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Io Lo So Chi Siete, la storia di Vincenzo Agostino, un monumento vivente di resistenza

Dopo l’anteprima al 66° Taormina Film Fest, il 21 marzo arriverà nelle sale Io Lo So Chi Siete, il film di Alessandro Colizzi che racconta la vicenda di Vincenzo Agostino che nel 1989 perse il figlio Nino, ucciso dalla mafia. Una storia che  pone in primissimo piano la questione, centrale nel nostro paese, dei familiari delle vittime spesso costretti, a farsi privatamente carico della ricerca della verità e della giustizia, al posto dello Stato.

Il film

Il 5 agosto 1989 Nino Agostino, agente di polizia della Questura di Palermo, collaboratore sotto copertura di Giovanni Falcone, è a Villagrazia di Carini con la giovane moglie incinta, per festeggiare il compleanno della sorella più piccola. Sulla soglia di casa una motocicletta affianca la coppia e la crivella di colpi. Nino muore tra le braccia del padre, Ida poco dopo nel tragitto che la porta in ospedale, davanti all’intera famiglia che ha assistito impotente.

I genitori da quel tragico giorno si battono per avere giustizia. Vincenzo ha giurato sulla bara del figlio che non si sarebbe più tagliato la barba e i capelli finché non fosse stata accertata la verità. Ma carte scomparse, verbali falsificati, telefonate anonime, depistaggi ripetuti, segnano una delle vicende più oscure e inquietanti delle stragi palermitane. In questi trent’anni Vincenzo non ha mai smesso di battersi, diventando così per moltissimi cittadini un simbolo di dignità e resistenza, di devozione verso quel figlio nei cui confronti non ha mai smesso di essere padre. Un monumento vivente di resistenza e lotta. 

Io Lo So Chi Siete 1

Alessandro Colizzi, regista, e Silvia Cossu sceneggiatrice, con questo film hanno voluto “raccontare la commistione di interessi, responsabilità e complicità intercorse in maniera inequivocabile tra lo Stato e la mafia in quest’arco di tempo”. Colizzi mostra senza retorica il muro di gomma con cui Vincenzo Agostino si scontra quotidianamente senza mai rassegnarsi o arrendersi. Preziose le testimonianze di Attilio Bolzoni, Stefania Limiti, Luca Tescaroli, Fabio Repici, Ivan D’Anna e Flora Agostino, accanto a quella del protagonista.

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