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Fabio Martina racconta L’Assoluto Presente che vivono i giovani

Venerdì 15 dicembre, in concomitanza con l’uscita nei cinema italiani, allo Spazio Oberdan di Milano verrà proiettato L’Assoluto Presente, il secondo film di Fabio Martina che, insieme al cast, sarà presente in sala per un incontro con il pubblico. Il film sarà distribuito da Lo Scrittoio in collaborazione con Circonvalla film. Gli attori, tutti esordienti al cinema, provenienti dal teatro, sono: Yuri Casagrande, Gil Giuliani, Claudia Veronesi, Francesca Tripladi. La pellicola vede la partecipazione straordinaria di Marco Foschi, Federica Fracassi, Bebo Storti e il filosofo Umberto Galimberti che appare in un cameo.

Il film, ambientato e girato a Milano ai giorni nostri, è la storia di tre ragazzi sui venti anni, Cosimo (Yuri Casagrande), Riccardino (Claudia Veronesi) e Giovanni (Gil Giuliani). A bordo di un Suv, percorrono le strade deserte del centro città. All’improvviso fermano l’autovettura in prossimità di un parco, scendono e aggrediscono un passante apparentemente sconosciuto, in cui si sono casualmente imbattuti, lasciandolo steso sull’asfalto, in un lago di sangue e privo di conoscenza. I tre scappano via in preda all’euforia e, negli istanti successivi all’aggressione, non danno l’impressione di aver capito la gravità di ciò che hanno fatto. Il film è ispirato a fatti di cronaca.

Il titolo di quest’opera si rifà alle parole del filosofo Umberto Galimberti, intervistato da Fabio Martina – sul tema giovani e futuro – nel 2014, il quale ha dichiarato che “i giovani vivono l’assoluto presente e il futuro non lo vogliono vedere minimamente, perché hanno paura dell’imprevedibile, del precariato, dell’insignificanza sociale…”.

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Il vero protagonista del film è il vuoto emotivo, affettivo, progettuale, incarnato nei volti, nei corpi, negli spazi fisici, dei giovani protagonisti – spiega Fabio Martina – la macchina da presa, partecipe, ma distaccata, con la sua capacità di avvicinarsi e cogliere ogni micro-variazione espressiva, è strumento ideale per costruire un racconto intimo, narrato attraverso un linguaggio visivo inesprimibile a parole”. Un vocabolario dell’animo umano alla cui redazione concorre la fisicità dei paesaggi urbani che non rimangono sullo sfondo delle vicende, ma balzano in primo piano, come ne L’Avventura di Antonioni; o in Germania Anno Zero di Rossellini, in cui le macerie degli edifici bombardati rimandano al disastro etico e morale della Seconda guerra mondiale.

Per tradurre la temporalità del film, il presente assoluto, Fabio Martina ha adottato uno stile di ripresa ispirato a Elephant di Gus Van Sant, in cui “le lunghe carrellate a precedere e a seguire i personaggi penetrano oltre la fisicità per rendere visibile il mistero indefinibile della coscienza”.

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Per il regista, “il vuoto interiore dei personaggi riverbera esteriormente nei vuoti architettonici metropolitani, attori principali nella costruzione del senso del film, amplificati e distorti maggiormente dall’uso di ottiche grandangolari”. Altrettanto protagonista è quindi Milano, “con le sue piazze, le lunghe strade, l’architettura moderna, le periferie deserte e abbandonate, le fabbriche dismesse, la sua altera eleganza, ma anche la prerogativa di porre in anticipo le importanti questioni etiche e morali del nostro tempo, è la location naturale per ospitare le vicende del film, come una metropoli europea indifferente ed estranea, ma in fervente attesa del cambiamento che verrà”.


La programmazione

A Milano il film sarà proiettato allo Spazio Oberdan venerdì 15 dicembre (ore 21.15). Sabato 16 dicembre (ore 17.15). Domenica 17 dicembre (ore 21.15). Martedì 19 dicembre (alle ore 18.45). Mercoledì 20 dicembre (ore 21.15), venerdì 22 dicembre (ore 19). Sabato 23 dicembre (21.15). Domenica 24 dicembre (ore 18.30). Martedì 26 dicembre (ore21.15). Sabato 30 dicembre (ore 17). Lunedì 1 gennaio (ore 21.15) e giovedì 4 gennaio alle ore 19. Mercoledì 20 dicembre, al termine della proiezione, intervento di Cristina Saottini del Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”.

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