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Gene Hackman, 90 anni da grande attore (e non da star)

È probabilmente stato uno dei migliori attori statunitensi della sua generazione (la stessa di Hoffman, Pacino, De Niro e via dicendo) e non solo, talmente capace e veritiero nelle sue interpretazioni che quasi non ci si faceva caso a quanto fosse bravo. Nel parlare della carriera di Gene Hackman il passato sembra essere d’obbligo perché ormai, da una quindicina d’anni, è tornato ad essere quello che era prima di frequentare la ribalda, quel Eugene Allen (Hackman) nato in California il 30 gennaio di 90 anni fa esatti.

Gene Hackman da Oscar ne "Il Braccio Violento Della Legge"

Gene Hackman da Oscar ne “Il Braccio Violento Della Legge”

Nel 2004, dopo la pellicola Due Candidati Per Una Poltrona, dopo due Oscar e qualche Golden Globe in bacheca, dopo ruoli che rimarranno scolpiti nel firmamento della città degli angeli come quelli di Popeye ne Il Braccio Violento Della Legge (Oscar da Protagonista), Lex Luthor in Superman, il maniacale investigatore Harry Caul ne La Conversazione (di Francis Ford Coppola), lo sceriffo de Gli Spietati (Oscar come Non Protagonista) e il bizzarro patriarca della famiglia Tenenbaum, Hackman ha deciso di ritirarsi a vita privata in New Mexico e dedicarsi a tempo pieno all’altra sua passione, la scrittura. A dire la verità ad Allen, aka Hackman, la ribalta non piaceva nemmeno quando era sulla breccia. Scelse di vivere lontano dal luccichio di quel bosco di agrifoglio (questo significa Hollywood) che lo aveva portato alla celebrità, se pur un po’ tardiva.

Ne "La Conversazione" di Francis Ford Coppola

Ne “La Conversazione” di Francis Ford Coppola

Cominciò a frequentare la scuola di recitazione a ventisei anni, dopo un’infanzia travagliata, dopo essere sopravvissuto a una madre alcolizzata (che è poi morta in un incendio quando si è assopita con la sigaretta accesa in bocca), dopo i marines e dopo aver svolto i lavoretti più disparati. Alla Pasadena Playhouse (a Los Angeles) Hackman, alto uno e novanta, massiccio, e dall’aspetto burbero, aveva come compagno di banco un coetaneo non troppo alto col nasone. Si trattava di quello stesso Dustin Hoffman che da lì a pochi anni sarebbe salito sul carro dei grandi attori con la sua interpretazione ne Il Laureato. E sul quel carro ci salì anche Eugene con Gangster Story (1967). Da lì in poi un susseguirsi di ruoli da protagonista (la presenza scenica è sempre stata una delle sue migliori doti recitative). Un protagonista qualche volta incline alla psicopatologia, però senza mai trascendere, senza eccessi, o quanto meno alla non troppa affabilità.

"Tenembaum"

“Tenenbaum”

Ma nel profondo i suoi personaggi sono sempre stati molto umani, fantozzianamente parlando (in questo senso pensiamo all’agente FBI di Mississipi Burning), o addirittura divertenti (come in Frankenstein Junior). Capace di passare dal dramma alla commedia nel giro di uno sguardo o di un sorriso, come pochi altri suoi colleghi hollywoodiani, Eugene Hackman è passato alla storia cinematografica come un attore, non come una star.

Tommaso Montagna

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