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Karzan Kader racconta infanzia e guerra in Kurdistan con l’autobiografico Bekas

Presentato in concorso all’ultimo Giffoni Film Festival (categoria giovani 10+), giovedì 19 marzo arriva al cinema Bekas, il film diretto da Karzan Kader che ha deciso, partendo dalla propria esperienza personale, di raccontare una storia commuovente di guerra e realtà che ha per protagonisti i bambini.

Primi anni ’90. Il regime di Saddam Hussein esercita una violenta pressione sulla regione curda dell’Iraq. Due fratelli curdi orfani e senzatetto, Zana, 7 anni, e Dana, 10, vedono il film Superman attraverso un buco nel muro del cinema locale, e decidono di andare in America. Quando saranno lì, Superman potrà risolvere i loro problemi, semplificare le loro vite e punire quelli che sono stati cattivi con loro, primo fra tutti Saddam Hussein. Ma, per arrivarci, hanno bisogno di denaro, passaporti, un mezzo di trasporto, un modo per passare la frontiera.

Purtroppo non hanno nulla di tutto ciò, ma, imperterriti, stabiliscono di intraprendere il viaggio verso il loro sogno. Raccolgono tutti i dinar che hanno e comprano un asino che Zana chiama Michael Jackson. In groppa a Michael, carico di pane e acqua, seguiti da una coda di 30 ragazzi, Zana e Dana iniziano il loro cammino verso l’America e verso Superman.

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Fuggito dal Kurdistan da bambino nel 1990, per il suo debutto alla regia Karzan Kader ha dato vita ad un road movie intenso e piuttosto insolito. Attraverso gli occhi ingenui dei due bambini, ci porta ad affrontare i temi pesanti della guerra e dell’oppressione con fascino e arguzia, in un modo ironicamente accomodante.

Quando ho iniziato a scrivere Bekas – racconta Karzan Kader – volevo raccontare questa storia, perché mi ero innamorato del sogno di metter piede sulle strade americane e di vivere in pace, lontano dalla guerra di Saddam. E amo l’idea di due ragazzi che si mettono in pericolo per raggiungere il loro eroe, Superman, dalle strade irachene agli Stati Uniti, sul dorso di un asino. In nessun’altro posto al mondo si potrebbe raccontare una storia di questo tipo”.

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Un film che vede protagonista anche una guerra “durata così a lungo da diventare una condizione normale” ha spiegato Kader. Il regista con Bekas ha voluto raccontare una storia che “faccia sentire la voce del popolo curdo al resto del mondo. Non esistono altri film che mostrino al mondo questo lato del Kurdistan, non è mai stata fatta prima una cosa del genere”.

“1991, avevo sei anni. Vedo me stesso e mio fratello prepararci per passare la frontiera irachena. Stanchi, affamati e spaventati. Questa è la mia storia, la storia di come ho lasciato il Kurdistan”

Karzan Kader

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