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Sea Sorrow, Vanessa Redgrave racconta il Dolore del Mare

Mercoledì 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, esce al cinema Sea Sorrow – Il Dolore del Mare, un documentario che segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave e rappresenta una riflessione molto personale sull’odierna situazione di crisi che vivono i rifugiati. Gli occhi sono quelli degli attivisti e rifugiati che raccontano il loro passato e il loro presente in un documentario dalle tinte drammatiche che ci spinge a riflettere sull’importanza dei diritti umani. A questo progetto, hanno preso parte Ralph Fiennes, Emma Thompson, Lord Alfred Dubs, Simon Coates, Daisy Bevan Martin Sherman, Juliet Stevenson e Don Benedetto Serafini.


Presentato l’anno scorso a Cannes, Sea Sorrow è un’opera, ricca di spunti di riflessione e meditazione, è stata girata in Grecia, Libano, Italia, Calais e Londra. Vanessa Redgrave si mette sulle tracce della storia passata e presente dei rifugiati in Europa. Lo fa ripercorrendo episodi della propria storia personale, in particolare di quando all’età di due anni dovette fuggire da Londra agli albori dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale; o ancora del periodo da studentessa, in cui si dedicò al volontariato in aiuto dei rifugiati ungheresi; per finire con il viaggio intrapreso in Libano per incontrare un bambino palestinese di tre anni che si trovava in un campo per rifugiati.

Il laburista Lord Alfred Dubs racconta della sua fuga dai nazisti e del suo arrivo a Londra come rifugiato dalla Cecoslovacchia, grazie all’operazione Kindertransport e spiega la ragione per cui è tanto dedito all’assistenza ai minori rifugiati attraverso il suo continuo impegno affinchè essi ottengano in Inghilterra la protezione che spetta loro di diritto. L’impegno di Lord Dubs è stato di ispirazione per molte persone in Inghilterra, spingendole a dare il loro contributo in aiuto dei minori rifugiati. Sir Peter Sutherland, Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per le Migrazioni, ha espresso in modo chiaro e risoluto che i governi europei non devono interrompere le convenzioni stipulate in merito alla possibilità di asilo per i rifugiati.

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Ralph Fiennes, Emma Thompson e Simon Coates hanno contribuito alla realizzazione di alcune scene del film incentrate sui rifugiati; mentre la coraggiosa Juliet Stevenson, che ha passato nove mesi lavorando per i bambini di Calais assieme alle associazioni Help Refugees, Citizens UK e Safe Passage, ha espresso in pubblico il suo pensiero durante un comizio tenutosi a Parliament Square. La pellicola include anche scene ispirate all’opera La Tempesta di Shakespeare, in cui Fiennes interpreta il ruolo di Prospero. Oltre alle interpretazioni artistiche, il film include testimonianze reali e attuali di rifugiati sopravvissuti ai recenti conflitti moderni e alle persecuzioni che affliggono il Medio Oriente e l’Africa.

Lasciamo spazio alle dichiarazioni della regista Vanessa Redgrave.

Per realizzare Sea Sorrow ho scelto di ispirarmi alle opere di Virgilio e Shakespeare per poter esprimere il bisogno umano di protezione, in quel modo unico di cui sono capaci solo i grandi scrittori. E’ stato Shakespeare a ispirare il titolo del film: “Our Sea Sorrow” dice a un certo punto il personaggio di Prospero all’interno de La Tempesta, mentre racconta alla sorella di come sono scampati all’annegamento a bordo di una barca di fortuna ormai alla deriva. Credo che le parole del Bardo esprimano perfettamente la tragedia vissuta dai rifugiati, drammaticamente annegati e inghiottiti dal mare, nel disperato tentativo di trovare una via di fuga dalla violenza della guerra e dalla feroce povertà a cui sono destinati se rimangono nei propri paesi di origine”.

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Durante la lavorazione del film ho dovuto ripercorrere la mia storia personale, un percorso a ritroso nella memoria fino ad arrivare a quando il Governo Churchill ordinò che decine di migliaia di minori fossero evacuati dalla città di Londra e portati nelle campagne al riparo dai bombardamenti nazisti. In quel frangente fu dimostrato che avere cura degli sfollati e dei rifugiati era una precisa responsabilità della nazione. Il Ministero della Salute ordinò l’affissione di numerose locandine in tutta la città affinchè il messaggio fosse chiaro a tutti e tutti si adoperassero per la riuscita dell’operazione”.

Ho pensato che le opere e gli scritti di Alf Dubs sarebbero stati accolti con entusiasmo e compresi, proprio perchè Dubs è stato in prima persona uno degli oltre 10.000 minori scampati alla follia nazista, grazie all’aiuto del popolo e del Governo Britannico. Credo e spero, inoltre, che la mia storia possa fare chiarezza su quale sia stato il livello di pericolo vissuto da molti in Gran Bretagna a causa delle azioni perpetrate dai Nazisti”.

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Questo film vuole essere una sorta di poema. Sea Sorrow – Il Dolore del Mare può essere letto come un’elegia. Spero che questa mia opera prima possa aiutare i giovani e ispirare il loro impegno e sforzo per garantire supporto e protezione ai rifugiati, non solamente in Gran Bretagna, ma in tutto il mondo”.


“Qualche tempo fa, credo fosse il 1948, ascoltai una trasmissione radiofonica trasmessa dalla BBC in cui venivano recitati gli articoli che compongono la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. All’epoca ero una ragazzina di undici anni, e per me quel momento segnò un nuovo inizio, ricco di convinzioni e speranza. Oggi i governi del mondo intero si stanno impegnando all’unisono per evitare che si ripetano atrocità come l’Olocausto, che mirava all’eliminazione totale degli ebrei in Europa”. 

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“Nella Dichiarazione dei Diritti Umani si afferma che ogni madre e i suoi figli hanno diritto ad avere una speciale assistenza. Successivamente, fu istituita la Convenzione Europea dei Diritti Umani e ancora dopo è arrivata la Convenzione per i Diritti dei Bambini.  A differenza della Dichiarazione, le Convenzioni sono delle legislazioni obbligatorie e vincolanti per tutte le nazioni, a meno che una nazione non chieda pubblicamente una revoca ufficiale”.

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