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Le Storie Che Saremo, il cinema riparte dalla nostra memoria

Da dove ripartire, se non dalla nostra memoria, per immaginare il futuro dopo questa emergenza globale? Il cinema e l’arte provano a loro modo a dare risposte, cercando di rendere visibile quello che visibile non è; e lo fanno, essendo visionari, lasciandosi ispirare da questo presente fragile, e dalle immagini degli archivi di famiglia, per immaginare il mondo come sarà, ovvero Le Storie Che Saremo. È questo il progetto promosso dalla casa di produzione veneziana Ginko Film, curato da Marco Zuin e coordinato da Chiara Andrich, in collaborazione con sei archivi nazionali di film di famiglia: 8mmezzo (Livorno), Cinescatti/Lab80 (Bergamo), Home Movies – Archivio nazionale del film di famiglia (Bologna), Paesaggi di famiglia (Cagliari), RI-PRESE (Venezia) e Superottimisti (Torino).

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L’idea è quella di reinterpretare ciò che eravamo per dare una prospettiva di quello che vivremo, attraverso sei film della durata di pochi minuti ciascuno, che confluiranno in un’opera a episodi, affidati ad altrettanti registi. Provenienti da esperienze che spaziano dal cinema di finzione al documentario e all’arte visuale contemporanea, gli autori coinvolti hanno partecipato ai più importanti festival, dalla Mostra del Cinema di Venezia al Festival di Locarno, dal Torino Film Festival a Visions du reel, Clermont-Ferrand, Festival dei Popoli: Daniele Atzeni, Marco Bertozzi, Claudio Casazza, Giulia Cosentino, Irene Dionisio, Martina Melilli.

In questo periodo di isolamento, in cui tutti siamo stati testimoni di un tempo tanto duro quanto sospeso, gli autori hanno accettato l’invito e la sfida a non realizzare nuove immagini, domestiche e intime, ma a rielaborare materiali già esistenti messi a disposizione dagli archivi per dargli una nuova vita. Una selezione di film in pellicola 8mm, super8, 16mm e su nastro magnetico in formato VHS e video8, girati per immortalare scene intime familiari come battesimi, matrimoni, feste di compleanno, ma anche viaggi o eventi pubblici, città e paesaggi, che oggi offrono testimonianze inedite della nostra società dagli Trenta per arrivare fino agli anni Ottanta.

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I registi, ognuno con il proprio sguardo e sensibilità, stanno indagando questo patrimonio lavorando in forma personale e interpretativa: sei voci, anche critiche, ironiche, romantiche, caustiche, per riscrivere nuove storie possibili. I film parleranno di ricordo e di comunità, di distanze fisiche e affettive, di viaggi ma anche del rito del cinema e di come siamo portati a vedere le immagini, e ancora il valore dell’ascolto, del dialogo fino a un futuro fantascientifico. La colonna sonora dei film sarà originale, curata da musicisti che hanno sposato il progetto, ognuno con diversi approcci e sonorità, tra cui il compositore Giovanni Schievano che curerà anche la post produzione con la sua etichetta Soundrivemotion.

Questo momento storico epocale ci obbliga a riflettere sulla memoria – dichiarano gli archivi di film di famiglia coinvolti – crediamo che i materiali che per anni abbiamo prima salvato e poi conservato e catalogato, diventeranno, nel futuro post Covid19, ancora più importanti, a partire dal fatto che sono film di e con persone, non liste di numeri. I film di famiglia sono l’emblema di tutto ciò che oggi è assente, ma sono anche il simbolo e la speranza di quello che abbiamo il dovere di ricostruire. Per questo è importante questo progetto. Non alla memoria, ma per la memoria. La nostra”. La produttrice Chiara Andrich aggiunge: “ogni autore sta realizzando un corto, ognuno con la propria poetica, che poi confluirà in un’opera corale formata da 6 episodi, a costituire una pluralità di sguardi, memorie e speranze”.

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«In un tempo in cui assistiamo a una sovraesposizione di immagini prodotte nel presente, Le Storie Che Saremo capovolge l’assioma e chiede di dare un nuovo messaggio artistico a partire da materiali amatoriali esistenti, per ritrovare nei riti comunitari una memoria collettiva – cocnlude il curatore del progetto Marco Zuinil ricordo è una delle poche cose che non ci possono essere precluse, dobbiamo partire da qui per scrivere una nuova storia».

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