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Francis Ford Coppola e Apocalypse Now, il suo capolavoro

Domenica 7 aprile compie 80 anni un grande regista, Francis Ford Coppola. Abbiamo deciso di celebrarlo ricordando quello che probabilmente è il suo film più grande, Apocalypse Now, da lui diretto 40 anni fa, nel 1979. Interpretata fra gli altri da Martin Sheen, Marlon Brando e Robert Duvall, la pellicola, liberamente ispirata al romanzo Cuore di Tenebra di Joseph Conrad, vinse la Palma d’Oro al 32º Festival di Cannes e due premi Oscar nel 1980 per la Migliore Fotografia (a Vittorio Storaro) e per il Miglior Sonoro (a Walter Murch).

Il film

Durante la guerra in Vietnam al capitano Willard (Martin Sheen) viene affidata una missione che altri prima di lui hanno rifiutato: trovare ed eliminare il pericoloso e folle colonnello Kurtz (interpretato da un demoniaco Marlon Brando). Il viaggio che Willard deve compiere per raggiungere Kurtz è costellato da prove al limite del credibile e da ambientazioni che trasportano lo spettatore in una dimensione quasi onirica. Un esempio su tutti.

Willard si imbatte in un capitano della “Cavalleria dell’aria” che prima dell’attacco spara Wagner a tutto volume dagli altoparlanti che ha fatto installare sui suoi elicotteri e che, durante il combattimento in corso, decide che deve assolutamente fare surf. Questo è solo uno dei tanti episodi assurdi che vedrà protagonista Willard e la sua squadra prima dell’incontro con l’orrore per eccellenza: Kurtz e i suoi guerrieri. Arrivato al cospetto del Colonnello, per Willard non ci saranno molte alternative e l’unica strada possibile si rivelerà tutt’altro che rassicurante.

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Le tenebre di Coppola

L’opera di Coppola è ispirata al romanzo Cuore di Tenebra di Conrad, del quale conserva il desiderio di sondare le profondità dell’essere umano, servendosi di un linguaggio cinematografico surreale che diventa allucinazione. Il viaggio di Willard nella foresta della Cambogia altri non è che la descrizione di due percorsi speculari. Il primo dentro alla follia della guerra, il secondo all’interno della “filosofia” del carismatico Colonnello Kurtz. Coppola con questo film demolisce l’epica romantica della guerra e l’immaginario che la sorregge.

Descrive personaggi alcolizzati, tossicodipendenti e altri che perdono gradualmente la ragione o l’hanno già persa. Il personaggio di Kurtz è emblematico degli esiti a cui può portare la guerra contemporanea: il colonnello avrebbe un futuro assicurato da generale delle forze armate, ma decide di arruolarsi nei berretti verdi perché vuole fino in fondo capire e scoprire gli esiti delle sue scelte: cosa vuol dire davvero essere soldato, senza ipocrisie. L’avventura di Kurtz non offre un finale consolatorio e si risolve nel suo annichilimento del protagonista. Eppure la sua figura giganteggia, per una coerenza portata alle estreme conseguenze.

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Il film degli anni Settanta

Gianni Volpi nel volume Mille Film, ha scritto:

Senza dubbio Apocalypse Now è il film degli anni Settanta, il film-monstre per “capacità di stupire e aprire le interpretazioni”, quello con cui nessuno ha potuto non confrontarsi per quello che è e persino per quello che non riesce a essere. Coppola affronta non la guerra ma il Vietnam (ricreato nella giungla filippina). Un Vietnam, però, che entra in un abissale cortocircuito con Cuore di Tenebra di Conrad. Apocalypse Now è appunto un viaggio nelle tenebre, scandito da uno strepitoso lavoro a dilacerare immagini e suoni, a fare della realtà un’allucinazione. Sulla scia del battello militare di Willard (Martin Sheen) risaliamo il fiume Mekong, in un viaggio verso un cuore che è il male della storia e dell’uomo”.

È la parte che si è scelto il Kurz di Marlon Brando, nero dio primitivo nel suo regno nel cuore della giungla. Ma Kurz è un mostro che ha le stesse origini – razza, Paese, persino formazione militare – di chi gli dà la caccia. Il film sfiora così temi enormi, osa l’inosabile: andare alle radici di una civiltà. E, tema centrale della nostra epoca, dice un orrore che può farsi spettacolo dell’orrore. Appena lasciando il sospetto che Coppola resti più un impressionante uomo di spettacoli (di cui il bombardamento con gli elicotteri al suono della Cavalcata delle Valchirie è forse il culmine) che visioni all’altezza dell’Apocalisse come verità ultima, di oggi”.

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Mai lasciare la barca!

È una fottuta tigre!”. Chef (Frederic Forrest) sta aggirandosi nella giungla per cercare dei manghi e viene sorpreso dall’improvvisa comparsa di un gattone minaccioso, che per un attimo sbalza l’Apocalypse Now di Francis Ford Coppola nei terreni del film horror. Chef impara una lezione importante: “Mai lasciare la barca!”. Per il critico Kim Newman, questo è “un esempio da manuale del “bus” di Val Lewton ma nel contesto del Vietnam di Coppola, impregnato di acidi e napalm, una tigre antropofaga (una versione più grossa dei micetti che spesso spaventano le protagoniste del film di paura) è quasi inoffensiva se paragonata ad altri pericoli spirituali e fisici che sono in agguato nel profondo della giungla”. Un certo T. Graham, cineasta sovversivo underground, ha messo insieme Apocalypse Pooh (1987), in cui la colonna sonora del film di Coppola è appaiata a immagini dei film Walt Disney con Winnie The Poohm abbinando perfettamente il grido di Chef alla prima comparsa di Tigro!


In attesa del 4k Ultra HD…

Il 28 aprile, al Beacon Theatre di New York nell’ambito del Tribeca Film Festival, Apocalypse Now verrà proiettato in una nuova versione Final Cut rimasterizzata in 4K-Dolby Vision (e Dolby Atmos) partendo dai negativi originali in 35mm. In attesa, i collezionisti possono invece trovare, in occasione del 40° anniversario del film, Apocalypse Now + Apocalypse Now Redux Mediabook Limited Edition 16 Pagine Di Curiosita’ Card Da Collezione Numerata.

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