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Alexander Sokurov salva l’Arte del Louvre con Francofonia

Il Concorso si accende alla Mostra di Venezia: oggi è il giorno dell’atteso Francofonia, opera, tra documentario e finzione, diretta da Alexander Sokurov che esplora il rapporto tra l’arte e il potere attraverso la storia di due uomini eccezionali: il direttore del Louvre Jacques Jaujard e l’ufficiale dell’occupazione nazista il conte Franziskus Wolff-Metternich. I due, prima nemici e poi collaboratori, salveranno molti dei tesori del museo parigino, un esempio vivo di civiltà.


Vi presentiamo di seguito i temi principali che il film ci propone commentati dal regista, Alexander Sokurov.

Le Arche – “Cosa sarebbe stata Parigi senza il Louvre o la Russia senza l’Hermitage, questi indelebili punti di riferimento nazionali? Proviamo ad immaginare un’arca nel mezzo dell’oceano con tante persone e tante opere d’arte a bordo – libri, dipinti, spartiti, sculture, ancora libri, dischi e altro. Ma le travi della nave non riescono più a reggere il peso e l’arca rischia di affondare. Cosa salvare? Le persone? O quei muti e insostituibili testimoni del passato? Francofonia è un requiem per ciò che è perito, un inno al coraggio umano, allo spirito e a ciò che unisce l’umanità”.

Il Museo, un mondo nel mondo – “L’istituzione museale probabilmente è la parte più stabile del mondo della cultura. Cosa saremo senza musei? I musei ci mostrano quali culture solenni, magnifiche esistevano prima, molto più grandi e funzionali di qualsiasi cosa noi siamo in grado di creare oggi. I luoghi del Louvre, dell’Hermitage, del Prado, del British Museum“.

"Francofonia"

“Francofonia”

Soldati nazisti al Louvre – “La gente sembra essere affascinata dalla presenza dei soldati nazisti nelle gallerie del Louvre. Nessun paradosso, anche i soldati sono esseri umani, solo che portano gli stivali e gli elmetti. In realtà le gallerie del Louvre erano spoglie durante l’occupazione. I capolavori del museo erano stati portati via e nascosti alcuni anni prima. La gente era conscia della premonizione che la Seconda guerra mondiale avrebbe coinvolto tutta l’Europa. A Leningrado, a Parigi o a Londra la gente cominciava a cercare ansiosamente dei ripari, buche nel terreno, rifugi, muri solidi e tutti gli spazi sottoterra molto profondi, per nascondere le opere d’arte. La gente cominciò a capire: se noi moriamo, la nostra arte sarà destinata a scomparire, le nostre speranze, le nostre preghiere, il nostro Dio“.

Il bombardamento di Pargi – “Parigi, la città dei musei, della cultura umanistica profondamente radicata, la capitale della cultura del Vecchio Mondo. Se Parigi fosse stata bombardata durante la Seconda guerra mondiale, questo cosa avrebbe significato per noi? Solo la fine di tutte le cose, un evento irreparabile, un passo indietro dell’umanità. Per quanto possa essere incredibile ciò non è accaduto. Qualsiasi altra città è stata bombardata e bruciata mentre i soldati saccheggiavano e mentre i camion dell’esercito portavano via il bottino di guerra. Ovunque ma non Parigi. Parigi è stata il rifugio della salvezza“.

Louis-Do de Lencquesaing e Benjamin Uzterath

Louis-Do de Lencquesaing e Benjamin Uzterath

Jacques Jaujard e il Conte Franz Wolff-Metternich – “Il periodo dei loro incontri, il confronto e il loro operato durante la Seconda Guerra Mondiale è la parte principale del film. Sembra che siano nemici, ma a poco a poco capiamo che hanno molto in comune: oltre all’età, hanno  entrambi la medesima vocazione di proteggere e di preservare le opere d’arte. Persino nei momenti più difficili di quella guerra questi due uomini, non così politicamente influenti, sono stati invece in grado di fermare l’aggressione e di conservare la grande collezione d’arte del Louvre. Quanto profondamente ci dispiace che nulla di simile sia accaduto in Unione Sovietica, in Polonia o nel resto dell’Europa dell’Est“.

Un percorso che tutti abbiamo fatto – “Francofonia non è un film storico nel senso tradizionale. Non volevo avere un approccio scientifico. Non perseguivo un intento politico bensì un intento, che si possa definire artistico o più esattamente “pienamente consapevole”. Volevo far rivivere, attraverso la vita dei nostri protagonisti, il sentire di un periodo, la sua intonazione, la sua lingua. Persone che hanno lottato per proteggere la cultura, per preservare l’arte nonostante il contesto in cui vivevano. Nella mia mente vedevo questo film come un percorso che tutti abbiamo fatto. Un percorso che ci permetterà di spostarci tra il passato, il presente e il futuro, a modo nostro, guidati solo dai pensieri, dalle riflessioni e dalle associazioni”.

Johanna_Korthals-Altes_e Vincent_Nemeth

Johanna_Korthals-Altes_e Vincent_Nemeth

L’Arte e la Storia – “Se trattiamo di arte non possiamo non entrare in contatto con la storia. L’arte è legata a tal punto alla storia, al processo storico che purtroppo la storia assume un’influenza distruttiva sull’arte. Sarebbe bello separare l’arte dalla storia ma è impossibile… i personaggi del film fanno parte della storia, della vita. Per me Napoleone e Marianne non sono delle figure convenzionali, simboliche, sono dei personaggi reali, vivi. Tutti i fantasmi sono vivi se esistono. Ed io credo nell’esistenza degli spiriti e di tutte quelle creature che abitano le case”.

“Francofonia è un collage più che un racconto in ordine cronologico, un percorso che segue i meandri fantasiosi del pensiero”

Alexander Sokurov

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