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Tre Sorelle, la prima commedia tutta al femminile di Enrico Vanzina

Giovedì 27 gennaio sulla piattaforma digitale Prime Video uscirà Tre Sorelle, il nuovo film diretto da Enrico Vanzina, una commedia tutta al femminile interpretata da Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini e Rocío Muñoz Morales. Si tratta di un racconto ironico, tagliente e romantico sulla forza e le fragilità di tre donne che si ritrovano a dover fare i conti con le proprie vite. Nel cast, tra gli altri, ci sono anche Troiano, Nadia Rinaldi, Massimiliano Rosolino, Eleonora Pedron e Luca Ward. 

Il film

Marina (Serena Autieri), una donna borghese, sposata con un primario di ortopedia, scopre che il marito ha una relazione con il suo assistente. Le crolla addosso il mondo. Le sue certezze borghesi vanno in frantumi. Disperata corre a confidarsi con sua sorella Sabrina (Giulia Bevilacqua), ma trova in lacrime anche lei: è stata lasciata dal marito dopo averlo tradito. Le due sorelle decidono così di trascorrere le vacanze estive insieme nella villa di Marina per trovare un nuovo equilibrio. Insieme a loro parte anche Lorena (Rocío Muñoz Morales), la giovane massaggiatrice di Marina, anche lei alle prese con un dramma sentimentale. Si aggiungerà poi Caterina (Chiara Francini), la terza sorella. Ad interrompere la serenità di questa vacanza, però, sarà l’arrivo di Antonio (Fabio Troiano), il nuovo vicino di casa che romperà gli equilibri delle tre sorelle.

Con questo film Enrico Vanzina offre una carrellata di sofisticati ritratti femminili in cui, ancora una volta, riesce a condensare lo spirito dei tempi. Il regista e sceneggiatore costruisce un tenero affresco corale ambientato tra Roma e il Circeo, dove con acume e con la giusta dose di “scorrettezza” racconta, come sempre ha fatto, l’evoluzione della nostra società, tra nevrosi piccolo-borghesi, inquietudini sentimentali, disavventure ed equivoci.

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Enrico Vanzina racconta…

Per me, Tre Sorelle ha rappresentato una grande sfida. Era la prima volta che mi trovavo a fare un film tutto “al femminile”, senza l’aiuto di qualche grande comico nazionale. Si trattava di una commedia romantica e dover affidare la parte di “commedia” ad un cast quasi totalmente femminile rappresentava una grande novità. Alla fine, però, ho ottenuto il risultato che desideravo: avere in scena quattro donne che fanno davvero sorridere e talvolta addirittura ridere. Per riuscirci, ho dedicato molto tempo durante le riprese alla recitazione, per mantenere il “tono” sempre all’altezza delle intenzioni. E siccome le mie attrici erano bravissime hanno seguito la regia con rispetto e talento”.

Oltre alla commedia c’era il lato sentimentale. Per farlo venire fuori ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti. Ho chiesto loro di pescare nella loro sensibilità per far emergere le emozioni. Con l’unico attore maschio del film, in un ruolo di uomo spregevole, ho seguito un sistema infallibile: non essere moralista, non metterlo alla gogna. Gli ho chiesto di interpretare il suo personaggio con leggerezza, rispettandone le ragioni anche se negative. È una vecchia regola della Commedia all’italiana. Non demonizzare eticamente i “cattivi”. La usavano Scola, Monicelli, Risi. Funziona ancora. Perché nella vita “anche” le ragioni degli altri esistono“.

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“Per quanto riguarda le riprese ho fatto scelte semplici. Nelle commedie il regista deve sparire. E deve curare soprattutto il ritmo. Se si sente la mano “autoriale” la commedia diventa ibrida. Sono molto soddisfatto del risultato finale. Ho fatto il film che volevo. Una commedia “vera”, sincera, che mette buonumore e ogni tanto commuove. Penso che in futuro continuerò a lavorare sull’umorismo delle donne“.

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