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Nicolas Cage volto della vera storia di Gary Faulkner in Io, Dio e Bin Laden

Domani esce al cinema Io, Dio e Bin Laden, il film diretto da Larry Charles con protagonisti Nicolas Cage e Russell Brand. Basato su un’incredibile storia vera americana, si tratta di una commedia che mette in luce la sottile linea tra follia e comicità.


Io, Dio e Bin Laden – ispirato a un articolo del 2010, scritto da Chris Heath e pubblicato dalla rivista GQ – racconta la vera storia di Gary Faulkner (Nicolas Cage), un ex-detenuto disoccupato, una sorta di moderno Don Chisciotte, che armato solamente di una spada comprata su un canale televisivo, si recò in Pakistan undici volte allo scopo di catturare Osama Bin Laden e di consegnarlo alla giustizia, spinto dalla convinzione che Dio (Russell Brand) in persona glielo avesse chiesto.

Russell

Russell Brand

Seguendo Gary nei suoi viaggi, incontreremo una miriade di personaggi diversi: i vecchi amici di Gary del Colorado, i nuovi amici che incontra in Pakistan, i nemici che si fa nella CIA, persino Dio, e Osama in persona. E tutti non potranno fare altro che lasciarsi ispirare e cambiare profondamente quando entreranno in contatto con una forza della natura come Gary. Io, Dio e Bin Laden è, in definitiva, la celebrazione di chi sa sognare in grande e di come il sogno di un uomo pieno di passione lo abbia trasformato da povero senzatetto a supereroe internazionale.

Nicolas Cage

Nicolas Cage

Larry Charles è considerato uno sceneggiatore e un regista controverso. Di quelli che amano esplorare i soggetti cupi, che in genere non si vedono mai nelle commedie, perché rischiano di mettere a disagio le persone. Gli piacciono i personaggi che annaspano nelle situazioni sociali più assurde. Io, Dio e Bin Laden possiede un delicato equilibrio tra narrazione e commedia: “questo film rappresenta il testamento della visione e dello stile di Larry Charles. Lui è un regista molto particolare, nessun altro lavora come lui – spiega il Produttore Esecutivo Jeremy Steckler – Larry aveva voglia di raccontare una storia che appartenesse ai nostri giorni, una storia americana. Il suo lavoro è profondamente umano, ama raccontare le storie dell’esperienza umana, non la loro versione Hollywoodiana. Ammettiamolo: l’esperienza umana è di gran lunga più divertente”.

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