Photo Copyright Laurent Champoussin

L’Ultima Ora, le generazioni in conflitto di Sébastien Marnier

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Presentato con successo all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, giovedì 4 luglio arriva al cinema L’Ultima Ora, l’opera seconda di Sébastien Marnier tratta dal romanzo omonimo di Christophe Dufossé. Protagonisti del film sono Laurent Lafitte, Emmanuelle BercotLuàna Bajrami.

Il film

L’Ultima Ora è un thriller psicologico di grande impatto, che esplora il lato più oscuro dello spirito dei Fridays for Future in un crescendo di suspense e con un colpo di scena finale che lascia a bocca aperta. La vicenda è ambientata in una scuola superiore, dove un professore si getta dalla finestra sotto gli occhi atterriti degli studenti. Il supplente chiamato a sostituirlo, Pierre (Laurent Lafitte), nota da subito qualcosa di strano nella sua classe: un gruppo di sei alunni, molto uniti e dotati di un’incredibile intelligenza precoce, ha un atteggiamento ostile verso chiunque e sembra stia preparando un piano misterioso. Pierre inizia a essere ossessionato da questi sei adolescenti, fino a venire risucchiato nel loro gioco sinistro.

Sébastien Marnier racconta…

Ho letto il romanzo di Dufossé quindici anni fa ed ero rimasto sopraffatto dal fascino delle situazioni che sapeva raccontare: un insegnante che si suicida davanti alla sua classe, l’atmosfera di sospetto che circonda gli studenti, un piano indecifrabile che un gruppo di adolescenti sta mettendo in atto. Avrei voluto che fosse il mio primo film, ma sono felice di averlo girato solo molti anni più tardi, quando la situazione politica e ambientale in tutto il mondo, e in Francia in particolare, si è fatta ancora più preoccupante. La realtà diventa sempre più difficile e lo stesso vale per la visione che i ragazzi protagonisti hanno del loro futuro. Credo che le nuove generazioni siano diventate più consapevoli del mondo in cui vivono. Il tema centrale del film resta il fatto che gli adulti non sono quasi mai capaci di comprendere il mistero dell’adolescenza, malgrado siano stati tutti adolescenti a loro volta“.

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Gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale in quello che accade nel film: molti di loro si sono arresi, diventando indifferenti alla sofferenza degli adolescenti che dovrebbero proteggere. C’è un senso di cecità e irresponsabilità nei docenti ritratti ne L’Ultima Ora, c’è il desiderio continuo di mettere la testa sotto la sabbia o, ancora peggio, di razionalizzare la violenza e l’estremismo di cui gli studenti sono capaci. Ho cercato di sfruttare questa tensione e questa ambiguità tra i due gruppi, nella speranza che gli spettatori si chiedano chi siano i veri mostri, se gli adulti o i ragazzi. C’è poi l’aspetto dell’eccezionale intelligenza del gruppo dei sei studenti protagonisti, un’intelligenza e un senso di chiusura al mondo esterno che riescono a essere molto disturbanti”.

Pierre, il giovane supplente reclutato dopo il suicidio del professore, non ha confidenza con questo tipo di istituzione, una scuola privata molto elitaria. Il suo personaggio sta a metà strada tra alunni e insegnanti e fa da collegamento tra lo spettatore e il gruppo di adolescenti protagonista, poiché egli trasgredisce più volte i limiti del suo mandato seguendo e spiando i ragazzi, mosso dalla volontà di scoprire il loro segreto. Ma è proprio questa sua naturale curiosità e questo desiderio di intervenire che finisce per farlo irretire da un gioco che non può comprendere o controllare e che lo porta a rasentare la follia“.

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A mio avviso L’Ultima Ora è un film genuinamente politico e il finale dovrebbe creare un’immagine forte della potenziale risposta al disastro della situazione attuale. Il fatto che l’insegnante, Pierre, diventi parte del gruppo in quel particolare momento trasmette delle emozioni contraddittorie, ma comunque positive. Nel corso di tutto il film, infatti, avevamo visto due generazioni confrontarsi senza mai davvero comprendersi. E lo stesso succede in tutto il mondo, dove assistiamo al succedersi di così tanti segnali drammatici di emergenze ambientali davanti alle quali i leader politici e le lobby economiche sembrano restare completamente indifferenti. Trovo sia insieme terribile e affascinante il fatto che occorra aspettare una vera catastrofe per ritrovare un senso di unità e di consapevolezza collettiva altrimenti impossibile“.

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