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Andrea Jublin presenta Banana, storia tragicomica di un piccolo Don Chisciotte di periferia

Si chiama Banana il film scritto e diretto da Andrea Jublin che sarà da oggi al cinema. Una storia che vede protagonisti i giovani Marco Todisco e Beatrice Modica. Completano il cast Camilla Filippi, Gianfelice Imparato, Giselda Volodi, Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli.


Su un muro che s’affaccia su un cortile stritolato dal cemento c’è un cartello con su scritto “Vietato urlare”. Sotto il cartello ci sono dei ragazzi che giocano a calcio come invasati e urlano come ossessi. Tra di loro c’è Banana (Marco Todisco), un buffo e fragile quattordicenne col piede a “banana” (ma convinto d’essere un campione).

Non ce la fa più a stare in porta e così prende palla e va in attacco dribblando tutti come se fosse un fenomeno brasiliano. In un attimo si ritrova davanti alla porta avversaria; non gli rimane che tirare, ma è talmente agitato che tira storto e il pallone finisce oltre il muro di cinta.

Marco Todisco è Banana

Marco Todisco è Banana

Mentre i compagni di squadra lo stramaledicono, il pallone torna nel cortile . Ma non rimbalza più, perché è stato squarciato dal misterioso pazzo che abita dall’altra parte del muro. Così inizia la storia dell’ultra-romantico Banana, il ragazzino convinto che nella vita bisogna prima di tutto cercare di essere felici, come spiega lui stesso: “Certo, non si può mica essere felici di tutto. Però, forse, basta esserlo di qualcosa. Che poi quel qualcosa illumina tutto il resto e siamo salvi”.

Questi e altri strampalati pensieri fanno parte di quella che lui chiama “la filosofia brasiliana”. Come nel calcio brasiliano, sostiene, bisogna attaccare (la vita) con slancio e col cuore in mano. Sennò si vive nel terrore che ti segnino, come “catenacciari” senza fantasia.

Camilla Filippi tra Gianfelice Imparato e Giselda Volodi

Camilla Filippi tra Gianfelice Imparato e Giselda Volodi

In concreto, Banana è convinto che la felicità sia essere compagno di classe di Jessica (il suo grande amore, interpretata da Beatrice Modica), anche per il prossimo anno. Così decide di buttarsi anima e corpo nell’impresa di farla promuovere. Ma è un compito davvero arduo.

Perché Jessica a scuola è una capra (e lo è anche Banana), perché è la ragazzina più crudele e disinvolta sessualmente dell’universo e perché è protetta dalle terribili “Jessichine” (le sue ancelle) che detestano Banana e le sue buffe tenerezze. E, soprattutto, perché hanno la crudele Colonna come professoressa d’italiano.

Beatrice Modica

Beatrice Modica

In mezza riga, questo film è la storia di un ragazzino che fa di tutto per avere una ragazzina” spiega conciso il regista Andrea Jublin. Ma su un piano più profondo, tematico, il film “parla della necessità del ragazzino di non vedere sprecata la propria vita. E se la quasi totalità dei personaggi di questa storia si comporta come chi sa che nella vita non vale la pena soffrire, per lui è diverso. Banana, anche se alla fine non riesce ad avere la ragazzina, comprende qual è il suo posto nel mondo. Quello di uno appassionato alla bellezza, alla grandezza e alla profondità della vita. E capisce che, per averle, deve essere disposto a fare fatica e a soffrire”.

E poi ci sono gli adulti. Banana darebbe qualunque cosa per avere vicino un mentore, un grande che gli spieghi come vanno le cose. Ma adulti così non se ne vedono: “in questa storia si sentono così inspiegabilmente infelici, smarriti, lontani da loro stessi – racconta il regista – qui non riescono più a ricordare com’era la vita allo stato puro. Quella stessa vita che, col tempo, hanno visto irrigidirsi e sbiadirsi in ruoli e maschere, in recite e delusioni. Qui gli adulti non riescono a essere quello che vorrebbero, a fare quello che dovrebbero”.

Anna Bonaiuto

Anna Bonaiuto

L’Italia fa da sfondo: “in questo paese volgare, ottuso, meschino, cinico e, soprattutto, stanco. Il Professore di ginnastica è sciancato e quello di matematica si fa massacrare dagli scherzi degli alunni. Così Banana deve diventare grande da solo. Anche perché i suoi coetanei sono inservibili come alleati. Tutti violenti, avidi o profittatori, anche se davvero divertentissimi”.

Soprattutto Jessica, forse la peggiore di tutti. Ma noi sappiamo che il ragazzino ce la può fare, come sottolinea Jublin: “per quanto tenero, ridicolo e buffo ha la statura di un piccolo eroe. Perché, non è forse un atto eroico volere credere che si possa vivere di cose belle, pulite, grandi e semplici? E quanto coraggio bisogna avere per volersi convincere che la realtà, per quanto assurda, ottusa e feroce è anche in grado di splendidi doni?”.

Banana e Jessica

Banana e Jessica

Nel voler inquadrare il suo film, Jublin ha così concluso: “questo film è una commedia. Ma una di quelle commedie dove basta grattare un po’ per sentire l’amaro in bocca. Il genere che, mi sembra, possa raccontare con più dovizia di toni la storia di un ragazzino ingenuo, capra a scuola e col piede a banana che indica la strada più difficile, onesta e vitale”.

“In questa Italia un ragazzino grida (a squarciagola) il suo sì alla vita”

Andrea Jublin

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