Solo dal 14 al 16 ottobre, per festeggiare il 40° anniversario della sua uscita, la Cineteca di Bologna, per il progetto L’Immagine Ritrovata, riporta al cinema in versione restaurata il Final Cut di Apocalypse Now, il leggendario film diretto nel 1979 da Francis Ford Coppola con interpreti Marlon Brando (colonnello Walter E. Kurtz), Robert Duvall (tenente colonnello Kilgore), Martin Sheen (capitano Benjamin Willard), Frederic Forrest (Jay ‘Chef’ Hicks), Albert Hall (Chief Phillips), Sam Bottoms (Lance Johnson), Laurence Fishburne (Tyrone ‘Mr. Clean’ Miller), Dennis Hopper (fotoreporter), G.D. Spradlin (generale Corman), Harrison Ford (colonnello Lucas).
Il Final Cut
Dopo l’anteprima europea dello scorso 28 giugno al festival Il Cinema Ritrovato, presentato dallo stesso Francis Ford Coppola in Piazza Maggiore a Bologna di fronte a 10mila spettatori. Apocalypse Now, sul quale il regista è tornato più volte, fino ad arrivare quella che ora considera la “versione perfetta”.
“Dato che l’originale di Apocalypse Now non era solo lungo ma anche insolito nello stile e nella sostanza per un film dell’epoca, abbiamo pensato di tagliare ove possibile non solo per questioni di tempo ma anche per tutto ciò che poteva sembrare strano – racconta lo stesso Coppola – una quindicina di anni dopo lo davano alla TV mentre mi trovavo in albergo, e dato che mi è sempre piaciuto l’inizio mi sono messo a guardarlo e ho finito per vedermelo tutto. Mi sono reso subito conto che il film non era strano come pensavo, ed era diventato più contemporaneo. Aggiungiamoci che molti (compreso il distributore) pensavano che fosse stato scartato tanto ottimo materiale. Tutto questo ha condotto a quello che e stato poi chiamato Apocalypse Now Redux. In quella versione veniva ripristinato tutto ciò che era stato tagliato. In seguito, quando mi chiedevano quale versione preferissi vedere in circolazione, mi capitava spesso di pensare che l’originale del 1979 fosse stato accorciato troppo brutalmente e che Redux fosse troppo lungo, così mi sono deciso a favore di quella che mi sembrava la versione perfetta, che è intitolata Apocalypse Now – Final Cut”.
Da Conrad a Milius: la nascita del film
Apocalypse Now è ispirato a Cuore di Tenebra di Conrad, ma si rifà a una vasta gamma di testi letterari (Eliot, Kipling, Frazer) e soprattutto attinge all’immaginario del romanzo americano ottocentesco. Lo stesso Coppola scrisse la sceneggiatura insieme a John Milius. Quest’ultimo, nel 1998, su Rolling Stone raccontò:
“Apocalypse Now ha ormai raggiunto lo status di un Citizen Kane, ed è riconosciuto come uno dei più grandi film di ogni tempo. Non fu così da subito. All’epoca dell’uscita, non pochi critici ci scorticarono vivi. Certamente resta il mio più celebre risultato come sceneggiatore, e uno dei migliori. Quella sceneggiatura aveva cominciato a prendere forma quando frequentavo la scuola di cinema della USC – la West Point di Hollywood – insieme a George Lucas. Non avevamo ancora incontrato Francis. Io ero considerato un bad boy, vivevo nella mia auto, ero un surfista anarchico, un ribelle dalla testa ai piedi, un anti-intellettuale della peggior specie. Ho sempre avuto problemi con l’autorità. Lo spettro della guerra del Vietnam pendeva sulle nostre teste. Ero l’unico che avrebbe voluto arruolarsi, tutti gli altri pensavano ad andare in Canada o a sposarsi. Mi iscrissi al Marine Air Program, ma avevo l’asma e venni respinto. Quindi dovetti riconfigurare la mia vita“.
“Alla Usc avevo un insegnante di scrittura, Mr. Irwin Blacker, che mi diede questo compito. Ci raccontava eccentriche storie hollywoodiane, compresa quella sui tanti registi che avevano provato a portare sullo schermo Cuore di Tenebra – più prestigioso di tutti, Orson Welles – senza che nessuno nemmeno riuscisse a sfiorarlo. Conoscevo il libro, l’avevo letto quando avevo diciassette anni e l’avevo amato. Così decisi. Non solo avrei fatto il mio film sul Vietnam, ma avrei usato Cuore di Tenebra come un’allegoria. Avevo l’idea ambiziosa di andare a girarlo proprio in Vietnam. Quando George racconta la storia, esagerandola, dice che ero completamente pazzo. La verità è che tutti allora volevamo andare e girare. Il cinéma vérité era un’idea diffusa. Volevamo fare un piccolo film sporco, in 16mm, con la guerra in corso. Chissà, forse saremmo rimasti uccisi. Certo non sarebbe stato lo stesso film, e certamente non così buono, senza Francis“.
Il Vietnam di Coppola
Capolavoro titanico, visionario, wagneriano. Come scrisse Giaime Alonge “nel Vietnam di Coppola, la massa scura degli alberi si configura come il simbolo di una natura arcaica e terribile, che si fa beffe della ragione della Storia che l’uomo bianco vorrebbe imporle“. Dal canto suo, John Milius disse: “Apocalypse Now è un film contro la guerra del Vietnam? Quasi tutti coloro che vi furono coinvolti, da Francis in giù, erano contro la guerra. Tutti tranne me – sono militarista e anarchico, per assurdo che possa sembrare. Non che io fossi per la guerra. Ma ero dalla parte dei soldati americani che l’hanno combattuta, e volevo che il film riflettesse questa posizione“. Ma la dichiarazione finale non può che essere quella di Coppola: “per me, un film politico non è un film che discute di politica, è un film che cambia lo spirito della gente su un determinato argomento“.
“Apocalypse Now non è un film sul Vietnam; è il Vietnam”.
Francis Ford Coppola