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Judy Garland, 100 anni fa nasceva un stella che non smette di brillare

Il 10 giugno del 1922 – un secolo fa – nasceva Judy Garland, considerata una delle più grandi stelle della storia del cinema. Figlia d’arte, essendo i genitori entrambi attori del vaudeville, Frances Gumm, questo il suo vero nome, iniziò la sua carriera nel 1934 quando le venne offerto un contratto vantaggioso dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Attrice indimenticabile de Il Mago di Oz di Victor Fleming, Judy si distinse sia come attrice cinematografica e teatrale sia come cantante e ballerina, recitando in una quarantina di film, vincendo l’Oscar giovanile per Il Mago di Oz e un Golden Globe nel 1955 come migliore attrice in un film commedia o musicale per È Nata Una Stella. Nonostante il successo Judy Garland visse una vita molto travagliata, caratterizzata da eccessi di droga e alcool, e si spense prematuramente all’età di quarantasette anni nel 1969. Oggi la celebriamo ripercorrendo Judy, il biopic scritto da Tom Edge e diretto nel 2019 da Rupert Goold che getta una nuova luce su una figura spesso fraintesa e travisata, dotata di un talento grandioso. Protagonista nei suoi panni Renée Zellweger che per questa prova ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 2020. 

Il film

Judy racconta l’ultimo periodo della vita della grande attrice e cantante Judy Garland (Renée Zellweger), sul finire di una carriera sfolgorante iniziata giovanissima con la Dorothy del Mago di Oz. Un mix di fama e successo, fra Oscar e Golden Globe, e poi le battaglie con il suo management, i rapporti con i musicisti, i fan, i suoi amori tormentati e il dramma familiare che la spinse a fare i bagagli e a trasferirsi a Londra. In quegli anni ci ha regalato alcune delle performance più iconiche della sua carriera intonando la famosissima Over The Rainbow.

La più grande performer mai esistita

Fino al 1969 Judy Garland si è esibita in teatro e al cinema con una carriera durata oltre quarant’anni, conquistando tutto il mondo con il suo spirito, la sua intensità e le sue incredibili doti vocali. “Sono solo una delle milioni di persone che si sono innamorate di lei – racconta Renée Zellweger del suo personaggio nel film Judy – è amata e venerata a livello internazionale, come probabilmente la più grande performer che sia mai esistita”. Eppure, nonostante ciò, il 1969 vide una Garland molto diversa dalla baby star degli anni ’30 e la celebrità hollywoodiana degli anni ’40 e ’50. La vita dura l’aveva resa inaffidabile e, mentre il lavoro diminuiva, si era indebitata e aveva perso la casa. Nel tentativo di guadagnare denaro per provvedere ai suoi figli piccoli, Judy ha accettato un lavoro redditizio, cantando per una stagione di cinque settimane a Londra al Talk of the Town, l’elegante night club di Bernard Delfont. Londra è stata l’ultima risorsa per Judy in molti modi, un’ancora di salvezza, un’opportunità per dimostrare a se stessa e agli altri che poteva ancora farcela.

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Una stella senza maschera

Per il pluripremiato regista, Rupert Goold: “Judy Garland è una star di Hollywood all’antica. È remota, come lo sono tutte le stelle dell’età dell’oro, ma ero interessato al mondo in cui bilanciare la leggenda con la donna umana e reale: la madre e il mito. Cosa c’è in lei che colpisce? Penso che durante la sua carriera lei abbia avuto un’enorme apertura emotiva, una trasparenza. Non c’è una maschera. C’è solo lei”. Anche il catturare quelle sfumature nel personaggio e lo spirito divertente che Judy non aveva mai perso è stato un fattore importante per Rupert Goold: “ero interessato a cercare di riconnettermi con il suo lato sexy, spiritoso, pericoloso ed emotivamente disponibile”.

Un talento troppo pesante

Portare la storia lontano dalla consueta struttura del biopic – uno sprint cronologico attraverso i “pezzi migliori” della vita di una persona – e invece concentrarsi in profondità su un particolare momento, è stato anche un importante punto di forza per la sua attrice protagonista, Renée Zellweger: “pensavo che in questo film ci fosse l’opportunità di esplorare qualcosa che non viene spesso considerata quando si pensa a questa personalità immensa – cosa lei riponeva nel suo lavoro e quanto ciò le sia costato. Questo era un periodo della sua vita in cui lavorava perché aveva bisogno di lavorare, ma fisicamente aveva bisogno di riposare. La sua voce, la cosa che le dà valore e autostima, è anche la cosa che lei sta distruggendo, pur di prendersi cura dei suoi figli”. Il film analizza anche il perché le performance di Judy le abbiano tolto tanto: “la maggior parte delle persone mette una maschera di fronte alla telecamera o ad un pubblico – afferma la Zellweger – penso che con Judy, invece, si veda la persona vera”.

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La storia della vita di Judy sembra ancora attuale, tanto più nell’era di#metoo, in cui Judy si erge come un simbolo di sfida. Lo sceneggiatore Tom Edge spera che il film mostri un lato diverso di Judy Garland di cui la gente potrebbe non essere a conoscenza: “non puoi mai dire che la tua idea su di lei sia quella definitiva. Tutto quello che puoi veramente fare è avere un senso di lei e provare a trovare una narrazione che trasmetta la tua verità al pubblico. Il ritratto della Garland che il film offre è un sincero tentativo di catturare la sua essenza, il suo calore, la sua generosità e il suo spirito. Spero che le abbiamo reso giustizia”.

“Judy Garland è riuscita a trionfare nonostante tutte le avversità. Il suo genio puro e la sua naturale abilità: come lei ne nasce una ogni cento milioni di anni”.

Renée Zellweger

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