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Rosa Pietra Stella, la donna che lotta di Marcello Sannino

Presento al Giffoni e acclamato dal pubblico al Festival Internazionale di Rotterdam, giovedì 27 agosto arriva nelle sale Rosa Pietra Stella, il film diretto da Marcello Sannino con protagonisti Ivana Lotito, Ludovica Nasti e Fabrizio Rongione.

Il film

Carmela (Ivana Lotito) ha trent’anni, bella e indomita come un’amazzone, cerca di trovare da sola il modo per tirare avanti, giorno per giorno, con mille lavori precari, finché non le capita l’occasione di fare affari con gli immigrati che popolano il dedalo di vicoli del centro antico di Napoli. Un girone infernale in cui pur di avere un permesso di soggiorno si è disposti a pagare per lavorare. Carmela ha una figlia di undici anni, Maria (Ludovica Nasti). Vivono insieme ad Anna (Imma Piro), sua madre, a Portici, una cittadina sul mare nell’immediata provincia di Napoli. Il loro rapporto non è facile: Anna avrebbe voluto una vita più semplice e regolare per la figlia che invece sta commettendo i suoi stessi errori.

Carmela, dal canto suo, è stata una sorella più che una madre per Maria che irrimediabilmente ne soffre ed è da tempo monitorata dai servizi sociali. Per Carmela è tempo ormai di assumersi le responsabilità di madre. Vuole conquistare la fiducia della figlia. Ci prova. Conosce Tarek (Fabrizio Rongione), un quarantenne algerino che vive a Napoli da vent’anni. L’uomo prova attrazione per Carmela e tanta tenerezza. Questa fragile impalcatura sulla quale sta fondando la sua vita man mano si sgretola. Sullo sfondo una città-metafora della contemporaneità, multiculturale e polverosa, sensuale e squilibrata, con sporadici raggi di sole a coltivare le illusioni di ognuno. Un luogo in cui arrivare e mai più riuscire a ripartire.

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Marcello Sannino racconta…

La storia del film è ispirata alla vita di una persone reale. Precisamente la vita di un’amica conosciuta anni fa. Con lei mi sono trovato spesso coinvolto in giornate senza fine, passate ad inseguire persone da incontrare, commissioni da fare all’ultimo momento, illusioni quotidiane di piccoli affari da concludere, per non tornare a casa e in fondo fuggire al destino di una vita segnata dalla nascita. Partendo da questo rapporto ho immaginato il personaggio di Carmela. Il film racconta il momento in cui Carmela, la protagonista, per necessità ed inconsapevole desiderio, deve uscire dalla sua solitudine, tradire il suo orgoglio ed incontrare “l’altro”. Un “nuovo” altro, sconosciuto, disperato anch’esso“.

Quindi ritrovandosi in mondo dove la lotta di classe è stata sostituita da una lotta interna tra coloro che vivono nella marginalità e nella clandestinità, Carmela usa le poche armi che ha a disposizione per la sua sopravvivenza. Questo è l’ambito sociale e politico nel quale si svolge la storia. Il punto è: parlare delle persone o dei problemi sociali? In realtà, come diceva Rossellini riguardo il suo capolavoro Europa ’51, non esiste nessun problema semplicemente “sociale”, i problemi sono tutti problemi umani. E in questi tempi sempre più disumani bisogna ripartire dalle persone. Non è la coscienza dell’individuo a determinare il contesto sociale nel quale si svolge la sua vita ma il contrario. Questo rapporto va ripensato, invertito o equilibrato“.

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Aldilà della riflessione sul mondo, ciò che da sempre mi interessa nel mio lavoro è la persona. In questo caso una donna, che ancora oggi, in quanto donna, ha troppo spesso una posizione marginale. La mia Carmela, oltre ad ispirarsi a una persona reale, ha come riferimento le donne raccontate in Rosetta dei fratelli Dardenne, Adua E Le Compagne di Antonio Pietrangeli, Mouchette di Robert Bresson, Vivre Sa Vie di J.L. Godard. ma anche in Gloria di John Cassavetes, Senza Tetto Né Legge di A.Varda, Mamma Roma di Pasolini. Donne sole molte volte spaesate rispetto al contesto che le circonda. Spesso costrette a prendere decisioni drastiche, a volte crudeli, spinte da una necessità assoluta. Donne che lottano, che si complicano la vita, che portano dentro di sé un desiderio grande, un sogno ancora confuso ma presente, un sogno in attesa di essere realizzato, forse in un’altra vita“.

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