gita, Laura lascia a casa il marito Andrea (Gian Marco Tognazzi) con la figlia Virginia (Eleonora Gaggero) e parte con una collega, la professoressa Alessandra (Claudia Potenza).

Eccitati dalla prospettiva della gita, i giovani alunni, tra cui Francesco (Mirko Trovato), Flavia (Beatrice Arnera) e Valentina (Caterina Biasiol), affrontano il viaggio in pullman pieni di aspettative ma un imprevisto scombussola i piani: nel piccolo paese salentino dove vengono accolti…Non C’è Campo. Un “black out telematico” che li vede costretti a sopravvivere senza cellulari e privi di collegamento a internet. La gita in quel borgo bellissimo della Puglia si trasforma così per i giovani allievi e per le due professoresse nel peggior incubo possibile. Lo smartphone diventa così un accessorio inutile, costringendo ragazzi ed adulti a tornare ad una comunicazione diretta che porta alla luce imprevedibili reazioni, segreti inconfessabili e nuovi amori. In un percorso di riscoperta per gli adulti e di formazione per i giovani, la gita sarà per tutti un momento di crescita e di svolta, grazie ad un rapporto senza filtri.

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I social hanno drasticamente cambiato il modo di comunicare dei giovanissimi. Con l’avvento di Facebook, Whatsapp, Instagram e non solo, sembra che i tradizionali modi per comunicare con gli altri siamo definitivamente scomparsi, e con loro tantissimi comportamenti e abitudini che solo pochi anni fa erano considerati la normalità. Dichiarare alla persona che ci piace quello che si prova per lei guardandola in faccia; confessare i propri segreti più intimi alle pagine di un diario; scambiarsi bigliettini mentre la prof. è intenta a spiegare la lezione. Tutti rituali di passaggio che hanno segnato la vita e la memoria di un’intera generazione e che oggi, con la moderna tecnologia, appaiono agli occhi dei “figli del web” come qualcosa di neanche lontanamente possibile.

Perennemente incollati ai loro smartphone o alle tastiere dei loro pc, i rapporti tra i ragazzi di oggi mancano dell’elemento reale, di quel contatto con la realtà che un tempo rendeva qualsiasi tipo di comunicazione e di scambio con l’altro qualcosa di assolutamente autentico. I modi in cui le parole e le emozioni dei giovani vengono filtrati oggi sono infiniti: che si tratti di uno stato su Facebook o di una nuova immagine postata su Instagram, tutte ciò che li circonda finisce col sembrare artefatto, con l’unico risultato che riuscire a distinguere la finzione dalla realtà è diventato impossibile. Sul web non siamo mai noi stessi. Siamo semplicemente altri: persone che non hanno paura di nulla, subito pronte a giudicare; persone che spesso arrivano a falsare la realtà fino a crearsi una vera e propria esistenza parallela.

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La tecnologia sembra averci reso invulnerabili alle vere gioie della vita e a tutti quei momenti che, un giorno, rimpiangeremo di non aver vissuto veramente perché troppo impegnati a “documentarli” sui nostri profili. Quello che Federico Moccia si chiede è se è possibile riscoprire i valori di un tempo, se è possibile tornare a parlarsi faccia a faccia in una società assoggettata all’analogico. In Non C’è Campo si cerca di riscoprire il senso profondo dei rapporti umani non filtrati dalla tecnologia attraverso una sorta di esperimento sociale: senza telefoni e senza internet, siamo ancora capaci di guardarci negli occhi e parlare, discutere, confessarci come si faceva ai vecchi tempi?

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