Giovanna Marini - 1

Giovanna Marini, la storia di una voce unica nel documentario di Chiara Ronchini

Presentato in anteprima come evento speciale al 39° Torino Film Festival, il 20 aprile uscirà nelle sale Giovanna, Storia Di Una Voce, il film documentario di Chiara Ronchini che racconta la storia delle storie di Giovanna Marini, una voce unica della musica popolare italiana.

Il documentario

Giovanna Marini racconta Storia e storie per musica da tutta una vita. Dal 1958 compone, raccoglie e interpreta canti di tradizione orale, tessendo una Storia “altra” del nostro Paese, fatta di voci, persone, percorsi che non appartengono alla Storia dei grandi e dei famosi. Voce sorprendente, donna incredibile, fuori da ogni schema e scuola, Giovanna Marini attraversa inarrestabile da 60 anni luoghi, lotte e movimenti di tutta Italia con una chitarra tra le braccia. A partire dal suo percorso artistico, il film tesse una Storia antropologica e sociale del Paese, tra immaginario d’archivio e contemporaneo, ricostruendo una memoria che lontana da logiche nostalgiche vede nelle pieghe del passato un mondo sommerso di possibilità per il futuro. Un film paesaggio sonoro, un viaggio per l’Italia in cui le immagini d’archivio sono colonna sonora, e le musiche, attraverso la voce di un’artista unica, sono la nostra storia.

Giovanna Marini

Chiara Ronchini racconta…

“Giovanna Marini è una figura complessa, che sfugge alle semplificazioni. Musicista, interprete, compositrice, didatta, è voce unica nel panorama sonoro. In quel particolare utilizzo della voce, nella postura, nel timbro, nella struttura ritmica c’è qualcosa che rompe fortemente con il sistema precostituito, con la chiesa, lo stato, l’economia… proponendo a chi l’ascolta una visione altra, meno sicura, meno semplice, ineffabile, per usare una sua parola Lavorando con l’Archivio storico mi appassiona il processo di ri-significazione, ri-utilizzo oltre la fonte storica. Materiale come custode di qualcosa di profondamente vivo, culturalmente e sociologicamente, strumento per una rilettura circolare del passato, delle rovine, delle culture subalterne del nostro paese. Che lontane dall’essere morte o passate, conservano possibilità di riscatto per il nostro tempo, presente e futuro”.

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