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Vento da Sud Est, in teatro il tema dell’immigrazione

Mercoledì 7 giugno al Teatro India di Roma si torna a riflettere sul tema dell’immigrazione con Vento da Sud Est, uno spettacolo di Simone Corso e Angelo Campolo con un cast formato da attori italiani e da giovani migranti, una produzione DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia dal progetto di integrazione culturale Nostra Signora Libertà in collaborazione con Caritas Messina/Caritas nazionale.

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Traendo spunto da Teorema, romanzo di Pier Paolo Pasolini, il progetto teatrale ad esso ispirato racconta di come un ospite indesiderato bussi alla porta di una famiglia borghese sconvolgendola completamente. L’ ospite pasoliniano diventa così un vero e proprio straniero spinto da un vento che proviene da sud est, fuggito dalla guerra, che ha attraversato il mare aperto rischiando la vita. Sull’uscio della casa della tranquilla e sicura famiglia chiede di essere accolto. L’opera del poeta corsaro è dunque l’occasione per discutere e affrontare la problematica sempre più attuale dell’immigrazione.

«Sono pieno di una domanda a cui non so rispondere”. Chiudevi con queste parole il tuo romanzo Teorema, mezzo secolo fa – afferma Angelo Campolo rivolgendosi idealmente a Pasolini – Quella domanda oggi è un gigantesco groviglio che pesa sul nostro futuro. Corrosi dall’ammirazione, dall’odio e dall’invidia nei tuoi confronti per il coraggio che avevi nell’impattare con la vita con disperata vitalità, assumendoti in prima persona tutti i rischi che comporta una scelta del genere. Un coraggio che sembra scomparso, impossibile addirittura da immaginare per chi è strutturalmente educato a tenersi a debita distanza dal fare esperienza diretta delle cose. Preferiamo “archiviare” e poi, all’occorrenza, “condividere”. Lontani dal pericolo, dal rischio, in attesa che le acque si calmino e qualcosa, magari, torni come prima. Chissà. Fuori, intanto, c’è un ospite “biblico” che bussa alla nostra porta. Spinto da motivazioni che, al momento, sembrano non riguardarci. Non è più l’ospite bello, biondo e provocante del tuo “Teorema”, venuto a “dimostrare” come il ceto borghese sia incapace di comprendere il verbo “sacro”. I nostri ospiti sono tanti e vengono dall’inferno, non dal paradiso. Proprio come tu avevi predetto”.

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Dunque, prima un laboratorio teatrale e poi un vero e proprio spettacolo con giovani migranti che andranno in scena parlando l’italiano che hanno imparato con abnegazione e impegno in soli due mesi da quando sono sbarcati, tra gli italiani che invece troveranno rifugio tra i fantasmi di Mary Poppins, la più zuccherosa tra le fiabe occidentali che racconti dell’arrivo di un ospite inatteso. Così, un cast di attori italiani e da giovani migranti vanno a comporre un flusso di parole, proclami, preghiere, propositi e musica a non finire, trascinato da un vento che sottende un unico interrogativo: Se alla porta qualcuno continua a bussare, avremo il coraggio di aprire?

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