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Sharon Stone, la diva seduttrice che non invecchia mai

Resta inarrivabile la capacità di sedurre mostrata da Sharon Stone nel Basic Instinct di Paul Verhoeven. Era il 1992 e la sequenza dove lei accavalla le gambe senza indossare le mutandine rappresenta ancora adesso una dei momenti più bollenti della storia del cinema. Oggi Sharon, indiscusso sex symbol degli anni ’90, compie 60 anni. Ancora bellissima, sempre più affascinante.

Sharon Stone in "Basic Instinct"

Sharon Stone in “Basic Instinct”

Oltre alla minigonna inguinale e alle sue bellissime gambe, colpisce il suo sguardo, gli occhi chiari, magnetici. Nel thriller erotico Basic Instict, la Stone ricoprì il ruolo dell’ambigua scrittrice Catherine Tramell al fianco di Michael Douglas. Solo venti anni dopo l’attrice ha confessato di esser stata ingannata dal regista, Paul Verhoeven, proprio nella famosa scena clou del film diventata poi un cult della fantasia erotica popolare: “poco prima di girare la scena Paul mi chiese di sfilare gli slip bianchi perché si sarebbero visti nella cinepresa ma mi assicurò che nulla sarebbe stato notato“. Il film fu presentato a Cannes e (all’epoca lei aveva 34 anni) e la sua vita cambiò: “Basic Instinct ha cambiato la mia carriera – disse – prima di arrivare sulla Croisette ero una semplice attrice americana. Quando sono ripartita ero una star mondiale“.

in "Stardust Memories"

La prima apparizione in “Stardust Memories”

Ma limitare la Stone a quello è riduttivo. Il primo a scoprirla e a lanciarla nel cinema fu Woody Allen che nel 1980 le affidò una piccola parte nel suo Stardust Memories (girato in bianco e nero). Seguirono film minori (anche un horror con wes Craven, Benedizione Mortale), fino al sopracitato film di Paul Verhoeven (che già nel 1990 la diresse anche in Atto di Forza) che la diresse verso ruoli da femme fatale. Dopo Lo Specialista (dove girò una scena hot con Sylvester Stallone), il regista Sam Raimi le affidò un ruolo indimenticabile nel western Pronti a Morire: donna con la pistola dal grilletto spietato e fulmineo in un mondo di uomini.

"Pronti a Morire"

“Pronti a Morire”

Come attrice ricevette grandi lodi per la sua performance di Ginger McKenna nel cult Casinò di Martin Scorsese (1995), per la quale si aggiudica il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico e ottiene la sua prima e unica nomination al Premio Oscar per la miglior attrice. Seguirono poi altri film, come lo psico-fantascientifico Sfera di Barry Levinson (1998, con Dustin Hoffman). Nel 1999 diventa prima la Gloria di Sidney Lumet (remake dell’omonimo film di John Cassevetes del 1980) e poi La Dea del Successo di Albert Brooks.

In "Casinò"

In “Casinò”

Un anno dopo in Ho Solo Fatto a Pezzi Mia Moglie, regia di Alfonso Arau, ritrova sul set chi la lanciò, quel Woody Allen che ritroverà poi anche in Gigolò Per Caso (2013, regia di John Turturro). Nel nuovo millennio arrivano altri film, di generi diversi, dal Beautiful Joe di Stephen Metcalfe (2000) alle Oscure Presenze a Cold Creek di Mike Figgis (2003) e alla Catwoman di Pitof (2004). Un anno prima del debole sequel di Basic Instinct (2006, regia di Michael Caton-Jones), la vediamo nel brillante Broken Flowers di Jim Jarmusch con Bill Murray.

In "Broken Flowers"

In “Broken Flowers”

Oltre all’immagine di donna sexy, esiste anche un lato più nascosto di Sharon Stone, legato all’impegno umanitario e civile: nell’aprile 2004 riceve un premio dal National Center for Lesbian Rights e da anni sostiene l’AMFAR, associazione che supporta la ricerca contro l’Aids. Una diva carica di umanità. E al cinema continua a lasciare la sua impronta ancora oggi. Ricordiamo i recenti Mothers and Daughters di Paul Duddridge (2016), Quando Arriva l’Amore di Susan Walter (2017). James Franco l’ha invece voluta per The Disaster Artist, ancora fresco di sala.

Ne "Il Ragazzo d'Oro" di Pupi Avati

Ne “Il Ragazzo d’Oro” di Pupi Avati

Ma è con la sua partecipazione ne Il Ragazzo d’Oro del nostro Pupi Avati (2014) che vogliamo infine celebrarla. A tal proposito, particolarmente significative sono le parole che Avati spese su di lei dopo la realizzazione del film: “quando Sharon è arrivata a Roma per il primo ciak, a Piazza del Popolo si è ritrovata di fronte a duecento fotografi e cineoperatori schierati tutti insieme: tutto quel clamore non si vedeva a Roma dai tempi della “dolce vita”: il suo “appeal” a livello mediatico è ancora assoluto“.

Una Diva assoluta, questo continua ad essere la splendida Sharon Stone.

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