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Il Pataffio, dal romanzo medievale di Luigi Malerba alla commedia di Francesco Lagi

Lo scorso 6 agosto ha rappresentato, in Concorso, l’Italia al 75° Locarno Film Festival. Giovedì 18 agosto invece arriverà sui grandi schermi italiani. Stiamo parlando de Il Pataffio, il film che Francesco Lagi ha diretto e anche scritto partendo dall’omonimo romanzo storico medievale scritto nel 1978 da Luigi Malerba (1927-2008). A comporre il cast sono: Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Alessandro Gassmann e Valerio Mastandrea.

Il film

La storia, raccontata in forma di commedia, punta a divertire il pubblico portandolo in un remoto medioevo immaginato dove un improbabile gruppo di soldati e cortigiani capitanati dal Marconte Berlocchio (Lino Musella) e dalla sua fresca sposa Bernarda (Vivian Cangiano), raggiungono un feudo lontano. Quello che troveranno è però un ‘postaccio’ con un castello decrepito abitato da villani per niente disposti a farsi governare. Tra appetiti profani e sacri languori, militi sgangherati e povericristi, Il Pataffio è in ultima analisi un racconto sulla libertà, la fame, il sesso e il potere.

Valerio Mastandrea

Valerio Mastandrea

Il viaggio in un mondo altro

Incontrare il libro di Malerba – ha dichiarato il regista e sceneggiatore Francesco Lagiè stato l’inizio di un viaggio in un mondo altro, un invito ad andare in un tempo e in un luogo che altrimenti non avrei mai visitato”. Luigi Malerba – nel 1954 diresse, affiancato da Antonio Marchi, anche una pellicola cinematografica, intitolata Donne e Soldati (che Monicelli arrivò a definire il film precursore di Brancaleone) – è anche l’autore dei testi delle canzoni Il Salmo di San Ghirigoro e Culi Culagni che compongono la colonna sonora del film, realizzata da Stefano Bollani. Ad arricchire la pellicola è anche la partecipazione nel cast di Alessandro Gassmann e Valerio Mastandrea, rispettivamente nei ruoli di Frate Cappuccio e Migone. Sono due di diversi personaggi che Lagi ha definito “Strampalati e struggenti, che mi hanno fatto compagnia e che ho subito riconosciuto come nostri contemporanei”.

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