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Remember di Atom Egoyan: solo la giustizia guarisce il passato

È da oggi al cinema Remember, il nuovo avvincente thriller diretto da Atom Egoyan già presentato in Concorso alla 72a Mostra del Cinema di Venezia con protagonisti Christopher Plummer, Martin Landau e Bruno Ganz. Nel film il capitolo più tragico della storia del XX secolo entra in collisione con una missione di vendetta compiuta ai giorni nostri.


Remember è la storia ai giorni nostri di Zev, (Christopher Plummer), che scopre che la guardia nazista che assassinò la sua famiglia circa 70 anni fa vive attualmente in America sotto falso nome. Malgrado le evidenti sfide che la scelta comporta, Zev decide di portare a termine una missione per rendere una giustizia troppo a lungo rimandata ai suoi cari, portandola a compimento con la sua stessa mano ormai tremolante. La sua decisione dà l’avvio a uno straordinario viaggio intercontinentale con conseguenze sorprendenti.

Tratto da una sceneggiatura originale scritta da Benjamin August, il film è stato fortemente voluto e prodotto da Robert Lantos che per la parte dell’eroico protagonista di novant’anni ha voluto Christopher Plummer: “non sono molti gli attori in quella fascia di età in grado di sostenere sulle loro spalle un intero lungometraggio” ha affermato. Plummer (foto copertina) ha così interpretato il protagonista Zev, un anziano superstite dell’Olocausto, a un passo dall’entrare in piena demenza senile, un uomo che abbandona il conforto e la sicurezza della sua residenza per anziani assistiti per scovare e uccidere il nazista che ha sterminato la sua famiglia.

Martin Landau è Max

Martin Landau è Max

Robert Lantos non era interessato a rivisitare i temi dell’Olocausto e della demenza avendoli già trattati in precedenti film. Tuttavia, Remember era qualcosa di molto diverso. È una storia intima, ambientata ai giorni nostri, ma originata da un evento occorso settant’anni prima. “I macro eventi del passato che permeano il nostro presente, che si stingono nel nostro presente, danno forma a questo insolito racconto di una vendetta straordinaria”, spiega Lantos. Nel decennio che ha portato a questa convergenza di eventi, si è sviluppata una sempre crescente consapevolezza dell’ingente numero di criminali di guerra della Seconda guerra mondiale tuttora irreperibili e tuttavia sempre più anziani.

Per Zev Guttman la storia ha inizio con la morte della moglie. L’ultima notte della “seduta di shiva” (il rituale ebraico del lutto), Max, l’amico costretto su una sedia a rotelle (Martin Landau), anch’egli novantenne, gli porge garbatamente una busta e lo invita ad aprirla in privato. Quando Zev lo fa, scopre una fitta lettera e una mazzetta di banconote da cento dollari. Leggendo le parole che Max ha scritto, si commuove profondamente perché l’amico gli ricorda di una promessa che Zev gli aveva fatto: rintracciare Rudy Kurlander (Bruno Ganz), l’uomo a cui sia Max che Zev hanno dato la caccia. A quel punto Zev prepara una piccola borsa e nel cuore di quella notte esce silenziosamente di casa per salire su un taxi che lo attende e il cui autista già conosce la prima destinazione di Zev. Il viaggio incontro al destino ha inizio.

Bruno Ganz è Rudy Kurlander

Bruno Ganz è Rudy Kurlander

Questa è la storia di un uomo che prende quel poco di energia vitale che gli è rimasta e, mosso da una serie di istruzioni e dalla memoria, la investe tutta in un atto di vendetta che darà una svolta alla sua esistenza. È una storia triste, tenera e piena di suspense, come spiega Atom Egoyan: “questa è l’ultima storia che si può raccontare al giorno d’oggi in relazione a quel periodo storico”. Per molti versi, il regista considera Remember un lavoro complementare al suo film precedente AraratIl Monte dell’Arca, nel senso che “affronta il tema degli effetti residuali della storia nel corso del tempo e di come formiamo la nostra identità in particolare quando la nostra storia personale comporta un evento traumatico”.

Il concetto di come il tempo e il trauma si rifrangono attraverso le generazioni è al centro di tantissimi materiali interessano a Egoyan: “le conseguenze di eventi storici sui figli degli autori dei crimini, sui figli dei superstiti, che si ripercuotono in modi del tutto inattesi: è impossibile prevedere quali saranno gli effetti e quest’incognita pervade il film”. Una pellicola che “parla del nostro rapporto del nostro rapporto con l’orrore in un nuovo modo: a un certo livello è semplice e l’identificazione avviene in modo naturale, eppure la stratificazione è molteplice e molto complessa”.

Carnefice e vittima a confronto

Carnefice e vittima a confronto

L’occhio incline alla composizione musicale di Egoyan ci racconta la storia con una devozione inflessibile per il singolo intreccio. La trama si sviluppa – senza ricorrere ai convenzionali flashback – interamente nel presente, scevra da sentimentalismi e manipolazioni. Per Robert Lantos questa storia “doveva essere scritta oggi, la matematica del tempo e dell’età ha imposto questa necessità”. Anche perché “continuo a leggere notizie relative agli arresti di criminali di guerra che ancora vivono negli Stati Uniti e in Europa e i tentativi di condannarli non si realizzano mai perché muoiono prima della conclusione del processo”. Era questa l’unica strada per Zev, “farsi giustizia da sé perché intraprendere un’azione legale non porterebbe alcun risultato”.

“Il passato non può guarire senza giustizia”.

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