Diretto nel 2017 dall’esperto regista di film “in costume” Saul Dibb (già autore nel 2008 de La Duchessa e nel 2014 di Suite Francese), da mercoledì 2 settembre 2020 con Eagle Pictures arriva direttamente in home video il film inedito 1918 – I Giorni Del Coraggio, un appassionante war movie ambientato nella Prima Grande Guerra che sarà disponibile in formato Dvd e Blu-ray. Basato sull’opera teatrale vincitrice del Tony Award tratta dal romanzo di R. C. Sherriff e Vernon Bartlett, il film è una storia potente con protagonisti gli attori Sam Claflin, Asa Butterfield, Paul Bettany, Stephen Graham, Toby Jones e Tom Sturridge.
Il film
È il 1918 le truppe inglesi del Capitano Stanhope (Sam Claflin) sono rintanate nelle trincee della prima linea di combattimento nel nord della Francia L’esercito tedesco sta preparando l’Offensiva di Primavera, è sempre più vicino e la tensione in trincea si fa più pesante In questo clima di snervante attesa, il giovane Raleigh (Asa Butterfield) fresco di addestramento e carico di adrenalina per la sua prima vera missione sul campo, è pronto per la battaglia.
Un secolo dopo la Prima Guerra Mondiale
Relizzata due anni prima del bellissimo 1917 di Sam Mendes, la pellicola di Saul Dibb trascina gli spettatori nel vivo della Prima Guerra Mondiale, nelle trincee, tra fango e sangue. Come nella migliore tradizione dei war movies sul primo scontro mondiale – su tutti Orizzonti di Gloria di Stanley Kubrick (1957), ma anche, dal punto di vista umano, anche i “nostri” Uomini Contro di Francesco Rosi (1970, mezzo secolo fa) e Torneranno I Prati di Ermanno Olmi – anche 1918 – I Giorni Del Coraggio sottolineano con forza la totale assurdità della Guerra in un rinnovato ed incisivo messaggio universale antibellico. Journey’s End, il testo da cui è tratto il film, per il protagonista Sam Claflin, “fa luce sugli uomini che erano terrorizzati perchè sapevano che stavano per andare a morire“.
Saul Dibb racconta…
“Realizzare un fulm ambientato in tempo di Guerra è stata per me un’impresa seria, soprattutto perchè la storia si ispira ad esperienze reali. Per questo sulle spalle avevo più pressione e più responsabilità nel raccontare un evento drammatico di tale portata. Dovevo essere più sincero, più autentico e meno sentimentale. Una volta arrivato sul set, sembrava davvero di essere lì, in trincea, come quei soldati. Il tema della Guerra è universale e il suo impatto psicologico – com’è aspettare la propria morte o quella di qualcun altro? – è enorme“.