"La Primavera Di Christine" (Oliver Oppitz©)

Mirjam Unger contro la Guerra con La Primavera di Christine

"La Primavera Di Christine" (Oliver Oppitz©)

Basato sul romanzo autobiografico di Christine Nöstlinger, è da oggi al cinema La Primavera di Christine, la pregevole pellicola antibellica diretta da Mirjam Unger e distribuita dalla Wanted.


Vienna 1945: la polveriera della Guerra e l’occupazione dell’Armata Rossa osservati dallo sguardo innocente di Christine, una bambina di nove anni. Christine non sa cosa significhi vivere in tempo di pace, così come i bambini europei di oggi non conoscono gli orrori della guerra. In una città bombardata, senza soldi, Christine e la sua famiglia si trasferiscono in una vecchia villa alla periferia di Vienna. Adesso hanno un tetto sulla testa, ma niente di più. Dopo la resa dell’esercito tedesco, i soldati russi hanno in mano la città e i viennesi sono in preda al terrore. Tutti, tranne Christine.

Quando abbiamo cominciato il lavoro di adattamento della autobiografia di Christine Nöstlingers – racconta Mirjam Ungernon potevamo immaginare che la Guerra in Siria sarebbe stata nel giro di poco tempo così vicina a noi”. Christine Nöstlingers aveva nove anni quando la seconda Guerra mondiale è finita e il film mostra la sua esperienza di bambina in Guerra settanta anni fa, durante le ultime settimane di Vienna in conflitto e nei primi giorni dopo la resa tedesca.

Oliver Oppitz©

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Intenzione della regista era quella di mettere a fuoco il racconto sulla universale e sempre attuale condizione esistenziale dei bambini in tempo di Guerra: “l’ambivalenza della guerra e la percezione del conflitto da parte di una bambina rispetto a una realtà che per gli adulti significava la catastrofe, e la domanda su cosa i bambini percepiscono della realtà, rappresenta per me gli elementi più significativi del film”. La Unger si augura che “la piccola Christine, intelligente e ostinata, riesca a parlare e a commuovere i bambini di oggi e il bambino interiore che vive ancora negli adulti”.

Christine ha influenzato la regista e la sua squadra anche al di là del suo libro. Non è certo un caso che in questa produzione cinematografica quasi ogni ruolo chiave sia coperto da una figura femminile: Gabriele Kranzelbinder, una delle poche produttrici austriache, Katharina Wöppermann, responsabile della scenografia, Eva Testor, dietro la macchina da presa, Ursula Mossböck, al montaggio delle immagini, Sandra Bohle alla sceneggiatura, Eva Jantschitsch, che ha composto del musiche, e infine la Unger alla regia.

Oliver Oppitz©

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Al di là del significato del contesto storico dell’autobiografico Fly Away Home, Christine Nöstlinger è stata per decenni uno tra i più importanti autori austriaci per l’infanzia ed è ancora oggi una figura di riferimento per la regista: “il fatto che abbia cominciato a scrivere a 40 anni, lavorando sul tavolo della cucina cercando di conciliare il suo sforzo narrativo con le esigenze della famiglia e della gestione di una casa, mi ha dato un significato particolare e una nuova prospettiva. Christine è una figura di riferimento sia per le sue posizioni politiche che per la sua visione artistica. È una donna capace di trasmettere energia”.

“Le settimane dell’estate 1945, quando tutto era in macerie, sono state le più belle della mia infanzia”.

Christine Nöstlingers

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