Venerdì 16 luglio al Fremantle Festival di Perth in Australia l’acclamata orchestra Viola Dana debutterà nella performance Tracing Family – From Italy to Australia eseguendo una nuova colonna sonora originale sulle immagini del rarissimo film Dall’Italia all’Australia di Angelo Drovetti del 1924 nella versione restaurata da Cineteca Milano.
Il film
Nella tarda estate del 1924, Angelo Drovetti, operatore della Pittaluga Films di Torino, si imbarcò sulla nave Regina d’Italia, di proprietà della società Lloyd Sabaudo, per un viaggio di più di 8000 miglia nautiche che lo avrebbe condotto da Genova alla lontana Australia. Sette settimane dopo, la Regina d’Italia e i suoi passeggeri, fra i quali un’ottantina di migranti italiani decisi a cercar fortuna agli antipodi, approdavano a Fremantle e di lì a Sydney, loro ultima destinazione, dopo avere attraversato il Mediterraneo, varcato il Canale di Suez, solcato il Mar Rosso e successivamente sfidato l’Oceano Indiano e il Pacifico. Di questa lunga traversata, Drovetti ci ha lasciato, nel suo film Dall’Italia all’Australia, un appassionato diario cinematografico, che racconta, facendo ricorso anche a didascalie scritte di suo pugno oltre che a scintillanti soluzioni cromatiche, sia le lunghe ore di navigazione negli assorti paesaggi marini, sia gli approdi della Regina d’Italia nelle più esotiche località previste dalla rotta, tra le quali spiccano il misterioso Sri Lanka (allora Ceylon) o le modernissime metropoli australiane, così lontane, nella loro recentissima vitalità, dai secolari porti del Mediterraneo.
L’orchestra Viola Dana ha composto colonne sonore originali per proiezioni di film classici come “The General” di Buster Keaton, “Sherlock Jr.” e “The High Sign”. “Stavo facendo ricerche sui film muti australiani – afferma il compositore e percussionista di Viola Dana, Pete Guazzelli – ero molto emozionato quando ho scoperto Dall’ Italia all ‘Australia restaurato da Cineteca Milano, non solo include filmati dell’Australia della prima era del cinema, ma fornisce anche uno spaccato del viaggio che molti migranti, compresi i miei nonni, avevano fatto“.