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Bohemian Rhapsody, ricordando il leggendario Freddie Mercury

30 anni fa, il 24 novembre del 1991, ci lasciava prematuramente Freddie Mercury, l’immortale voce dei Queen. Oggi lo ricordiamo attraverso Bohemian Rhapsody il biopic diretto nel 2018 da Bryan Singer e Dexter Fletcher che ripercorre alti e bassi della celebre, e rivoluzionaria band musicale e del loro leggendario frontman, Freddie Mercury, qui interpretato da Rami Malek che per questa prova vinse il Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista.


Bohemian Rhapsody è una coinvolgente celebrazione dei Queen, della loro musica e del loro leggendario frontman Freddie Mercury (Rami Malek), che sfidò gli stereotipi e infranse le convenzioni, diventando uno degli artisti più amati al mondo. Il film ricostruisce la meteorica ascesa della band attraverso le sue iconiche canzoni e il suo sound rivoluzionario, la sua crisi quasi fatale, man mano che lo stile di vita vita di Mercury andava fuori controllo, e la sua trionfante reunion alla vigilia del Live Aid, quando Mercury, afflitto da una gravissima malattia, condusse la band in una delle performance più grandiose della storia del rock. Facendo questo, il film cementa l’eredità di una band che è sempre stata più di una famiglia e che continua ancora oggi a ispirare gli outsider, i sognatori e gli appassionati di musica.

Il periodo dal 1970 al 1985 fu la parte più importante della vita di Freddie e della band, e si concluse con il trionfo di Live Aid, uno dei più grandi eventi musicali e culturali degli anni ’80. Bohemian Rhapsody inizia e finisce con questo concerto di beneficienza, era il 13 luglio 1985. La cornice era lo stadio Wembley di Londra.

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Il film, oltre ad essere una celebrazione della musica, intende far conoscere ad un’intera nuova generazione chi era Freddie Mercury e l’eredità che ha lasciato. Il suo background a Zanzibar, il suo arrivo a Londra come immigrato, il pregiudizio con cui ha affrontato la crescita, la sua timidezza, l’insicurezza legata al suo aspetto. Mercury ha combattuto su tanti e diversi fronti, arrivando ad essere un leader: un cantante brillante, unico, inimitabile, rivoluzionario. Un cantautore e musicista che nella band ha trovato una seconda famiglia. Una famiglia capace di creare un sound innovativo per l’epoca.

Ma soprattutto, Freddie Mercury è stato, fino alla fine, un grande interprete della vita. Il suo successo è arrivato nel tempo, grazie alla sua tenacia, alla sua passione, al suo non mollare mai. Non accettava di sentirsi dire “no”. Era un combattente nato che ha ottenuto tutto attraverso una grinta e una voglia davvero uniche. Anche dopo aver raggiunto la fama: Freddie Mercury ha sempre cercato di spingersi oltre, di migliorare. Le sue radici multi-culturali hanno inoltre influito, probabilmente, sulla sua capacità di unire il pubblico. Quando saliva sul palcoscenico, la voce di Freddie era universale, raggiungeva tutti, senza distinzioni, in nome della libertà. Se Freddie “chiamava” il pubblico a rispondergli, ecco che tutti gli spettatori gli rispondevano all’istante. Un coro globale, da brividi.

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Rami Malek, che ha interpretato Freddie Mercury, ha raccontato: “sapevo che i Queen erano mitici e che Freddie Mercury era un’icona e un eroe, ma ancora non avevo capito completamente quanto sia stato importante per così tante persone in tutto il mondo. La base dei fan dei Queen è enorme. Sono sempre stato un fan dei Queen e di Freddie Mercury, ma è stato solo quando ho iniziato a fare ricerche sulla band che ho capito che tutto era iniziato negli anni ’70, quando avevano tutti i capelli lunghi, le unghie nere e indossavano abiti oltraggiosi. Penso che la maggior parte delle persone identifichi Freddie come un uomo muscoloso, dai capelli grossi, baffuto, con una canottiera che ha avuto un sacco di spavalderia e machismo. Per me invece è stato sorprendente conoscere le tante sfumature del suo carattere e soprattutto il suo lato più dolce“.

Per Malek, di Freddie Mercury quel che è assolutamente innegabile era il suo magnetismo: “quando era sul palco, tenendo quel mezzo microfono, o seduto al piano, si sentiva capace di tutto. Quello che era magico in lui era lo scambio con tutti gli spettatori. A tutti era permesso di sentire la stessa cosa: poteva raggiungerti come se tu fossi l’unica persona nella stanza. Ed è quello scambio che lo rende uno degli artisti più unici, notevoli e rivoluzionari di tutti i tempi“.

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Rami Malek si augura una cosa riguardo a Bohemian Rhapsody: “spero che tutti coloro che guarderanno il film rimangano ispirati dalla sua storia, esattamente come è successo a me. Devono sentirsi sicuri di essere ciò che sono. Spero che possano cantare il più forte possibile, sicuri della propria verità, senza sentirsi costretti a nascondere nulla. Devono semplicemente essere contenti di essere quello che erano destinati ad essere“.

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