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Katharine Hepburn, 15 anni fa se ne andava la Signora degli Oscar

Il 29 giugno del 2003, esattamente 15 anni fa, a Old Saybrook si spegneva Katharine Hepburn, immortale stella di Hollywood, l’attrice che ancora oggi detiene il record di Oscar vinti, quattro, su un totale di 12 nomination. Nel 1999 l’American Film Institute, l’ha classificata al primo posto fra le più grandi star, ritenendola la più grande attrice statunitense di tutti i tempi.

Katharine Hepburn

Katharine Hepburn

Forte e disciplinata

Un successo che Katharine, scomparsa novantaseienne nel 2003, arrivò ad avere grazie ad un carattere forte e caparbio, sempre capace di rialzarsi dopo brusche cadute. Figlia di una suffragetta e femminista convinta (Katherine Martha Houghton), Katharine fin da piccola iniziò, spinta dal padre, a praticare diversi sport – nuoto, equitazione, golf, tennis, pattinaggio artistico – imparando la disciplina. E sempre giovanissima dovette farsi coraggio quando la vita la sconvolse: un giorno trovò impiccato ad una trave suo fratello Tom. Un episodio che funestò la sua infanzia (facendola cadere in depressione), ma che al tempo stesso le inspessì la pelle.

La scoperta della recitazione

Si iscrisse al Bryn Mawr College, su forte volere della madre. Katharine accettò a denti stretti, e durante la sua esperienza di studentessa non mancarono momenti in cui si ribellò e infranse le regole (una volta fu sospesa perché fumò una sigaretta in camera). Ma fu proprio in ambiente universitario la Hepburn scoprì il suo amore per la recitazione. Interpretando il ruolo di protagonista in una produzione di The Woman in the Moon nel suo anno da senior, capì che la sua strada era il teatro, nonostante la laurea in Storia e Filosofia, raggiunta nel giugno 1928.

Ne "La Gloria del Mattino"

Ne “La Gloria del Mattino”

Da Broadway al cinema

Il 1928 segnò anche l’esordio a Broadway nella commedia teatrale Night Hostess, dopo anni di apprendistato nei teatri di Baltimora. Seguirono altre prove non memorabili, ma tutto cambiò nel 1932 quando si fece notare per la sua interpretazione di Antiope nel dramma The Warrior’s Husband. Un agente di Hollywood, Leland Hayward, la vide e la suggerì a George Cukor per la parte di Sydney Fairfield in Febbre di Vivere. Cukor restò talmente impressionato da convincere la produzione a soddisfare le sue richieste (1.500 $ a settimana!). Sfrontata, sicura, spavalda: Katharine, arrivò ad Hollywood venticinquenne e ottenne la parte. Recitò senza mostrare alcun segno di intimidazione. Il film fu un successo.

La Gloria del Mattino, il primo Oscar

Dopo La Falena d’Argento (film mediocre ma lui fu apprezzata), nel 1933 recitò ne La Gloria del Mattino di Lowell Sherman nei panni di Eva Lovelace, un’aspirante attrice che riesce ad ottenere la parte della prima attrice recalcitrante proprio la sera del debutto. Un ruolo che Katharine sentiva suo e che volle interpretare ad ogni costo. Grazie ad una interpretazione sensazionale, fu talmente convincente da vincere il suo primo Oscar nel 1934. L’attrice scelse di non partecipare alla cerimonia di premiazione degli Oscar, scelta che continuerà per tutta la durata della sua carriera, ma si entusiasmò della propria vittoria.

Con Cary Grant in "Scandalo a Filadelfia"

Con Cary Grant in “Scandalo a Filadelfia”

Da Piccole Donne ai primi fallimenti

Sempre del 1933 è anche il fortunato Piccole Donne di George Cukor, dove interpreta Jo March (fu premiata a Venezia con la Coppa Volpi). La caduta però era dietro l’angolo: Argento Vivo di John Cromwell fu un fiasco al botteghino e la Hepburn fu massacrata dalla critica. Seguirono altri fallimenti: da The Lake (in teatro) a Amore Tzigano di Richard Wallace, da Il Diavolo è Femmina di Cukor a Maria di Scozia di John Ford, da Una Donna si Ribella di Mark Sandrich al Dolce Inganno di George Stevens. Seguirono Palcoscenico di Gregory La Cava e la screwball comedy Susanna di Howard Hawks, entrambi acclamati dalla critica ma perdenti al box office. Particolarmente indisponente verso i giornalisti, la Hepburn in quel periodo fu ribattezzata con il poco carino titolo di “Veleno per il botteghino“. La maledizione proseguì anche, e nonostante, Incantesimo di Cukor (con Cary Grant) che non riuscì a richiamare molto pubblico. Solo Primo Amore (1936) di George Stevens le portò una nomination all’Oscar.

Rinascere con Scandalo a Filadelfia

A seguito di questo declino della sua carriera, la Hepburn si adoperò per avere una rimonta. Lasciò Hollywood per cercare un progetto a teatro e firmò per recitare in Scandalo a Filadelfia, la nuova commedia di Philip Barry. Nello spettacolo interpretava il personaggio di Tracy Lord, una miscela di umorismo, aggressività, nervosismo e vulnerabilità. Intuendo che questo potesse essere il suo grande ritorno a Hollywood, Howard Hughes comprò i diritti per una trasposizione cinematografica che fu diretta da George Cukor. Katharine recitò al fianco di James Stewart. La pellicola si rivelò uno dei più grandi successi del 1940 e fu il film con il quale il pubblico cambiò atteggiamento nei confronti di Katharine Hepburn e ne decretò il successo per gli anni a venire.

Insieme a Spencer Tracy

Insieme a Spencer Tracy

Un ventennio di sfide (e di nomination)

Nel 1942 sul set de La Donna del Giorno di George Stevens, Katharine incontrò Spencer Tracy, a cui resterà legata anche nella vita sino alla morte di lui, nel 1967. Gli anni cinquanta videro Katharine Hepburn assumersi una serie di sfide professionali e allungare ulteriormente la sua carriera, a un’età in cui la maggior parte delle altre attrici cominciava a ritirarsi. Oltre al teatro (Come vi Piace, fu un successo enorme), recitò anche ne La Regina d’Africa di John Huston al fianco di Humphrey Bogart, guadagnandosi una nomination all’Oscar. Altre candidature arriveranno in seguito per Tempo d’Estate di David Lean, per Il Mago della Pioggia di Joseph Anthony, per Improvvisamente l’Estate Scorsa di Joseph L. Mankiewicz e per Il Lungo Viaggio Verso la Notte di Sidney Lumet.

Due Oscar di fila

1968 e 1969: arrivarono in fila due Oscar consecutivi per Katharine Hepburn, a 34 anni da La Gloria del Mattino. Il primo le fu assegnato per Indovina Chi Viene a Cena?, film diretto da Stanley Kramer e con l’ormai compianto Spencer Tracy, al suo ultimo film. La pellicola, il nono che vide all’opera la coppia, tratta con tono divertito il tema dell’integrazione razziale. La Hepburn, straziata dal dolore, pensò sempre che le fu data la statuetta in ricordo del compagno. L’anno successivo però arrivò un nuovo Oscar per Il Leone d’Inverno di Anthony Harvey, tratto dall’omonima opera teatrale del 1966 di James Goldman. La Hepburn interpretò con istrionica bravura la regina Eleonora d’Aquitania.

Ancora super "Sul Lago Dorato"

Ancora super “Sul Lago Dorato”

Sul Lago Dorato, l’ultimo ruggito

Prima di ritirarsi dalle scene, è del 1981 il suo ultimo ruggito al cinema. Sul Lago Dorato di Mark Rydell fu un enorme successo di pubblico (incassò 119.285.432 dollari) e soprattutto regalò il quarto Oscar da Protagonista alla nostra Katharine. Una pellicola che mise in luce l’energia di una settantaquattrenne che nel film si tuffava completamente vestita nel lago Squam e che dava pure una vivace performance di canto. Come scrisse Homer Dickens nel suo libro sulla Hepburn, fu una vittoria sentimentale: «un omaggio alla sua carriera duratura». L’ennesimo esempio di una donna caparbia, ambiziosa, esemplare.

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