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Un Amico Molto Speciale di Alexandre Coffre: quando bambini e adulti sognano allo stesso modo

In una Parigi illuminata durante la magica notte di Natale è ambientato Un Amico Molto Speciale, film diretto da Alexandre Coffre con protagonisti Tahar Rahim ed il giovane Victor Cabal. Una pellicola realizzata dai produttori del super successo Quasi Amici e che sarà nei nostri cinema da giovedì 4 dicembre.

È la vigilia di Natale e Antoine (Victor Cabal), sei anni, ha una sola idea in mente: incontrare Babbo Natale e fare un giro in slitta con lui tra le stelle. Così, quando Babbo Natale (Tahar Rahim) gli cade come per magia sul balcone, Antoine è troppo stupito per capire che sotto il classico costume rosso e bianco si nasconde in realtà un ladro intento a svaligiare gli appartamenti dei quartieri alti. Nonostante tutti gli sforzi dell’improvvisato Babbo Natale per sbarazzarsi del determinato Antoine, i due finiranno per formare un’improbabile coppia in giro per i tetti di Parigi, ognuno intento a realizzare il proprio sogno in una notte magica dove tutto può accadere.

"Un Amico Molto Speciale"

“Un Amico Molto Speciale”

Vi proponiamo qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata dal regista Alexandre Coffre. 

Oltre al tema del rapporto genitori/figli, cosa le interessava in questa storia?

Ho pensato subito all’emozione che provavo da bambino quando andavo al cinema con i miei genitori. All’esaltazione che provavo quando guardavo E.T., I Goonies, allo stupore di fronte ai film di Walt Disney. Sensazioni che oggi rivivo quando vado al cinema con i miei bambini. In questo progetto, poi, c’è la magia del Natale. Con questa sceneggiatura avevo veramente l’impressione di leggere una di quelle favole che leggo ai miei figli prima di andare a dormire. È stata l’idea di fare un film per loro, per i bambini, a sedurmi davvero. Inoltre, pensavo che attraverso questo soggetto potevo mettere insieme commedia ed emozioni. Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per fare un film di Natale originale, che fosse sia per i bambini che per gli adulti.

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Il piccolo Victor Cabal con Tahar Rahim

Ma, come dice lei, è una favola moderna…

È una commedia che gioca con la simbologia del Natale. Credo che ci sia qualcosa di molto moderno nel principio della narrazione, nei personaggi e allo stesso tempo di molto poetico nel concetto di favola. Il ladro, manipolando Antoine per i suoi obiettivi, va a giocare con i codici del Natale, portando il bambino in un mondo incantato: finge di essere davvero Babbo Natale, chiama il bambino folletto, nomina un delinquente l’uomo nero, fa passare una ballerina come sua agente, crea il paese di Babbo Natale… C’è un lato irriverente che riesce a divertire senza però offuscare mai l’immagine del Natale e di Babbo Natale. Ma la modernità scaturisce soprattutto dal percorso che compiono i due protagonisti. Sono due anime solitarie e ferite che non vogliono crescere. Antoine continua a credere a Babbo Natale perché vuole andare a incontrare suo padre sulla sua stella. Per andare avanti nella vita, dovrà accettare il suo dolore e rinunciare alle credenze dell’infanzia. Babbo Natale, dal canto suo, da quando è uscito dalla DASS (Direction departementale de l’action sanitaire et sociale) non è riuscito a costruire niente nella vita e fugge le responsabilità. Attraverso questa notte con Antoine, si ritroverà a fare il padre suo malgrado e finirà per ripartire nella direzione giusta. L’adulto quindi riparerà il suo passato e il bambino delineerà il suo avvenire. E alla fine questa improbabile alleanza avrà la meglio. È questa la magia del Natale.

Babbo Natale e Antoine

Babbo Natale e Antoine

Aveva in mente dei riferimenti di altri film in cui interagiscono un adulto e un bambino?

A dire il vero, con la dovuta modestia, c’è qualcosa in comune tra Henry di E.T. e il nostro Antoine. Ho rivisto quel film, è un capolavoro che il tempo non scalfisce. Durante la preparazione ho scoperto anche un film di Peter Bogdanovich del 1973, Paper Moon – Luna di carta, con Ryan e Tatum O’ Neal. È la storia di un truffatore degli anni Trenta che conosce sua figlia durante un viaggio attraverso gli Stati Uniti… Potrei citare anche L’estate di Kikujiro di Kitano, in cui emerge un’idea molto poetica del viaggio di un bambino con un adulto.

Il film esce in un momento in cui, considerata la crisi di questi tempi, il pubblico ha bisogno esattamente delle emozioni che trasmette: credere ai proprio sogni e alla possibilità di un nuovo inizio

Se il film, anche solo per un attimo susciterà a grandi e piccoli quell’emozione unica che crea la magia del Natale, avremo vinto la scommessa. Spero che Un Amico Molto Speciale sia una storia che faccia sognare i bambini e faccia ricordare agli adulti i sogni che accompagnano il Natale. Perché senza sogni non ci sono nuovi inizi. Abbiamo fatto leggere la sceneggiatura allo psichiatra infantile Olivier Tarragano e ci ha incoraggiati in questo approccio alla storia: Antoine e il finto Babbo Natale vivono nel loro mondo immaginario fino a che la loro storia comune permette a ognuno di trasformarsi e di svegliarsi in un mondo nuovo, diverso e di certo migliore per entrambi.

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